Bab al-Jabiyah | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Siria |
Città | Damasco |
Coordinate | 33°30′29″N 36°18′06″E |
Informazioni generali | |
Inizio costruzione | II secolo |
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Bab al-Jabiyah (in arabo بَابُ الْجَابِيَّةِ?, Bāb al-Jābīyah; Porta dell'Abbeveratoio) è una delle sette antiche porte della città di Damasco, in Siria. In epoca romana la porta era dedicata a Marte.[1] Bab al-Jabiya era l'ingresso principale sul lato ovest della città. La porta si apre su Midhat Pasha souq, che è la moderna metà occidentale della Via chiamata Diritta, l'arteria romana est-ovest (decumanus), che ancora la collega a Bab Sharqi (la "Porta del Sole" romana).[2] Il nome moderno della porta risale al periodo omayyade e deriva dal nome di Jabiyah nelle Alture del Golan, allora capitale dei Ghassanidi, alleati dell'Impero Romano.[3]
In epoca romana la porta era una tipica porta tripartita con tre ingressi; una carreggiata centrale per i veicoli a ruote, fiancheggiata da due accessi pedonali.[4] Vicino alla porta un tempo sorgevano il tempio romano di Giove e il teatro di Erode il Grande (l'odierna Bayt al-Aqqad).[5]
Damasco fu conquistata dai musulmani nell'era Rashidu. Durante l'assedio di Damasco, il generale musulmano Abu Ubaidah ibn al Jarrah, entrò pacificamente a Damasco attraverso questa porta il 18 settembre 634. Incontrò le forze di Khalid ibn al-Walid, che entrarono con la forza in città dal Bab Sharqi, a metà della Via chiamata Diritta, vicino all'attuale Cattedrale Mariamita di Damasco.[6] Sotto il dominio musulmano la porta era parzialmente sbarrata ad eccezione di una piccola apertura pedonale. Fu ricostruita durante il regno di Nur ad-Din Zengi e la data fu inscritta come 567 del Calendario islamico (1171-1172). Altre iscrizioni rivelano che fu rinnovata di nuovo sotto il sultano ayyubide al-Malik al-Mu'azzam e di nuovo sotto i mamelucchi nel 687 dell'Egira (1288-1289).[4]