Il nome del genere (Arctotis) deriva dal grecoarktos e otos (= "orecchio d'orso"). Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum" (Sp. Pl. 2:922)[3] del 1753.[4]
Le piante di questo genere sono delle erbe o subarbusti, annue o perenni, senza latice e dal portamento cespuglioso compatto. Le superfici in genere sono aracnoido-lanato o ghiandolose. Sono presenti anche portamenti acauli.[5][6][7][8][9][2]
Sono presenti sia foglie cauline che radicali (basali). Le foglie lungo il caule hanno una disposizione alternata; le foglie sono molto frastagliate e di colore bianco lanuginoso. La forma può variare da intera o lobata e fino a pennatosetta (o lirato-pennatifida). La superficie è normalmente provviste di peli lanosi. I bordi non sono spinosi.
Le infiorescenze sono composte da capolini per lo più singoli, peduncolati, scaposi. I capolini di tipo radiato ed eterogami, sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica composto da brattee disposte in modo embricato e scalato su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi (quelli centrali o del disco) e ligulati (quelli periferici o del raggio). Le brattee, simili a foglie e con forme lanceolate, sono libere, ed hanno delle appendici a consistenza scarioso-ialina. Il ricettacolo è piatto e alveolato e può essere provvisto di pagliette oppure no.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio sono femminili (talvolta sono presenti degli staminoidi, altre volte sono bisessuali) e uniseriati; quelli centrali (del disco) sono numerosi, ermafroditi e fertili o talvolta sono funzionalmente maschili.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: le corolle dei fiori in genere sono corte e di due tipi. Quelle dei fiori periferici sono raggianti a forma ligulata (zigomorfi) terminati con tre lobi; il colore è giallo, arancio, crema, bianco, rosa, violetto o blu. Quelle del disco (i fiori centrali), sono tubulosi (attinomorfi e imbutiformi) con delle corolle che terminano con 5 lobi poco profondi. A volte sono presenti in posizione apicale degli ispessimenti a forma di delta e colori più vividi.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere, sagittate, sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le appendici apicali delle antere sono brevi e arrotondate (o ottuse). Le teche sono speronate ma senza coda. Le pareti dell'endotecio sono radiali.
Gineceo: lo stilo è filiforme, mentre gli stigmi dello stilo sono due e divergenti. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo è ingrossato all'apice e con peli concentrati in un anello appena sotto la biforcazione stigmatica.
Il frutto è un achenio con un pappo. Gli acheni hanno delle forme cilindrico-spiraleggianti. La superficie ventrale è liscia o rugosa e non è costoluta; quella dorsale ha 3 - 5 forti coste o ali. Spesso sono presenti delle concavità tra le coste dorsali. La superficie in genere sericea o pelosa o glabra. Il pericarpo può avere una subepidermide sclerificata. Il pappo è formato da una o due righe di scaglie larghe o strette e ialine; talvolta è assente.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti le brattee dell'involucro possono agganciarsi ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Le piante di questa voce appartengono alla sottotribù Arctotidinae (tribù Arctotideae) della sottofamiglia Vernonioideae. Questa assegnazione è stata fatta solo ultimamente in base ad analisi di tipo filogenetico sul DNA delle piante.[16] Precedenti classificazioni descrivevano queste piante nella sottofamiglia Cichorioideae.[17][18]
Si distingue dal resto dei generi della sottotribù in quanto le foglie sono poco dentate, gli acheni sono fortemente costati e spesso con cavità tra le coste.[8]
Questo genere così come è definito attualmente è polifiletico. Dalle analisi filogenetiche del DNA risulta che le specie di Arctotis appartengono ad almeno tre distinti cladi, ben individuati anche morfologicamente. Tradizionalmente il genere è suddiviso in oltre una dozzina di sezioni. Le attuali ricerche hanno individuato i seguenti 9 gruppi:[19][20]
Gruppo Arctotis dregei: questa specie è assegnata alla sect. Anomala K. Lewin. I caratteri principali sono soprattutto concentrali nel frutto: la forma degli acheni è obovoide-ellittica, tangenzialmente appiattita e con 2 ampie ali abassiali che creano un'unica cavità (altre ali adassiali sono presenti ma più corte; il pappo è formato da squame disposte su 2 spirali.
Gruppo Arctotis breviscapa: questa specie è assegnata alla sect. Leptorhizae K. Lewin. Gli acheni sono compressi con forme oblanceolate; questi frutti sono gli unici ad avere 2 ali adassiali ben sviluppate, oltre a 3 ali abassiali.
Gruppo Arctotis arctotoides: questo è un gruppo con 6 specie assegnata alla sect. Austro-orientales K. Lewine alla sect. Caudatae K. Lewin insieme ad due specie di Cymbonotus. Gli acheni in questo gruppo hanno 2 o 3 ali abassiali con una singola cavità da lineare a sinuato-lineare.
Gruppo Arctotis maidenii e A. perfoliata: queste due specie hanno gli acheni grandi con forme obovoidi, appiattiti tangenzialmente e forniti di 3 ali abassiali e 2 creste adassiali.
Gruppo Arctotis hirsuta: questa specie è assegnata alla sect. Hirsutae K. Lewin. Gli acheni sono piccoli (lunghezza fino a 2,75 mm) ed hanno due cavità abassiali con forme ovato-lineari.
Gruppo Arctotis semipapposa: questa specie è collocata nella sect. Acuminatae K. Lewin. La forma degli acheni è obovata-cilindrica con base larga, 3 ali abassiali formanti 2 cavità lineari-sinuate e 2 creste adassiali.
Gruppo Arctotis acaulis e A. verbascifolia: queste due specie si trovano nella sect. Acaules K. Lewin e setc. Adpressae K. Lewin rispettivamente. La forma degli acheni è obconico-obovoidale, con 3 ali abassiali e 2 creste adassiali; le ali sono fuse nella parte inferiore, mentre la base del frutto termina in un breve "peduncolo"; il pappo, biseriato, è formato da squame libere.
Gruppo Arctotis graminea: questa specie è assegnata alla sect. Revolutae K. Lewin. Gli acheni, con forme obconico-obovoidi, si distinguono per avere un pappo biseriato ridotto.
Gruppo Arctotis angustifolia: questo gruppo comprende 11 specie di 7 sezioni diverse. Gli acheni hanno delle forme variamente obconiche con 3 ali abassiali ben sviluppate e 2 creste adassiali; il pappo composto di squame è biseriato.