Anchusa crispa

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Buglossa sarda
Anchusa crispa
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineBoraginales
FamigliaBoraginaceae
SottofamigliaBoraginoideae
TribùBoragineae
SottotribùBoragininae
GenereAnchusa
SpecieA. crispa
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineLamiales
FamigliaBoraginaceae
GenereAnchusa
SpecieA. crispa
Nomenclatura binomiale
Anchusa crispa
Viv., 1825
Nomi comuni

Buglossa sarda

La buglossa sarda (Anchusa crispa Viv., 1825) è una specie di pianta erbacea perenne e biennale appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, endemica di Sardegna e Corsica[2]. Tollera il calpestio occasionale ma, se questo diventa troppo frequente, scompare[3].

I fusticini raggiungono un'altezza compresa tra i ed i 10 ed i 35 centimetri e con portamento strisciante. Sono ricoperti da piccole setole e da una peluria relativamente lunga.

Le foglie sono lunghe tra i 5 ed i 10 centimetri, lanceolate, con margine ondulato e finemente dentellate.

I fiori sono riuniti in inflorescenze che si sviluppano nel periodo compreso tra marzo e giugno. La corolla è tubolare ed assume un colore variabile tra il viola e l'azzurro, a seconda dell'età dei fiori. Il frutto è un achenio molto piccolo.

L'apparato radicale è fittonante.

Distribuzione e habitat

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È una pianta endemica della Sardegna e della Corsica. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle dune sabbiose altamente saline nell'immediata prossimità della costa, lungo il bordo superiore della spiaggia. Talvolta si trova associata a Agropyron junceum e Ammophila arenaria[3].
Il suo attuale areale è rappresentato dalle spiagge della costa nord della Sardegna e di quella sud della Corsica, per una superficie complessiva di circa 10 km2.

Conservazione

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A causa della perdita dell'habitat naturale e dell'impatto esercitato dall'uomo Anchusa crispa è classificata nella IUCN Red List come specie in pericolo di estinzione (Endangered)[1]. La specie è stata inserita dalla IUCN nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate della area mediterranea[3].

In Italia è inclusa nel Libro rosso delle piante d'Italia ed è indicata come specie vulnerabile. A livello regionale un progetto di legge che ne vietava la raccolta (così come di altre specie vegetali a rischio) fu proposto, ma non approvato, da alcuni componenti del consiglio regionale della Sardegna nel 2006[4]. In Francia è una specie tutelata dalla legge ed è inclusa nella Lista Rossa nazionale.

A livello internazionale la specie è inclusa nell'appendice I della Convenzione di Berna[5]. È inoltre considerata una specie prioritaria inserita negli allegati II e IV della direttiva Habitat dell'Unione europea[6].

  1. ^ a b (EN) Hugot, L., Juillet, N. & Bacchetta, G., Anchusa crispa, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 20 gennaio 2024.
  2. ^ (EN) Anchusa crispa, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 20 gennaio 2024.
  3. ^ a b c (EN) Anchusa crispa, su Top 50 Mediterranean Island Plants. URL consultato il 1/2/2020.
  4. ^ Consiglio regionale della Sardegna - Proposta di legge n.262/2006. Disciplina per la raccolta e la trasformazione delle piante officinali, Allegato C - Specie endemiche e rare presenti in Sardegna di cui è vietata la raccolta (PDF), su consiglio.regione.sardegna.it. URL consultato il 1º dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  5. ^ Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, su conventions.coe.int. URL consultato il 5 dicembre 2009.
  6. ^ Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, su eur-lex.europa.eu. URL consultato il 5 dicembre 2009.
  • (EN) The Top 50 Mediterranean Island Plants (PDF)[collegamento interrotto], Cambridge, IUCN, 2005, ISBN 2-8317-0832-X.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982, Volume 2, p. 416, ISBN 88-506-2310-0.

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