Amir Ali Akbari

Amir Ali Akbari
NazionalitàIran (bandiera) Iran
Altezza191 cm
Arti marziali miste
SpecialitàLotta greco-romana
CategoriaPesi massimi
SquadraIran (bandiera) AAA Team
Carriera
Combatte daIran (bandiera) Teheran, Iran
Vittorie10
per knockout7
per decisione3
Sconfitte3
per knockout3
Lotta
SpecialitàLotta greco-romana
Categoria96 kg (2009-2011)
120 kg (2013)
Termine carriera2013
Carriera
Nazionale
2008-2013Iran (bandiera) Iran
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Mondiali 1 0 1
Asiatici 1 0 0
Universiadi 0 1 0

Vedi maggiori dettagli

Statistiche aggiornate al 3 gennaio 2021

Amir Aziz Ali Akbari (in persiano امير على‌اكبرى‎; Shahriyar, 11 dicembre 1987) è un artista marziale misto ed ex lottatore iraniano specializzato nella lotta greco-romana.

Vincitore di una medaglia d'oro ai mondiali di Mosca 2010 e di una di bronzo a quelli di Herning 2009, entrambe nella categoria 96 kg della lotta greco-romana, nel 2012 è stato squalificato a vita dalla Federazione internazionale delle lotte associate per via di ripetute positività al doping.

Terminata la carriera nella lotta, a partire dal 2014 è entrato nel mondo delle arti marziali miste, militando in federazioni quali Absolute Championship Akhmat (ACA), Rizin Fighting Federation e ONE Championship.

Nato a Shahriyar, capoluogo dello shahrestān di Shahriyar, studia presso l'Università Islamica Azad di Teheran.

Carriera sportiva

[modifica | modifica wikitesto]

Lotta greco-romana

[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 2007 e il 2008 frequenta l'accademia Melli Haffari Company Ahvaz Sports Club della Iranian Premier Wrestling League.

Nel maggio 2009 conquista la medaglia d'oro nei 96 chilogrammi ai campionati asiatici di Pattaya, superando in finale il kazako Margulan Assembekov. Quattro mesi dopo vola in Danimarca in occasione dei mondiali di Herning, dove si fregia della medaglia di bronzo nuovamente nei 96 kg.

Ai mondiali di Mosca 2010 vince l'oro nei 96 chilogrammi, superando in finale il bielorusso Tsimafei Dzeinitšenka. In semifinale aveva battuto il campione olimpico Aslanbek Chuštov, mentre nei turni precedenti l'ucraino Davyd Saldadze ai trentaduesimi, l'egiziano Mohamed Abd El-Fatah ai sedicesimi e il bulgaro Kaloyan Dinchev nei quarti.

Inizialmente selezionato per far parte della nazionale di lotta iraniana per la rassegna olimpica di Londra 2012, nell'estate del 2011 risulta positivo ad un test antidoping ed è sospeso dalle competizioni per un periodo di due anni. Salito poi di peso, torna nel luglio 2013 per partecipare alle Universiadi di Kazan' 2013, ottenendo una medaglia d'argento nei 120 kg dopo un testa a testa col turco Rıza Kayaalp. Grazie a tale exploit assurge tra i protagonisti del panorama asiatico della lotta greco-romana, sicché compete ai mondiali di Budapest 2013 dove si laurea campione nella categoria 120 kg superando agevolmente in finale l'estone Heiki Nabi. La carriera di Ali Akbari è tuttavia macchiata negativamente da una seconda positività agli steroidi anabolizzanti in un controllo di routine dopo la kermesse sportiva: la recidività del lottatore iraniano porta la Federazione internazionale delle lotte associate a squalificarlo a vita dalle competizioni, con conseguente annullamento della vittoria mondiale a Budapest (ciò comporta l'avanzamento automatico di una posizione di Nabi, che diviene vincitore della medaglia d'oro).[1]

Arti marziali miste

[modifica | modifica wikitesto]

Terminata prematuramente la carriera nella lotta greco-romana, nel 2014 Ali Akbari entra nel mondo delle arti marziali miste. Compie il suo esordio il 31 ottobre 2015, ottenendo una vittoria per KO tecnico al primo round sul sudcoreano Lee Hyung-chul.

Sul finire del 2016 sigla quindi un contratto con la neonata federazione giapponese Rizin Fighting Federation. Incluso subito tra i partecipanti del Rizin World Grand-Prix, nel dicembre dello stesso anno raggiunge la finale del torneo a eliminazione diretta, dove subisce la prima sconfitta in carriera per mano del veterano Mirko Filipović. Svincolatosi dalla Rizin dopo il mancato rinnovo contrattuale, nel dicembre 2017 viene ingaggiato dalla promozione russa Absolute Championship Akhmat (ACA) dove ottiene tre vittorie, tra cui una per decisione sul polacco Daniel Omielańczuk. Nel 2019 giunge quindi alla rescissione consensuale del contratto che lo legava ai russi per accordarsi inizialmente con la Ultimate Fighting Championship (UFC),[2] la più importante organizzazione nel campo delle arti marziali miste a livello globale: il debutto dell'iraniano in suolo statunitense rimane tuttavia incompiuto per via degli strascichi polemici in merito alla sua squalifica per doping.

Nell'agosto 2020 approda nel continente asiatico firmando per la ONE Championship. Giunto a Singapore con grandi aspettative,[3] è protagonista di un avvio negativo venendo fermato per knockout al primo round nei suoi primi due incontri, rispettivamente contro il sudcoreano Kang Ji-won e il russo Anatolij Malychin.[4]

Risultati nelle arti marziali miste

[modifica | modifica wikitesto]
Risultato Record Avversario Metodo Evento Data Round Tempo Città Note
Vittoria 11-3 Italia (bandiera) Mauro Cerilli TKO (gomitate) One Championship - One on Prime Video 1 - Moraes vs. Johnson 2 26 agosto 2022 2 4:02 Singapore (bandiera) Kallang, Singapore
Sconfitta 10-3 Russia (bandiera) Anatolij Malychin KO (pugni) ONE Championship: Revolution 24 settembre 2021 1 2:57 Singapore (bandiera) Kallang, Singapore
Sconfitta 10-2 Corea del Sud (bandiera) Kang Ji-won KO (pugni) ONE Championship: Fists Of Fury 2 5 marzo 2021 1 1:54 Singapore (bandiera) Kallang, Singapore
Vittoria 10-1 Stati Uniti (bandiera) Shelton Graves KO tecnico (pugni) ACA 93: Balaev vs. Zhamaldaev 16 marzo 2019 1 4:44 Russia (bandiera) San Pietroburgo, Russia
Vittoria 9-1 Polonia (bandiera) Daniel Omielańczuk Decisione (unanime) ACB 89: Abdulvakhabov vs. Bagov 3 8 settembre 2018 3 5:00 Russia (bandiera) Krasnodar, Russia
Vittoria 8-1 Estonia (bandiera) Denis Smoldarev KO tecnico (gomitate e pugni) ACB 83: Borisov vs. Kerimov 24 marzo 2018 1 2:25 Azerbaigian (bandiera) Baku, Azerbaigian
Vittoria 7-1 Stati Uniti (bandiera) Tyler King KO tecnico (pugni) Rizin Fighting World Grand Prix 2017 Opening Round Part 1 30 luglio 2017 1 1:39 Giappone (bandiera) Saitama, Giappone
Vittoria 6-1 Brasile (bandiera) Geronimo dos Santos KO tecnico (pugni) Rizin FF 5: Sakura 16 aprile 2017 1 3:34 Giappone (bandiera) Yokohama, Giappone
Sconfitta 5-1 Croazia (bandiera) Mirko Filipović KO (pugni) Rizin World Grand-Prix 2016 31 dicembre 2016 1 2:03 Giappone (bandiera) Saitama, Giappone Finale del Rizin World Grand-Prix 2016
Vittoria 5-0 Ucraina (bandiera) Valentin Moldavskij Decisione (non unanime) Rizin World Grand-Prix 2016 31 dicembre 2016 2 5:00 Giappone (bandiera) Saitama, Giappone Semifinale del Rizin World Grand-Prix 2016
Vittoria 4-0 Stati Uniti (bandiera) Heath Herring Decisione (unanime) Rizin World Grand-Prix 2016 29 dicembre 2016 2 5:00 Giappone (bandiera) Saitama, Giappone Quarti di finale del Rizin World Grand-Prix 2016
Vittoria 3-0 Brasile (bandiera) João Almeida KO tecnico (pugni) Rizin World Grand-Prix 2016 25 settembre 2016 1 2:25 Giappone (bandiera) Saitama, Giappone 1º round del Rizin World Grand-Prix 2016
Vittoria 2-0 Romania (bandiera) Radu Spinghel KO tecnico (pugni) Real Fight Championship 3 5 dicembre 2015 1 1:02 Giappone (bandiera) Yokohama, Giappone
Vittoria 1-0 Corea del Sud (bandiera) Lee Hyung-chul KO tecnico (pugni) Full Metal Dojo 7: Full Metal Massacre 31 ottobre 2015 1 0:17 Thailandia (bandiera) Bangkok, Thailandia
Herning 2009: bronzo nella categoria fino a 96 kg.
Mosca 2010: oro nella categoria fino a 96 kg.
Pattaya 2009: oro nella categoria fino a 96 kg.
Kazan' 2013: argento nei 120 kg.
  1. ^ (EN) Iranian wrestler banned for life, su espn.com, 13 dicembre 2013. URL consultato il 4 gennaio 2022.
  2. ^ (EN) Marc Raimondi, UFC inks Aliakbari, heavyweight with doping past, su espn.com, 4 maggio 2019. URL consultato il 12 gennaio 2022.
  3. ^ (EN) Nicolas Atkin, ONE Championship: Amir Aliakbari demands Brandon Vera title shot on debut – ‘I don’t need other fights’, su scmp.com, 11 agosto 2020. URL consultato il 12 gennaio 2022.
  4. ^ (EN) Anatoly Malykhin knocks Amir Aliakbari out cold!, su scmp.com, 24 settembre 2021. URL consultato il 12 gennaio 2022.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]