Al-Bāqillānī (nome completo: Abu Bakr Muḥammad ibn al-Ṭayyib al-Bāqillānī, in arabo أبو بكر محمد بن الطيب بن محمد بن جعفر بن قاسم، البصري، ثم البغدادي، ابن الباقلاني?); Bassora, 950[1][2] – Baghdad ?, 5 giugno 1013) è stato un teologo e giurista arabo.
Al-Bāqillānī[3] - i cui laqab erano ʿImād al-Dīn ("Pilastro della Fede"),[4] e Nāṣir al-Islām ("Protettore dell'Islam" - fu un teologo dogmatico (mutakallim) e faqīh musulmano sunnita malikita ash'arita[5]
di vasta e consolidata fama.
Fu autore tra l'altro dei rinomati Sayf al-Sunna ("Spada della Sunna"),[6] del Kitāb al-tamḥīd,[6] e del Kitāb iʿjāz al-Qur'ān[6]
Nato a Baṣra, passò la maggior parte della sua vita a Baghdad, e studiò Teologia islamica sotto la guida di due allievi di Abu al-Hasan al-Ash'ari, Ibn Mujāhid al-Ṭāʾī e Abū l-Ḥasan al-Bāhilī.[7] Studiò anche Diritto islamico con i malikiti Abū ʿAbd Allāh al-Shīrāzi e Ibn Abī Zayd al-Qayrawānī.[6] Dopo essersi perfezionato in teologia e giurisprudenza malikita, cominciò a insegnarle, secondo le linee dell'ash'arismo a Baghdad e in seguitò occupò l'alta funzione di Qāḍī al-qudāt nella capitale abbaside e a ʿUkbarā, una cittadina non distante da essa.
Al-Bāqillānī divenne molto popolare e partecipò a dispute e a dibattiti con i igliori studiosi della sua epoca.[8] Per il suo acume logico e per la sua prontezza nelle risposte anche non banali, il visir buwayhide Adud al-Dawla lo inviò alla corte bizantina a Costantinopoli e lì egli dibatté con studiosi cristiani alla presenza dell'Imperatore nel 981.[9][10]
Morì nel 1013.[11]
Sostenne la dottrina del miracolo apologetico come prova della profezia, la non-createzza del Corano, la possibilità dell'intercessione e la visione beatifica di Allah.
I due libri sono considerati opere classiche del sunnismo sull'interpretazione del Corano, sulla sua integrità testuale, sull'esistenza dei miracoli, sul credo islamico sunnita e sul Califfato.[12]
Ibn Taymiyya chiamò al-Baqillani 'il miglior mutakallim ash'arita, senza rivali prima e dopo di lui'.[13]
Cinquantacinque opere gli sono attribuite, la maggior parte delle quali di taglio giuridico o teologico e molte scritte contro musulmani considerati eretici.[14]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54946644 · ISNI (EN) 0000 0000 7818 4568 · BAV 495/6226 · CERL cnp01388936 · LCCN (EN) n83024183 · GND (DE) 118906992 · BNE (ES) XX1777256 (data) · BNF (FR) cb15045137h (data) · J9U (EN, HE) 987007275026605171 |
---|