Alessandro Spina (Bengasi, 8 ottobre 1927[1] – Rovato, 11 luglio 2013) è stato uno scrittore siriano naturalizzato italiano.
Nom de plume di Basili Shafik Khouzam, è nato in una famiglia di maroniti[2] siriani originari di Aleppo stabilitasi in Cirenaica dopo la prima guerra mondiale, suo padre era proprietario di un'industria tessile a Bengasi. Ha trascorso l'infanzia in Libia, ma l'adolescenza e la giovinezza (1940-1953) a Milano, dove si è laureato in Lettere all'Università nel 1953, ritorna poi a Bengasi e diviene direttore dell'azienda di famiglia, che continua a dirigere fino al 1979, anche dopo la sua nazionalizzazione in seguito alla presa di potere di Gheddafi nel 1969. Nel 1960 pubblica su Paragone il racconto "Giugno '40"[3][4], che Cristina Campo, in una lettera che gli invia scusandosi di scrivergli senza conoscerlo, definisce "una cosa di una qualità molto rara, come da tempo non mi accadeva di leggere."[5] Da qui ha inizio una lunga e profonda amicizia epistolare, della quale le Lettere a un amico lontano[6] sono la testimonianza. Come scrive in Conversazione in Piazza Sant'Anselmo: "Furono la Campo e Zolla a farmi trovare la strada per pubblicare i miei primi libri."[7] Tornato di nuovo e definitivamente in Italia, si consacra completamente alla letteratura e pubblica dei romanzi di "narrativa coloniale", riuniti nel 2006 nel ciclo intitolato I confini dell'ombra, per il quale è insignito del premio Bagutta nel 2007.[8]
Nel corso della sua esistenza, si rifiutò costantemente di ingabbiare le proprie opere nei confini di qualsiasi genere letterario. La sua produzione intreccia inestricabilmente l'immaginazione creativa propria dell'artista con la sua sensibilità transculturale, derivata da una vita divisa tra una pluralità di nazioni.[9]
- Tempo e corruzione, (1962), Garzanti
- Storia della città di rame, (1964) Scheiwiller (traduzione della 556ª novella delle Mille e una notte, con introduzione di Cristina Campo)
- Storie di ufficiali (1967), Mondadori
- Il giovane maronita, (1971), Rusconi
- Le nozze di Omar, (1973), Rusconi
- Ingresso a Babele, (1976), Rusconi
- Il visitatore notturno, racconto, (1979), Scheiwiller
- Le notti del Cairo o L'arte di ereditare, (1986) Scheiwiller
- La commedia mentale, racconto, (1991) Scheiwiller
- Conversazione in Piazza Sant'Anselmo. Per un ritratto di Cristina Campo, (1993), Scheiwiller (ried. 2002, Morcelliana)
- Nuove storie di ufficiali, (1994), Ares
- La riva della vita minore (1997), Mondadori
- L'oblio. Ventiquattro storie coloniali, (2004), Ares
- I confini dell'ombra, (2006), Morcelliana
- Carteggio (con Cristina Campo), (2007), Morcelliana
- Altre sponde. Tre romanzi brevi, (2008), Morcelliana
- Diario di lavoro: Alle origini de "I confini dell'ombra", (2010), Morcelliana
- L'ospitalità intellettuale (2012), Morcelliana
- Elogio dell'inattuale, (2013), Morcelliana
- "Variazioni" (con una nota di Francesco Rognoni), Paragone, Anno LXIV, Terza serie, n. 105-106-107, Febbraio- Giugno 2013.
- ^ Luca Gambardella, Lo specchio libico, in Il Foglio, 9 novembre 2014. URL consultato il 26 maggio 2021.
- ^ Così lo descrive Cristina Campo: " un amico, maronita ateo, di educazione composita, decadente (Thomas Mann, le tombe dei Re a Saint-Denis, qualche profonda traccia di poesia araba) uomo di talento (è il traduttore della Città di Rame) solitario e mondano." Cristina De Stefano, Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo, Milano, Adelphi, 2002, p. 156.
- ^ Paragone, n. 41, 1960, poi in Storie di ufficiali, Mondadori, Milano, 1967, infine in I confini dell'ombra, Morcelliana, 2006.
- ^ Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato l'11 ottobre 2023.
- ^ Lettera del 13.2.1961 a Alessandro Spina in: Cristina Campo - Alessandro Spina, Carteggio, Morcelliana, 2007, p. 9.
- ^ Cristina Campo, Lettere a un amico lontano, Milano, Scheiwiller, 1989 (seconda ed. 1998)
- ^ Conversazione in Piazza Sant'Anselmo. Per un ritratto di Cristina Campo, Scheiwiller, Milano, p. 109.
- ^ Cesare Cavalleri, Spina: e il tenente fa l'intellettuale nelle colonie d'Africa, in Avvenire, 5 maggio 2010. URL consultato il 17 dicembre 2018.
- ^ Arianna Dagnino, Re-discovering Alessandro Spina’s Transculture/ality in The Young Maronite, in Humanities, vol. 2, n. 5, 3 giugno 2016, p. 42, DOI:10.3390/h5020042, ISSN 1836-4845 (WC · ACNP), OCLC 8598103492 (archiviato l'8 agosto 2020). Ospitato su DOAJ.
- l. g., "Il caso di Alessandro Spina - Romanziere libico in Italia", La Stampa, 19 aprile 1986.
- Giovanni Tesio, " Africa e Italia gioco di sponde. Spina, romanziere tra due culture", intervista a A. Spina in "Tuttolibri", La Stampa, 20 marzo 1997.
- Margherita Pieracci Harwell, Cristina Campo e i suoi amici, Roma, Studium, 2005.
- Claudio Magris, "Una, cento, mille identità", Corriere della Sera, 16 settembre 2006, p. 41.
- Giovanni Tesio, " Tra fascismo e crisi di Suez, non c'è Africa senza Spina", La Stampa, 28 agosto 2008, p. 34.
- Mario Andrea Rigoni, " Storie tragiche e mondane dell'Africa e dintorni", Corriere della Sera, 18 ottobre 2008, p. 48.
- Enzo Bianchi (a cura di), Alessandro Spina, Humanitas, rivista bimestrale di cultura, Morcelliana, 2010, vol. 3, pp. 365 - 430.
- Per Alessandro Spina, Paragone, n. 90-91-92, agosto-dicembre 2010.
- Tomasz Skocki, "Il soldato italiano in colonia e il suo rapporto con l’Altro. Il Giovane maronita di Alessandro Spina e Tempo di uccidere di Ennio Flaiano", in: Narrativa (nuova serie) 33-34, Coloniale e Postcoloniale nella letteratura italiana degli anni 2000, 2012; online https://doi.org/10.4000/narrativa.1460
- Sergio Romano, "Le vite di Alessandro Spina fra l'Italia e la Cirenaica", Corriere della Sera, 25 luglio 2013.