Antonis Samarakis (in greco: Αντώνης Σαμαράκης; Atene, 14 agosto 1919 – Navarino, 8 agosto 2003) è stato uno scrittore greco.
Nato il 14 agosto 1919 ad Atene, si laurea in legge all'Università Nazionale Capodistriana di Atene e viene assunto nel 1935 presso il Ministero del Lavoro, ma lascia l'incarico in seguito all'avvento della dittatura di Ioannis Metaxas[1].
Durante la Seconda guerra mondiale, partecipa alla resistenza e viene catturato dai nazisti e condannato a morte, ma riesce a fuggire. Terminato il conflitto riprende il suo posto al Ministero e lo conserva fino al 1963[2].
Esordisce nella narrativa nel 1954 con una raccolta di racconti e successivamente pubblica 3 romanzi, due autobiografie e altre 4 collezioni di storie divenendo uno degli scrittori greci più conosciuti nel mondo tradotto in più di trenta lingue[3].
Nominato ambasciatore dell'Unicef nel 1989[4], viene insignito di numerosi premi tra i quali spicca il Grand prix de littérature policière del 1970[5] per il romanzo distopico Lo sbaglio portato sul grande schermo cinque anni più tardi.
Muore a Navarino l'8 agosto 2003, sei giorni prima del suo 84º compleanno[6].
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