Aeroporto Internazionale di Erbil aeroporto | |||||||
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Codice IATA | EBL | ||||||
Codice ICAO | ORER | ||||||
Descrizione | |||||||
Stato | Iraq | ||||||
Città | Erbil | ||||||
Altitudine | 408,7368 m s.l.m. | ||||||
Coordinate | 36°14′15″N 43°57′47″E | ||||||
Mappa di localizzazione | |||||||
Sito web | erbilairport.com/ | ||||||
Piste | |||||||
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L'aeroporto Internazionale di Erbil (in curdo فڕۆکهخانهی نێودهوڵهتیی ههولێر) è un aeroporto iracheno situato nella città di Erbil, principale centro della Regione del Kurdistan. Dispone di una delle piste d'atterraggio tra le più lunghe al mondo[1].
L'aeroporto è stato costruito all'inizio degli anni '70 come base militare irachena. La pista d'atterraggio è stata utilizzata come base militare fino al 1991 dal regime del partito Ba'th, in seguito all'istituzione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di una no-fly zone sul nord dell'Iraq. Dopo l'invasione statunitense del 2003, il Governo regionale del Kurdistan ha assunto il controllo amministrativo della regione. Il primo volo commerciale è atterrato il 15 dicembre 2003, ciò nonostante l'aeroporto fu ufficialmente inaugurato solamente il 29 aprile 2005[1]. Il 26 maggio successivo ha ottenuto il codice aeroportuale ICAO.
Negli anni successivi Erbil è stata uno dei principali centri che hanno beneficiato dell'afflusso di investimenti stranieri. Come conseguenza, a causa della crescente necessità di un accesso sicuro al Paese, il governo regionale ha investito 500 milioni di dollari nella costruzione di un moderno aeroporto situato accanto al vecchio[1]. Nel 2010 il nuovo scalo aeroportuale era ormai ultimato[1]. Il 1º settembre dello stesso anno tutte le operazioni sono trasferite nel nuovo aeroporto, che è stato poi inaugurato il 30 marzo 2011 alla presenza del presidente del Kurdistan iracheno Mas'ud Barzani e del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan[1].
Dal 29 settembre 2017 al 14 marzo 2018, in seguito al referendum sull'indipendenza della Regione del Kurdistan del 2017, tutti i voli commerciali internazionali sono stati sospesi. L'aeroporto è rimasto aperto per i voli nazionali, umanitari, militari e diplomatici[2].
L'aeroporto è stato bersaglio di numerosi attacchi di droni da parte delle milizie sciite sostenute dall'Iran nel febbraio 2021[3][4]. Il 15 aprile successivo, un drone che trasportava esplosivi ha preso di mira la sezione militare dell'aeroporto. La sezione ospitava forze guidate dagli Stati Uniti e non sono state segnalate vittime. Il 6 luglio, un altro drone ha preso di mira la stessa sezione dell'aeroporto e si è schiantato vicino all'aeroporto. L'11 settembre, due droni che trasportavano esplosivi non sono riusciti a raggiungere l'aeroporto; uno è stato abbattuto dalla difesa aerea C-RAM e l'altro si è schiantato. Non si sono registrate vittime.