8 × 22 mm Nambu | |
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Descrizione | |
Tipo | per pistola e pistola mitragliatrice |
Origine | Giappone |
In servizio dal | 1904 |
Impiegata da | Giappone Cina Siam |
Conflitti | seconda guerra mondiale |
Storia | |
Progettista | Kijirō Nambu |
Data progettazione | 1902 |
Periodo produzione | 1904-oggi |
Specifiche tecniche | |
Tipo proiettile | semi-rimmed, bottleneck |
Diametro proiettile | 8,13 mm (0.320 in) |
Diametro collo | 7,71 mm (0.343 in) |
Diametro spalla | 10,00 mm (0.394 in) |
Diametro base | 10,23 mm (0.403 in) |
Diametro fondello | 10,50 mm (0.413 in) |
Spessore fondello | 0,92 mm (0.036 in) |
Lunghezza bossolo | 21,43 mm (0.844 in) |
Lunghezza cartuccia | 31,56 mm (1.243 in) |
Prestazioni balistiche | |
lunghezza della canna di prova: 117 mm | |
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La 8 × 22 mm Nambu è una munizione per pistola e pistola mitragliatrice, con bossolo semi-rimmed collo di bottiglia, introdotta nell'Impero giapponese nel 1904 e utilizzata dalla Type 14 e dalla Type 100 durante la seconda guerra sino-giapponese e la guerra del Pacifico.
Verso la fine del XIX secolo entrarono in servizio alcune pistole semiatutomatiche, come la Borchardt C-93 e la Mauser C96. Il Giappone, nel pieno della Restaurazione Meiji e desideroso di non rimanere indietro nel settore delle tecnologie militari, decise di rimpiazzare il proprio revolver Type 26. A partire dal 1902 iniziò lo sviluppo della pistola semiautomatica Nambu, camerata per la munizione 8 × 22 mm[1]. Inizialmente prodotta per l'acquisto privato da parte degli ufficiali dell'Esercito e Marina imperiali giapponesi, la munizione venne adottata ufficialmente dalle forze armate solo nel 1926[2].
La 8 × 22 mm Nambu fu utilizzata inizialmente nelle prime pistole ideate dall'omonimo ufficiale, che trovarono il loro primo impiego operativo nella guerra russo-giapponese. Maggior diffusione si ebbe nella seconda guerra sino-giapponese e nella guerra del Pacifico, durante le quali venne utilizzata anche per la pistola mitragliatrice Type 100. Fino al 1945 vennero realizzate 400.000[3] pistole Nambu e 8.500 Type 100. Piccoli lotti di pistole Nambu erano state esportate in Siam e Cina prima della seconda guerra mondiale[4][5].
Dopo la seconda guerra mondiale, esistono isolati resoconti di utilizzo della munizione giapponese da parte dei Viet Cong nelle fasi iniziali della guerra del Vietnam[6] e delle forze comuniste cinesi durante la guerra di Corea[7]. In seguito non vi fu richiesta per mantenere in produzione la 8 × 22 mm, in quanto anche le Forze di autodifesa giapponesi adottarono la munizione 9 × 19 mm Parabellum, già in uso durante la guerra in Gran Bretagna e Germania, per la SIG Sauer P220 e la Minebea PM-9, che rimpiazzavano rispettivamente le pistole Nambu e la Type 100.
Nel 1939 il costo della munizione prodotta dagli arsenali dell'Esercito imperiale era di 39 yen per 10.000 colpi[8]. Per la rarità e l'impatto storico della munizione, essa è molto ricercata tra i collezionisti. Una confezione da 15 colpi è stata venduta nel 2009 a 250 USD[9].
La munizione militare standard 8 × 22 mm Nambu aveva un proiettile da 102 grani che raggiungeva una velocità alla volata di 315 m/s quando sparata da una pistola Type 14[10]. L'energia cinetica alla volata era la metà di quella della 9 mm Parabellum e meno della metà rispetto alla 7,62 × 25 mm Tokarev[11]. Era considerata priva di adeguato potere d'arresto[12][13], tuttavia questo era comparabile a quello della .380 ACP (9 × 17 mm)[14] utilizzata nelle pistole degli ufficiali italiani e tedeschi durante la seconda guerra mondiale[15][16].