Albrecht Ludwig Berblinger, comunemente noto come "il sarto di Ulm" (Der Schneider von Ulm)[1][2] o "il sarto volante di Ulm"[3][4] (Ulma, 24 giugno 1770 – Ulma, 28 gennaio 1829), è stato un inventore e pioniere dell'aviazione tedesco. Fu inventore di una macchina da volo simile al deltaplano, con il quale effettuò un fallito tentativo di volo sopra il fiume Danubio.[1][3][4] ed è per questo da considerarsi un precursore di Otto Lilienthal e dei Fratelli Wright.[3] Contribuì inoltre alla scienza medica, ideando protesi per gambe.[3][4][5]
Alla sua figura sono dedicate opere letterarie e cinematografiche.[1][2][6] A Berblinger è inoltre intitolato un istituto scolastico ad Ulma[7][8] e due premi, il premio dell'Accademia della Medicina dell'Aviazione, assegnato annualmente dal 1933 a giovani scienziati,[3] il Berblinger-Preis, assegnato dal 1998 dalla città di Ulma.[9]
Albrecht Ludwig Berblinger nacque ad Ulma il 24 giugno 1770.[4][10] Di umili origini,[1] era il settimo figlio.[1] di Albrecht Ludwig Berblinger e di Dorothea Fink.[10]
Rimasto orfano di padre nel 1783, all'età di 13 anni,.[1][10] fu mandato in un orfanotrofio.[1][4][10] Nell'istituto, fu costretto a studiare come sarto,[1][10] sebbene lui ambisse a diventare un orologiaio.[1]
All'età di 21 prese il diploma come sarto,.[1][10] e grazie anche al matrimonio con Anna Scheiffelin riuscì a farsi una posizione.[10]
Nonostante la sua attività, Berblinger mostrava tuttavia sempre un grande interesse per la meccanica.[1][5] come dichiarò lui stesso.[5]
Tra il 1803 e il 1807, costruì alcune carrozzine per bambini e alcuni veicoli.[5] In seguito, a partire dal 1809, ideò alcune protesi per gambe.[5]
Berblinger lavorò quindi per anni per ideare un oggetto simile al deltaplano, con la convinzione che potesse volare.[1] Il suo progetto suscità l'ilarità di molte persone,[1] ma anche l'interesse di re Federico del Württemberg.[1]
Sua fonte di ispirazione furono le invenzione dell'orologiaio svizzero Jakob Degen, che aveva effettuato alcune dimostrazioni a Vienna ed in altre città.[4][5]
Berblinger iniziò a provare la sua invenzione nel sobborgo di Michelsberg.[11] e la rese quindi nota al pubblico tramite un'inserzione, fatta il 24 aprile 1811, nello Schwäbischer Merkur.[11]
Il 27 maggio 1811, Berblinger annunciò il suo tentativo di sorvolare il Danubio per il 4 giugno.[11] Il tentativo fu tuttavia anticipato al 30 maggio, giorno in cui era prevista la visita del re.[11]
Il 30 maggio 1811, alla presenza del re e di migliaia di spettatori, Berblinger era quindi atteso per un primo tentativo di volo con la sua invenzione, ma rinunciò.[1][11] Il re ripartì, senza assegnare a Berblinger alcuna onorificenza.[11]
Il 31 maggio 1811, tentò quindi nuovamente di sorvolare il Danubio, partendo dai bastioni di Ulma.[1][3][11] Il tentativo avvenne alla presenza di migliaia di spettatori.[11]
Il tentativo fallì, in quanto Berblinger precipitò col velivolo nelle acque del fiume.[1][3][11] Berblinger fu però tratto in salvo da alcuni pescatori.[1][3]
A causa di questo tentativo fallito, Berblinger fu deriso dalla popolazione,.[4][11] tanto da vedersi costretto a lasciare la città.
Fu persino fatto oggetto di versi di derisione come questo:[12]
Der Schneider von Ulm
hat's Fliega probiert
No hot'n der Deifel
en d' Donau nei g'führt
Berblinger cadde quindi in miseria.[11] e nel 1819 fu dichiarato civiliter mortuus,[11] una condizione che gli permetteva di ricevere una sovvenzione dalla sua città.[11]
Albrecht Ludwig Berblinger morì il 28 gennaio 1829.[4][11] in un ospedale di Ulma,[1] all'età di 58 anni. Fu sepolto in una tomba per poveri.[11]
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