Alessandro Zan

Alessandro Zan
Alessandro Zan nel 2024

Europarlamentare
In carica
Inizio mandato16 luglio 2024
LegislaturaX
Gruppo
parlamentare
S&D
CircoscrizioneItalia nord-orientale
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
9 luglio 2024
LegislaturaXVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
XVII:
- SEL (fino al 24/06/2014)
- Misto/Ni (dal 24/06/2014 al 07/07/2014)
- Misto/LED (dal 07/07/2014 al 17/11/2014)
- PD (dal 17/11/2014)
XVIII: PD
XIX: PD-IDP
CoalizioneXVII: Italia. Bene Comune
XVIII: Centro-sinistra 2018
XIX: Centro-sinistra
CircoscrizioneXVII: Veneto 1
XVIII-XIX: Veneto 2
Incarichi parlamentari
XVII legislatura:

XIX legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2014)
In precedenza:
DS (2001-2007)
Ind. (2007-2009)
SEL (2009-2014)
Titolo di studioLaurea in ingegneria delle telecomunicazioni
UniversitàUniversità degli Studi di Padova
ProfessioneIngegnere delle telecomunicazioni

Alessandro Zan (Padova, 4 ottobre 1973) è un politico e attivista italiano. Esponente della comunità LGBT, è noto soprattutto per aver promosso e ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, aperto anche alle coppie omosessuali,[1] e per essere il relatore del disegno di legge contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia e l'abilismo approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020 ma successivamente bocciata al senato.[2][3]

È stato assessore all'ambiente, al lavoro e alla cooperazione internazionale del Comune di Padova.[4] Candidato alle elezioni politiche in Italia del 2013, risulta eletto alla Camera dei deputati nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà. L'anno successivo abbandona SEL e aderisce al Partito Democratico. Alle elezioni politiche in Italia del 2018 viene rieletto alla Camera dei deputati nel collegio plurinominale di Padova, come capolista del Partito Democratico.

Durante gli studi superiori, si avvicina ai movimenti per la pace e inizia a coltivare interesse per le tematiche sociali. Politicamente attivo all'interno del movimento LGBT, sin dai tempi dell'università, è stato promotore di manifestazioni in favore dei diritti civili, fondatore del Padova Pride Village, tramite la Be Proud srl di cui è amministratore unico e socio di maggioranza,[5] e più tardi presidente della sezione Veneto di Arcigay.[6]

Attività politica

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Apertamente con orientamento omosessuale, nel 2001 entra in politica aderendo ai Democratici di Sinistra[4], e l'anno seguente promuove e organizza il Gay Pride nazionale a Padova[7]. Successivamente diventa il coordinatore della campagna nazionale a sostegno dell'introduzione nell'ordinamento giuridico italiano del PACS,[8] l'istituto a tutela delle coppie di fatto ispirato alla normativa francese sul Pacte civil de solidarité. Per la promozione organizza una serie di manifestazioni pubbliche in Piazza Farnese a Roma.[9]

Consigliere comunale di Padova

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Zan insieme a Sergio Lo Giudice per il Pacs Day a Roma il 17 maggio 2005.

Due anni dopo, nel 2004, in occasione della festa di San Valentino, lancia la manifestazione Kiss2Pacs, bacio collettivo simbolico a favore delle unioni civili.[10] Lo stesso anno viene eletto consigliere comunale a Padova nella lista dei Democratici di Sinistra. Nel 2006 organizza la manifestazione Tutti in Pacs, nella quale vennero sposate simbolicamente le coppie di fatto presenti.[11]

Nel dicembre dello stesso anno viene approvata in consiglio comunale l'attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi, certificato che permette alle coppie di fatto residenti nel Comune di Padova, di veder riconosciuto il proprio legame[12][13] anche al di fuori dell'istituto del matrimonio.[14] Per questo risultato viene invitato dal Consiglio d'Europa a riferire sui contenuti della mozione.[15] Grazie a questa iniziativa la città veneta diviene la prima città in Italia nella quale le coppie di fatto, sia eterosessuali sia omosessuali, hanno ottenuto un riconoscimento anagrafico come "famiglia fondata su vincoli affettivi".[1]

Nel 2007, nel mese di febbraio, viene eletto "Europeo della settimana" dalla rete televisiva franco-tedesca arte.[16] Nel marzo dello stesso anno è coordinatore di Diritti Ora, manifestazione che ha l'obiettivo di stimolare il Governo Prodi II ad approvare una legge per la tutela delle coppie di fatto. Per questo chiede e ottiene la presenza di tre ministri: Barbara Pollastrini, Paolo Ferrero e Alfonso Pecoraro Scanio. A maggio dello stesso anno decide di non aderire al Partito Democratico, in polemica con la decisione del suo partito di fondersi con La Margherita di Francesco Rutelli[4]. Alla fine dell'anno appoggia l'iniziativa di Immacolata Mannarella, direttrice dell'istituto penitenziario Baldenich di Belluno, di garantire l'accesso gratuito alle cure ormonali ai detenuti transgender.[17]

Alle elezioni europee del 2009 si candida con la lista elettorale Sinistra e Libertà di Nichi Vendola, divenendone uno dei fondatori. Nel giugno 2009 è nuovamente eletto consigliere comunale e successivamente nominato dal sindaco Flavio Zanonato assessore della sua giunta con deleghe all'ambiente, al lavoro e alla cooperazione internazionale.[4]

Nel settembre 2009 viene eletto nel coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà dall'assemblea nazionale, in seguito è divenuto membro della presidenza nazionale del partito.

Elezione a deputato

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Zan (secondo da sinistra) nel 2012 a palazzo Marino di Milano per un'iniziativa a favore delle unioni civili (da lui organizzata).
Un palloncino arcobaleno pro Ddl Zan a Venezia nel 2021.

Nel dicembre 2012 è stato il più votato a Padova alle elezioni primarie per la scelta dei candidati parlamentari di SEL[senza fonte]. Per le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 è capolista nella prima circoscrizione del Veneto, per la Camera dei deputati, nel partito di Nichi Vendola.[18]

In vista delle elezioni amministrative del 2014 si candida alle elezioni primarie del centro-sinistra per la scelta del candidato sindaco di Padova, ma viene sconfitto dal vicesindaco uscente del PD Ivo Rossi.

Il 23 giugno 2014, insieme a Fabio Lavagno e Nazzareno Pilozzi, abbandona SEL per entrare nel gruppo misto nella componente Libertà e Diritti - Socialisti Europei (LED), seguendo la scissione operata dall'ex capogruppo alla Camera Gennaro Migliore per sostenere il governo di Matteo Renzi. Successivamente l'intera componente aderisce al Partito Democratico (PD).

Rielezione alla Camera

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Alle elezioni politiche del 2018 si ricandida alla Camera, tra le liste del Partito Democratico nel collegio plurinominale Veneto 2 - 01, venendo rieletto deputato. Nella XVIII legislatura della Repubblica si è fatto promotore della proposta di legge, nota come "Ddl Zan", che punta ad estendere la legge Mancino ai reati di omofobia, transfobia, misoginia e abilismo[19]. Una proposta fortemente osteggiata dal centro-destra (in particolare da Lega e Fratelli d'Italia)[20], il quale ha presentato un suo ddl[21].

Alle elezioni primarie del PD del 2019 sostiene la mozione del segretario uscente Maurizio Martina, ex ministro delle politiche agricole nei governi Renzi e Gentiloni e rappresentante l'area "filo-renziana" del partito, che risulterà perdente arrivando secondo con il 22% dei voti dietro a Nicola Zingaretti (66%).[22]

Segretario della Commissione Giustizia

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Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato alla Camera, per la lista elettorale Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista come capolista nel collegio plurinominale Veneto 2 - 01, risultando eletto per la terza volta a Montecitorio[23]. Nella XIX legislatura è stato componente e segretario della 2ª Commissione Giustizia.[24]

Alle primarie del PD del 2023 sostiene la mozione della deputata Elly Schlein, ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, che risulterà vincente con il 53,75% dei voti[25][26]. Successivamente entra nella sua segreteria nazionale del PD con la delega ai diritti.[27]

Elezione al Parlamento europeo

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Alle elezioni europee del 2024 si candida al Parlamento europeo, tra le liste del PD nelle circoscrizioni Italia nord-orientale e Italia nord-occidentale[28][29]; nella prima si piazza secondo con 93.473 preferenze mentre nell'altra arriva terzo con 86 055 preferenze, risultando eletto.[30] Zan opta per la circoscrizione nord-orientale e lascia il seggio alla Camera a Nadia Romeo.[31]

Il 23 luglio dello stesso anno, viene eletto fra i vice-presidenti della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.[32][33]

  1. ^ a b Roberto Bianchin, Padova, anagrafe familiare aperta ai gay, in la Repubblica, 06 dicembre 2006, p. 19.
  2. ^ Omofobia, via libera della Camera alla legge Zan contro violenza e discriminazione, su Fanpage. URL consultato il 21 novembre 2020.
  3. ^ Omotransfobia, cosa prevede il ddl Zan: dal carcere ai centri anti-violenza, in Sky TG24, 2 maggio 2021. URL consultato il 19 maggio 2021.
    «Tra le novità del provvedimento è prevista la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette atti di discriminazione fondati "sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.»
  4. ^ a b c d Elsa Muschella, E lo «sceriffo» Zanonato sceglie un gay come assessore, in Corriere della Sera, 13 luglio 2009, p. 15. URL consultato il 23 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  5. ^ Report, riflettori su Zan e la sua società che incassa oltre un milione di euro con il Pride Village, su www.ilgazzettino.it, 10 dicembre 2023. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  6. ^ Dubbi tra i gay Zan: noi sgraditi. Non parteciperò, in Corriere della Sera, 23 marzo 2006, p. 12. URL consultato il 24 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  7. ^ Luca Trappolin, Identità in azione: mobilitazione omosessuale e sfera pubblica, Carocci, 2004, pp. 74 e ss, ISBN 88-430-3085-X.
  8. ^ Roberto Bianchin, Così le città scendono in campo per riscattare lo stop dei Dico, in la Repubblica, 11 ottobre 2007, p. 24. URL consultato il 24 febbraio 2011.
  9. ^ Edoardo Sassi, È il giorno dei Pacs: in piazza Farnese coppie e polemiche, in Corriere della Sera, 14 gennaio 2004, p. 2. URL consultato il 24 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  10. ^ Bacio di piazza a San Valentino, in Corriere della Sera, 15 gennaio 2004, p. 49. URL consultato il 23 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  11. ^ In seguito alla manifestazione vi fu una secca presa di posizione del Ministro della giustizia, Roberto Castelli che minacciò di promuovere un'azione disciplinare contro il magistrato Giovanni Palombarini, responsabile, secondo il ministro, di essersi prestato alla celebrazione quale ideale pubblico ufficiale. Palombarini, provvedimento disciplinare, in Il Mattino di Padova, 11 gennaio 2006, p. 15. URL consultato il 24 febbraio 2011.
  12. ^ a b Deliberazione del Consiglio comunale n. 108 del 4 dicembre 2006
  13. ^ «A Padova primo Pacs tra gay», in Corriere della Sera, 28 gennaio 2007. URL consultato il 23 febbraio 2011.
  14. ^ Francesca Basso, «A Padova primo Pacs tra gay», in Corriere della Sera, 28 gennaio 2007. URL consultato il 23 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  15. ^ Commissione della coesione sociale, su wcd.coe.int. URL consultato il 24 febbraio 2011.
  16. ^ (FR) L'union fait la force – la coopération européenne sur les questions d'avenir [collegamento interrotto], in arte, 26 gennaio 2007. URL consultato il 24 febbraio 2010.
  17. ^ Nicola Pellicani, Belluno, ormoni ai detenuti trans. Scoppia la polemica, in la Repubblica, 11 novembre 2007. URL consultato il 24 febbraio 2011.
  18. ^ Zan è il capolista di Sel, in Il Mattino di Padova, 4 gennaio 2013. URL consultato il 5 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2013).
  19. ^ Elena Tebano, Ddl Zan contro l'omofobia: cosa significa e cosa prevede (e cosa no) il testo, articolo per articolo, su corriere.it, Corriere della Sera, 19 maggio 2021. URL consultato il 24 maggio 2021.
  20. ^ Zan: «Nessun bavaglio nella mia legge. Per la Lega non è una priorità? Loro propongono leggi sul liscio», su editorialedomani.it. URL consultato il 13 luglio 2021.
  21. ^ Elena Tebano, Ddl Zan e Ddl Ronzulli-Salvini: le differenze fra le proposte di legge contro l'omofobia, su corriere.it, Corriere della Sera, 20 maggio 2021. URL consultato il 24 maggio 2021.
  22. ^ Redazione, Pd: 85 parlamentari renziani firmano per Martina segretario, su Firenze Post, 14 dicembre 2018. URL consultato il 18 dicembre 2023.
  23. ^ Tutti i deputati eletti al proporzionale, in la Repubblica, 26 settembre 2022.
  24. ^ XIX Legislatura - Deputati e Organi - Scheda deputato - ZAN Alessandro, su www.camera.it. URL consultato il 18 dicembre 2023.
  25. ^ S*, Ultimo’ora: Pd: Zan, 'sostengo Schlein, sì a leadership femminile e femminista', su La Svolta. URL consultato il 18 dicembre 2023.
  26. ^ Redazione di Rainews, Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito democratico: “Saremo un bel problema per Meloni", su RaiNews, 26 febbraio 2023. URL consultato il 18 dicembre 2023.
  27. ^ Nuova segreteria Pd, ecco chi sono i 21 membri: tutti i profili, tra new entry e volti noti, su Il Fatto Quotidiano, 7 aprile 2023. URL consultato il 20 dicembre 2023.
  28. ^ Tutti i candidati italiani alle elezioni europee del 2024, su eunews.it, 2 maggio 2024. URL consultato il 3 maggio 2024.
  29. ^ Le liste con i candidati dei principali partiti italiani per le elezioni europee, su Il Post, 2 maggio 2024. URL consultato il 3 maggio 2024.
  30. ^ Eligendo: Partito Democratico
  31. ^ Redazione, Nadia Romeo comincia i lavori alla Camera dei deputati, su Rovigo.News, 9 luglio 2024. URL consultato il 9 luglio 2024.
  32. ^ (EN) Federico De Girolamo, Committee Chairs and Vice-Chairs elected, su europarl.europa.eu, 23 luglio 2024. URL consultato il 5 agosto 2024.
  33. ^ (EN) Federico Baccini, All committee chairs in the European Parliament, su eunews.it, 23 luglio 2024. URL consultato il 5 agosto 2024.
  • Luca Trappolin, Identità in azione: mobilitazione omosessuale e sfera pubblica, Carocci, 2004, pp. 74 e ss, ISBN 88-430-3085-X.
  • Paolo Pedote, Nicoletta Poidimani, We will survive!: lesbiche, gay e trans in Italia, Milano, Mimesis, 2007, ISBN 978-88-8483-567-3.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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