Adrian Păunescu | |
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Senatore della Romania | |
Durata mandato | 26 novembre 2000 – 18 dicembre 2008 |
Legislatura | IV, V |
Gruppo parlamentare | PDSR (fino a giugno 2001), PSD (da giugno 2001) |
Circoscrizione | Dolj (IV) Hunedoara (V) |
Durata mandato | 21 ottobre 1992 – 3 novembre 1996 |
Legislatura | II |
Gruppo parlamentare | PSM |
Circoscrizione | Dolj |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | PCR (1968-1989) PSM (1992-1998) PDSR (1998-2001) PSD (dal 2001) |
Titolo di studio | Laurea in filologia |
Università | Università di Bucarest |
Professione | Scrittore |
Adrian Păunescu (Copăceni, 20 luglio 1943 – Bucarest, 5 novembre 2010) è stato uno scrittore, pubblicista e poeta romeno.
Conosciuto soprattutto come poeta, debuttò nel 1960 e divenne uno degli autori romeni contemporanei più prolifici, fu anche organizzatore del "Cenaclului Flacăra", un cenacolo cultural-musicale che si teneva periodicamente negli anni tra il 1973 e il 1985 nelle grandi città della Romania, dove gli artisti promossi dal poeta presentavano opere musicali e letterarie davanti a un pubblico numeroso. Nel quadro del cenacolo, Păunescu incoraggiò la cultura di massa che stava a cuore al pubblico giovane, nonostante le numerose sanzioni ricevute dal potere comunista; fu lui a inventare le frasi "la generazione dei jeans" e "la musica giovane" per descrivere i giovani spettatori amanti di uno stile anticonformista e le sonorità folk e rock. Păunescu iniziò la sua attività editoriale nel 1973, anno in cui subentrò alla direzione della rivista "Flacăra". Diventato scomodo per il regime, venne destituito nel luglio del 1985.
Il pretesto immediato fu lo scandalo provocato dai disordini al concerto del "Cenaclului Flacăra" a Ploiești nel giugno del 1985. Benché Păunescu fosse noto per le critiche rivolte al potere (vedi, per esempio, il poema "Analfabeții”, pubblicato nel 1980 in "Flacăra"), dopo la caduta del comunismo non gli fu permesso il ritorno alla direzione della rivista "Flacăra", a causa delle lodi che, al tempo del regime, pronunciò per Nicolae Ceaușescu; per questo motivo, nell'autunno dell'anno 1990, fondò la rivista "Totuși iubirea". In qualità di pubblicista ha gestito per un breve periodo, nel 1999, il giornale "Sportul românesc".
Indiscutibilmente, l'orientamento politico di Păunescu è sempre stato di sinistra. Il suo rapporto con il potere comunista può essere considerato ambiguo, poiché Păunescu non si manifestava come un critico radicale del sistema o dell'ideologia. La sua critica si orientò piuttosto sugli scostamenti del potere politico e sulle carenze economiche. Dopo il 1989, Păunescu non rinnegò l'ideologia socialista, entrando rapidamente nel Partito Socialista del Lavoro creato da Ilie Verdeț.
Sebbene sia nato in "Basarabia" (oggi Repubblica di Moldavia), Păunescu ha trascorso la maggior parte della sua giovinezza a Bârca, nel Distretto di Dolj. Ha frequentato il Collegio Nazionale Carol I a Craiova e nel 1960, la Scuola Centrale di Bucarest, fu compagno di classe dell'attrice Silvia Năstase. Il padre di Păunescu, un membro del Partito Nazionale Liberale, fu condannato a 15 anni di carcere per "attività anti-comuniste" dal regime stalinista del dopo 1945, per questo motivo Păunescu ha dovuto aspettare tre anni prima di potersi iscrivere all'università. Păunescu ha studiato filologia all'Università di Bucarest.
Ha debuttato come autore letterario nell'anno 1960. Autore di più di cinquanta libri, di cui la maggior parte sono volumi composti in versi, stampati in un'edizione che ha fatto record di oltre un milione di esemplari venduti. Molte delle sue poesie sono state rese conosciute attraverso l'implementazione dei versi su una base musicale di compositori folk e rock; esistono situazioni nelle quali Păunescu ha collaborato direttamente con i musicisti, soprattutto nel quadro del Cenaclului Flacăra. Il suo talento poetico è stato apprezzato da molti critici letterari di rilievo. Șerban Cioculescu ha detto che Adrian Păunescu è il più grande poeta sociale dopo Tudor Arghezi, mentre Eugen Simion lo considera "l'ultimo grande poeta sociale romeno".
Nell'anno 1970 Păunescu è diventato una figura importante tra i mass-media romeni. Il Cenacolo Flacăra e le riviste sotto la sua direzione hanno esercitato un'attrazione indiscutibile sui giovani e sulla vita pubblica della Romania grazie alla combinazione di idee di sinistra ispirate dagli occidentali e dal nazionalismo. Numerosi musicisti del genere rock e folk che venivano considerati "sovversivi" dalle autorità comuniste, sono stati lanciati o promossi da Păunescu attraverso recensioni o attraverso la loro introduzione nel Cenacolo Flacăra.
Il rapporto di Păunescu con il regime dittatoriale di Nicolae Ceaușescu è generalmente considerato ambiguo, egli infatti passa dalla scrittura di poemi di adulazione a critiche pubbliche dirette, questo cambiamento si può notare nei testi scritti dopo il 1989. Tra il 1966 ed il 1968 è stato segretario dell'organizzazione Unione dei Giovani Comunisti e dell'Unione degli scrittori della Romania, mentre dall'agosto del 1968 è diventato membro del Partito Comunista Romeno.
Dopo la Rivoluzione rumena del 1989, si è ritirato per un breve periodo dalla vita politica, ma dal 1992 ha preso parte al Partito Socialista del Lavoro (di orientamento socialista, ispirato ulteriormente dal Partito Socialdemocratico), del quale Păunescu diventa vicepresidente nel 1993, successivamente primo vicepresidente e portavoce nel 1994; durante la legislatura del 1992-1996 acquisisce il titolo di senatore del Distretto di Dolj.
Come senatore, acquisisce il ruolo di presidente della Commissione senatoriale della cultura, dell'arte e dei mass-media, e del Gruppo Parlamentare "Partida Națională”. È stato membro della delegazione parlamentare romena del Consiglio d'Europa di Strasburgo, ed in questa qualità partecipa come osservatore europeo alle elezioni parlamentari del 1994 della Moldavia e della Repubblica di Croazia del 1995.
Nel 1994 viene eletto vicepresidente del Gruppo Politico di Sinistra Unita.
Nel febbraio del 1996 è stato designato candidato del Partito Socialista del Lavoro alle elezioni presidenziali del 1996, alle quali ha ottenuto solamente il 0,69% dei voti, perdendo le elezioni al primo turno.
Dal 1998, Păunescu diventa membro dell'attuale Partito Socialdemocratico. Come membro del PSD, viene eletto nuovamente senatore del Distretto di Dolj, per la legislatura del 2000-2004. Durante questo periodo, assume la carica, già ricoperta in passato, di Presidente della Commissione del Senato per la Cultura, l'Arte ed i Mass-media. Inoltre è stato membro della Commissione Interparlamentare Bucarest-Chișinău, come anche dei gruppi parlamentari che avevano rapporti di amicizia con la Repubblica Popolare Cinese, la Turchia ed il Portogallo. Durante la legislatura del 2004-2008, è stato senatore del Distretto di Hunedoara.
La critica letteraria ha riconosciuto la "struttura nobile" delle creazioni di Păunescu già dal suo debutto avvenuto nel 1965, con Ultrasentimente, un volume che, come certifica Aurel Martin, «non può che essere stato scritto da un poeta di innegabile talento, dotato della grazia di trasfiguare la realtà quotidiana e, in un certo senso, di demistificarla, stabilendo (come fanno gli artisti autentici) nuove relazioni tra gli eventi o tra l'uomo ed il mondo che lo circonda, restaurando, se è il caso, i vecchi significati e riempiendo con il suo io onnipresente gli spazi dell'Universo. >>(MarP, 245).
Il paradosso sulla purezza della coppia dell'Eden è espresso in versi dalle linee tese e aggraziate, di grande originalità:
«La-nceputul lumii noastre delirante,
Când pământul se ținea de soare încă,
Sau cu-o mare și cu-o Africă adâncă,
Oh, doi tineri au ieșit frumos din plante.
Ea – dintr-o șerpească iederă și-a tras
Trupul ca o ceață, ca o amețeală.
El – dintr-un stejar făcut-a primul pas
Dat afară de o sevă inegală»
Il matrimonio del suo eroe lirico, attraverso il "tunnel del tempo", riverbera la "famiglia profonda" della storia dei suoi avi, nello spirito del forte culto locale legato alla coppia:
«Nunta pe care am avut-o noi
Cade-n pământ, vâslind din rame roșii,
Pierzând din pitoresc și din văpăi,
Și-ajunge-acolo unde sunt strămoșii.
Cred că se află spre bunici acum,
Cutremurându-i, legânându-i încă,
Și mai adânc, la reci oglinzi de fum,
Spre o familie și mai adâncă.»
La rivolta del significante contro il significato, o del significato contro il significante nelle poesie di Adrian Păunescu è segnalata dal critico Eugen Simion proprio dal bouquet degli Ultrasentimenti: «...per Adrian Păunescu le cose, come le parole, sono troppo strette. Egli cresce rapidamente e la veste della logica normale resta troppo piccola per il suo corpo immaginario. L'energia interiore, condensata, è sul punto di far saltare in aria la struttura degli Ultrasentimenti. Tuttavia, i poemi resistono e, alla fine, il poeta trasmette un imperioso messaggio alla sua generazione: Alzati in piedi, saluta, Generazione / ho scritto questo libro che adoro.»(SSra, I, 247).
Commentando Mieii primi (1966), Mircea Tomuș nota una «regione calma» nella creazione di Păunescu risalente al periodo dell'eruzione lirica della generazione resurrezionale, con versi che «non forzano l'originalità con mezzi violenti, ma si accontentano solamente della modesta mansione di esprimere un contenuto lirico, in linea con molti altri compagni; qui l'autore è sensibile e comunicativo, la predisposizione per la diversione delle immagini nel grottesco o per un particolare verso dalla sfumatura satirica, proveniente senza dubbio da un concetto originale, non è esagerata o sopra al limite del lirisimo; al contrario, si serve di essa per evidenziare, senza ostentazione, per contrastare», seguono alcuni versi:
«Când toamna-n stele e foc și moarte,
Aici dorm câinii cu boturi calde
Culcate să coacă dovlecii pe câmp
– Doarme băiatul cu trupul cald,
Sus între struguri mari într-o vie,
Ca lângă un arbore foarte înalt,
Doarme băiatul cu trupul cald,
La trupul celui care-o să fie; mai putem întâlni, […]»
Questi versi si potrebbero definire intraducibili, in quanto il testo non è altro che un'allegoria sulla situazione della società ai tempi di Păunescu , di conseguenza ci sono numerose interpretazioni. Mircea Tomuș prosegue definendo questi versi «un'oasi tranquilla di sensibilità e lirismo compresa in una poesia che risulta nel complesso frenetica, sconvolta da una grande tempesta» (TCar, 111 sq.); il critico nota inoltre una «predisposizione verso i simboli » da parte di Păunescu, ed afferma «non siamo scioccati dal grado di assurdità di alcune relazioni, nonostante per la logica ordinaria non sia una cosa normale dichiarare che viviamo dentro un uccello» (TCar, 112; segue il verso a cui egli fa riferimento:
«Într-o enormă pasăre suntem însămânțați,
Modul nostru de viață
E osul unei aripi zburătoare..»
Eugen Simion vede nell'opera Fântâna somnambulă (La fontana sonnambula) „la fine” del păuneschiano «lirismo esoterico, ermetico– di imagismo torrenziale -, appassionato e orgoglioso», ma anche l'aspirazione del rispettivo lirismo «dell'assunzione della totalità », oppure «una mitologia lirica basata su un abile gioco di contrasti » (SSra, I, 247 / 252).
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