Axel Hütte (Essen, 1951) è un fotografo tedesco. È considerato uno dei più importanti rappresentanti della Düsseldorf School of Photography[1].
Hütte nasce nel 1951 nella cittadina tedesca di Essen. Ha studiato fotografia alla Düsseldorf Art Academy tra gli anni 1973 e 1981, frequentando le lezioni di Bernd Becher.[2] Nel 1982 ha ricevuto una borsa di studio da parte del German Academic Exchange Service per studiare a Londra e nel 1985 una borsa di studio per al German Study Center nel Palazzo Barbarigo della Terrazza a Venezia. Tra il 1986 e il 1988 è stato destinatario della borsa di studio Karl Schmidt-Rottluff. Hütte lavora come fotografo freelance con aspirazioni artistiche e fama internazionale e fa parte dell'avanguardia fotografica.
Oltre a opere chiaramente di documentazione, dalla fine degli anni '90 si è rivolto anche a soggetti che appaiono più pittoreschi, come per esempio nel suo libro fotografico "fecit"[3] (con foto delle foreste australiane soprattutto). Le sue fotografie architettoniche, come ponti, scale a chiocciola, corridoi o stazioni della metropolitana, mostrano cose apparentemente banali[4][5], e a volte solo frammenti, in una forma disciplinata senza grandi stimoli di eleganza. Axel Hütte riflette sulle possibilità mimetiche della fotografia. Il fulcro del suo lavoro fotografico non è l'esatta rappresentazione della realtà per mezzo della macchina fotografica, ma il riflesso del rapporto tra immagine e immaginazione. Tra i fotografi, Hütte è conosciuto come "pittore di paesaggi", e ha molta esperienza nell'ambito della fotografia notturna.[6] Alla mostra nella Kunsthalle Krems l'artista ha descritto così le sue opere:“ Imperiale, Maestoso e Magico si riferisce a mondi pittorici concreti e allo stesso tempo enigmatici che ci sono familiari ma appaiono strani nelle foto. Dovrebbero riattivare ricordi o sogni nello spettatore, cioè indirizzare la memoria implicita, e rendere il mondo tangibile come reale e allo stesso tempo come immaginazione ".
Le opere di Hütte sono conservate nelle seguenti collezioni pubbliche permanenti[17]:
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