I Banū ʿAnaza (in arabo ﺑﻨﻮ ﻋﻨﺰة?) sono un'antica tribù araba, ancor oggi esistente, che rivendica la sua discendenza adnanita (cioè da ʿAdnān),[1] e di conseguenza la sua appartenenza alle popolazioni sedentarie o nomadi dell'Arabia settentrionale.
Il loro luogo d'insediamento va identificato nella Yamāma, nei monti Ṭuwayq, a sud del Wādī Nisāḥ.
Nella seconda metà del VI secolo una parte di essi si spostò tuttavia nelle pianure della Mesopotamia.
Prima di abbracciare in un'epoca imprecisabile l'Islam,[2] essi adoravano Suʿayr (o Saʿīr), oltre alla divinità di Muḥarriq (lett. "Il combustore"),[3] al pari di vari altri appartenenti alla stirpe dei Rabi'a, come i Banu 'Abd al-Qays.
Nella seconda metà del IX secolo una parte di loro si spostò ancora più a nord, nell'attuale Iraq, intorno a Mosul, ma una parte consistente rimase comunque nella Penisola araba, poco a nord della ḥarra[4] di Khaybar.
Sono divisi in due grandi raggruppamenti: gli ʿAnaza settentrionali e gli ʿAnaza meridionali. I primi comprendevano i Ḍanā Bishr[5] (Fadʿān, Sbaʿa e ʿAmārāt) e i Ḍanā Muslim (Ḥesene, Wuld[6] ʿAlī e Ruwalā - noti al pubblico occidentale per il loro sceicco Nūrī Shalʿān[7] - conosciuti anche come al-Jalās, trasferitisi in Siria già nella seconda metà del XVIII secolo).
Gli ʿAnaza meridionali sono invece costituiti dagli Ab al-Hayl, dagli Ibn Ṣabāḥ, dagli Ibn Saʿūd, dai Muntifish, dagli Āl Ashkar e da vari altri clan.[8]