Adiadococinesia | |
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Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 781.3 |
ICD-10 | R27 |
L'adiadococinesia conosciuta anche come disdiadococinesia è l'incapacità o la difficoltà di effettuare movimenti alternati con un ritmo rapido, in direzioni opposte: ad esempio la pronazione e la supinazione della mano, a braccia stese, oppure l'estensione e la flessione dell'avambraccio sul braccio.
Il termine deriva dal greco: a "privativo", diadochos "successivo", e kinesis "movimento").
La malattia è un segno caratteristico di malattie neurologiche. In particolare di atassia cerebellare, ed è il risultato di danni o lesioni agli emisferi cerebellari, ai lobi frontali o posteriori del cervelletto, o ai fasci nervosi che collegano i muscoli al cervelletto stesso.[1] Si pensa che sia dovuta a una incapacità di attivare e disattivare i fasci di gruppi muscolari antagonisti in modo coordinato a causa della ipotonia, secondaria alla lesione centrale.[2]
La adiadococinesia è osservabile anche nei soggetti affetti da atassia di Friedreich e da sclerosi multipla e rappresenta un segno di coinvolgimento cerebellare (che comprende anche l'atassia, il tremore intenzionale e la disartria).
La adiadococinesia è stata collegata a una mutazione nel gene SLC18A2, che codifica per il trasportatore della monoamina vescicolare 2 (VMAT2).[3]
La adiadococinesia è clinicamente dimostrabile in vario modo. La prova classica consiste nel chiedere al paziente di compiere rapidamente movimenti alternati di pronazione e supinazione delle mani, ad arti protesi. Nella prova delle marionette il movimento sopra descritto può essere eseguito con gli avambracci flessi e tenuti verticalmente. Altre prove consistono nel chiedere al paziente di alternare l'apertura e la chiusura del pugno. La prova classica di prono-supinazione delle mani può anche essere eseguita in posizione seduta e con le mani sulle ginocchia. In una prova simile detta test di prono-supinazione degli arti superiori si chiede invece al paziente di toccare il palmo di una mano con le dita dell'altra, e poi rapidamente di girare le dita e toccare il palmo della mano con il loro dorso, ripetutamente. Test simili e più semplici sono quelli in cui al paziente è richiesto di dimostrare il funzionamento di una maniglia di una porta o di avvitare una lampadina. I deficit diventano visibili proprio nella alternanza e nella completezza della sequenza, L'atto motorio non viene realizzato in modo omogeneo ed armonioso: spesso vi sono interruzioni, accelerazioni, deviazioni, oppure l'azione può essere scomposta nelle parti costituenti.[4] La disdiadococinesia si manifesta anche con la cosiddetta aritmocinesi, cioè con l'impossibilità di ripetere con l'arto affetto un determinato ritmo.
Quando si ricerca l'adiadococinesia a carico delle gambe il test consiste nel chiedere al paziente di muovere le gambe come se pedalasse, il più rapidamente. I movimenti tendono ad essere lenti od impacciati. Le prestazioni del paziente, quando viene esaminato per le gambe ed i piedi, risultano decisamente inferiori rispetto a quelle di mani ed arti superiori.[5]