La pianta di questa voce è una erbacea annuale con altezze variabili tra 6 e 25 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. I fusti sono brevi, eretti o ascendenti, cilindrici e ramosi; la superficie è bianco-sericea; sotto il tomento possono essere più o meno arrossati.[3][4][5][6][7][8]
Le foglie, disposte in modo alterno, sono di due tipi: basali e cauline. Quelle basali hanno un contorno spatolato; i bordi sono dentato-aculeati. Quelle cauline hanno un contorno lineare con aculei patenti; sono appressate al fusto. La superficie inferiore è sericea. Dimensione delle foglie basali: larghezza 6 – 8 cm; lunghezza 20 – 30 cm. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 3 cm; lunghezza 20 – 30 cm.
Le infiorescenze sono composte da capolini per lo più solitari, ma anche in aggregazioni corimbose, e avvolti da vistose brattee simili a foglie. I capolini, omogami o eterogami, di tipo discoide, sono formati da un involucro a forma più o meno ovoide composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti tubulosi. Le brattee sono di due tipi:
brattee esterne e basali: sono delle foglie bratteiformi che avvolgono il capolino; sono imparipennate con aculei;
brattee interne: sono disposte in modo embricato e scalato; all'apice sono purpuree.
Il ricettacolo è densamente ricoperto con grandi scaglie, scariose e laciniate-fimbriate. Dimensione dell'involucro: 6 – 9 cm.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: le corolle dei fiori in genere sono corte e colorate di porpora.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, distinti e glabri, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere hanno delle lunghe appendici sericee.
Il frutto è un achenio con un pappo. L'achenio, con forme oblungo-obconiche e con lunghi peli, è densamente sericeo e il pericarpo è di tipo parenchimatico. Il pappo (persistente o deciduo) è formato da setole piumose libere.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione: in Italia questa pianta si trova raramente al Sud (più comune nelle Isole). Fuori dall'Italia si trova lungo le coste del Mediterraneo (dalla Spagna fino al Pakistan).
Habitat: l'habitat preferito per queste piante le garighe e i pascoli aridi.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1.200 ms.l.m..
Fitosociologia: queste piante frequentano i prati effimeri della fascia termo-mediterranea su suoli poveri di nutrienti; comunità vegetale: Stipo-Bupleuretalia.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carlininae è una di queste).[7][15][16][17]
Nell'ambito della sottotribù il genere Atractylis occupa una posizione vicina al genere Carlina; formano un "gruppo fratello" e probabilmente rappresentano il "core" della sottotribù.[16][17][18]
I caratteri morfologici distintivi per le specie di questo genere sono: la lamina delle foglie è normalmente pennatosetta, con denti spinosi o raramente è intera e senza spine; le brattee dell'involucro sono scariose; gli acheni sono privi di ispessimenti basali; le scaglie del ricettacolo sono libere e non racchiudono gli acheni; le brattee più interne dell'involucro non sono evidenti.[6] In particolare si differenzia dal genere Carlina per la particolare struttura dell'involucro formato da una serie di brattee esterne a forma pennato-eretta e una serie di brattee interne a forma lanceolata.[8]
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 88, ISBN88-7621-458-5.
Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione. Volume 3, Bologna, Edagricole, 2018, pp. 738-1196.