Alcmeonide | |
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Titolo originale | Ἀλκμεωνίς |
I Sette contro Tebe | |
Autore | anonimo |
Periodo | VI-V secolo a.C. |
Genere | poema epico |
Lingua originale | greco antico |
Serie | Ciclo Tebano |
L'Alcmeonide (in greco antico: Ἀλκμεωνίς?, Alkmeōnís) è un poema epico perduto del Ciclo Tebano, parte del Ciclo epico, di cui oggi non restano che una manciata di brevi frammenti. L'autore è ignoto ed è molto probabile che già lo fosse in epoca antica. La data di composizione è ritenuta collocabile tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C.[1]
Si può ipotizzare che il poema narrasse le gesta dell'epigono Alcmeone, figlio di Anfiarao, sebbene sia difficile separare le caratteristiche del mito narrate dal poema da quelle descritte dai successivi tragediografi e mitografi.[1] La moglie di Anfiarao, Erifile, aveva spinto il marito a partecipare alla guerra dei Sette contro Tebe, nonostante una profezia ne predicesse la morte se vi avesse preso parte.[2] Alcmeone vendicò la morte del padre uccidendo sua madre Erifile e venne di conseguenza perseguitato dalle Erinni, vendicatrici dei delitti tra consanguinei.[3] Alcmeone venne in seguito purificato da Fegeo e poi da Acheloo, liberandosi così dalla persecuzione.[3][4]
Uno dei frammenti,[5] citando l'esilio di Tideo (padre di Diomede) dall'Etolia, suggerisce altresì che il poema raccontasse il viaggio in quella terra di Alcmeone insieme a Diomede per sconfiggere i nemici della famiglia di quest'ultimo.[1]