Acetarsolo | |
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Nome IUPAC | |
acido 3-acetamido-4-idrossofenilarsonico | |
Nomi alternativi | |
N-acetil-4-idrossi-m-arsanilico acetarsone acetarsolo | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C8H10AsNO5 |
Massa molecolare (u) | 275,0903 g mol-1 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 202-582-3 |
PubChem | 1985 |
DrugBank | DBDB13268 |
SMILES | CC(=O)Nc1cc(ccc1O)[As](O)(O)=O |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | 4 mg/Kg (topo, via orale) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi H | 301 - 331 - 410 |
Consigli P | 261 - 273 - 301+310 - 311 - 501 |
L'acetarsolo è un antiamebico che agisce a livello del lume intestinale; viene usato principalmente nel trattamento dell'amebiasi intestinale. È inoltre impiegato nel trattamento delle vaginiti da Trichomonas e nelle proctiti. Si presenta in cristalli prismatici, di lieve sapore acido. Moderatamente solubile in acqua bollente; praticamente insolubile in acqua fredda, in alcool e in acidi diluiti; solubile in soluzioni alcaline. Per la sua identificazione si porta all'ebollizione il prodotto sciolto in soda. Si raffredda, si aggiunge acido solforico concentrato ed etanolo: si sviluppa odore di acetato di etile.
Dopo somministrazione per via orale acetarsolo viene prontamente assorbito dal tratto gastrointestinale e la maggior parte della dose viene escreta nelle urine. Piccole quantità vengono immagazzinate nel fegato e negli altri tessuti. Una certa quota di farmaco è stata identificata anche nel liquido cerebrospinale.
La DL 50 nel topo per via orale è di 4 mg/kg.
Per le amebiasi intestinali si somministrano per via orale 250 mg due volte al giorno per un periodo di 10 giorni, spesso in associazione con altri amebicidi. Per le vaginiti da Trichomonas: 1-2 compresse vaginali da 250 mg al giorno, per 10-20 giorni. Per le proctiti: supposte da 250 mg.
L'acetarsolo per via orale può determinare irritazione gastrointestinale ed eruzioni cutanee. L'uso delle compresse vaginali può determinare irritazioni locali.
L'acetarsolo è controindicato in presenza di affezioni cardiovascolari, insufficienza renale o epatica, neuriti ottiche, emorragie recenti o febbre. In caso di avvelenamento da arsenico si ricorre alla somministrazione di dimercaprolo (agente chelante).