Lavorando nello studio paterno ebbe modo di conoscere direttamente altri noti professionisti e artisti nel campo della decorazione. Notato per la qualità dei suoi primi lavori (inclusa la pratica di cantiere presso l'aeroporto di Orio al Serio) cominciò a ricevere varie committenze pubbliche e private, in genere a Bergamo e provincia.[1]
Nel dopoguerra Bergonzo fu epurato dall'Albo professionale per la sua partecipazione al fascismo (era stato anche segretario del GUF), ma già nel 1946 vinse un concorso per la sistemazione del Lido di Venezia e fu reintegrato. Progettò a Bergamo la nuova Villa Trussardi, a Milano il Teatro Manzoni, un'opera portuale in Arabia Saudita, il Palazzo dei Congressi a Stresa (1956-57) e il Cinema Teatro Nuovo (1960), oltre alla Chiesa dei Paolotti a Rimini.[1]
Dopo lavori legate a opere pubbliche, Bergonzo riservò i suoi progetti alla committenza privata, dedicando ampia parte della sua creatività anche al mondo della pittura, che sempre più lo coinvolse negli ultimi anni.
Morì a Milano poco dopo l'inaugurazione, nel dicembre del 1996, dell’ultima sua opera, la nuova Piazza della Libertà a Bergamo.[1]
^"Il giorno 28 Ottobre 1939 (anniversario della marcia su Roma) viene inaugurato il "monumento ai martiri della rivoluzione fascista". L'opera sorge nella piazza davanti al municipio di Bergamo. Consta di un podio di due stele. Il podio reca un lungo bassorilievo suddiviso in quattro parti. la prima narra l'intervento e la guerra 15-18; la seconda la fondazione dei fasci e il discorso di Dalmine di Mussolini del 19 Marzo 1919; la terza celebra la vittoria dello squadrismo e la marcia su Roma; la quarta la conquista dell'impero e il trionfo della civiltà fascista. La stele a lato del podio porta incisa una delle più significative frasi del discorso di Mussolini della fondazione dell'impero. L'opera realizzata in marmo su progetto dell'architetto Alziro Bergonzo. Le sculture sono eseguite da Leone lodi." L'ultimo monumento della Bergamo fascista fu demolito all'indomani della seconda guerra mondiale. Bergamo, arte fascista
^"Anche numerosi complessi scultorei espressamente concepiti per celebrare la storia del Littorio subirono il medesimo trattamento, come il Monumento alla Rivoluzione Fascista, edificato a Bergamo nel 1937 dall'architetto Alziro Bergonzo (Fig. 4). La scultura era sorta nella pubblica piazza del municipio per ricordare i martiri fascisti e recava quattro ampi bassorilievi narrativi inneggianti alla vittoria del Fascio: il suo significato risultò incompatibile con il nuovo corso degli eventi per i partigiani che, il 25 aprile 1945, smantellarono l'intera opera architettonica senza risparmiare nessuna delle figure ricavate nel marmo di Leone Lodi." Giorgio