Aurelia Accame Bobbio (Roma, 31 gennaio 1911 – Frascati, 7 settembre 1999) è stata una storica della letteratura italiana.
Di famiglia piemontese (era cugina di Norberto Bobbio) trasferita a Roma per l'incarico del padre al Ministero di Grazia e Giustizia, si laureò all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" nel 1933 con Vittorio Rossi. Cresciuta nell'ambiente culturale antifascista piemontese, a Roma si legò all'antifascismo cattolico entrando nella Federazione universitaria cattolica italiana e nella redazione della rivista "Studium" e partecipando ad azioni di lotta politica durante l'occupazione nazista di Roma. Nel 1948 sposò Silvio Accame. Dopo aver insegnato a lungo nei licei, ottenne nel 1970 la cattedra di Letteratura Italiana nella Facoltà di Magistero dell’Università di Roma succedendo a Umberto Bosco. Studiosa a tutto campo della letteratura italiana, con un'attenzione particolare a Manzoni di cui curò alcune edizioni scolastiche, pubblicò numerose voci nell'Enciclopedia dantesca.[1][2][3][4][5]
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