Alofantrina | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C26H30Cl2F3NO |
Massa molecolare (u) | 500,423 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 274-104-1 |
Codice ATC | P01 |
PubChem | 37393 |
DrugBank | DBDB01218 |
SMILES | FC(F)(F)c3ccc2c(cc1c(Cl)cc(Cl) cc1c2c3)C(O)CCN(CCCC)CCCC |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | 413 |
Consigli P | ---[1] |
La alofantrina è un composto appartenente alla classe dei metanoli fenantrenici. È il nome del principio attivo di indicazione specifica contro la malaria. È un farmaco che ha attività come schizonticida ematico ad azione rapida.
Il bisogno di medicinali antimalarici crebbe durante la seconda guerra mondiale, negli anni sessanta il Walter Reed Army Institute of Research continuando il lavoro di ricerca scoprì il WR171669 oggi chiamato Alofantrina.
È utilizzato come medicinale per il trattamento antimalarico nell'uomo. Il composto racemico risulta attivo esclusivamente sullo stadio eritrocitario asessuato delle specie di Plasmodium. Non presenta alcuna azione sulle forme tissutali latenti di P.vivax né sui gametocidi.
Sconsigliata in gravidanza e in pazienti con ipersensibilità nota al farmaco. L'assunzione di cibi grassi può aumentare l'assorbimento del farmaco, portando ad una tossicità che provoca aritmie cardiache risultando talvolta fatali per l'uomo. Alofantrina levogira è meno cardiotossica rispetto al suo enantiomero destrogiro.
L'Alofantrina ha un'azione attiva nello stadio eritrocitario del Plasmodium. Sembra che l'Alofantrina agisca analogamente a Chinino, Clorochina e Meflochina concentrandosi nel parassita e formando complessi tossici con l'eme, che determinano poi danneggiamento delle membrane.
Alcuni degli effetti indesiderati sono vomito, nausea, ipotensione, dolore addominale.