Besazio quartiere | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Mendrisio |
Comune | Mendrisio |
Territorio | |
Coordinate | 45°52′N 8°57′E |
Altitudine | 497 m s.l.m. |
Superficie | 2 km² |
Abitanti | 603 (2023) |
Densità | 301,5 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6863 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5243 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Localizzazione del quartiere di Besazio nel territorio comunale di Mendrisio | |
Sito istituzionale | |
Besazio (in dialetto ticinese Besàsc[senza fonte]) è un ex comune ticinese che dal 2013 è diventato quartiere costitutivo della Città di Mendrisio.[1]
Besazio è situato sulle propaggini meridionali del Monte San Giorgio.
Secondo la tradizione popolare il nome deriva da bel sass, ossia xbella pietra" in dialetto ticinese, e si collegherebbe alla presenza delle cave di marmo di Besazio.[2] Il sacerdote di Besazio Carlo Crespi invece ricondusse il nome alla sua posizione geografica, definendolo «bel sasso, perché località stupenda a 500 m di altezza, situata in posizione incantevole sovrastante la più amena, solatia collina del Mendrisiotto»[3] Secondo un'altra ipotesi, il toponimo potrebbe significare "luogo dell'orso".[4]
La storia di Besazio, quale luogo di insediamento umano, ha le sue radici nell'antichità, come dimostrato da numerosi ritrovamenti risalenti all'epoca romana: in particolare, sono state rinvenute delle tombe romane, alcune fondamenta di abitazioni di epoca romana e un antico fonte battesimale che era già sarcofago romano (oggi trasformato in fontana e visibile nella piazza del paese).[3]
Se la prima attestazione storica dell'esistenza del toponimo risale al 1254[5], la più antica menzione come comune risale al 1335 con il nome Besatio, ma nei secoli successivi, in particolare tra il XV e il XVIII, lo si ritrova anche con il nome Besaccio.[6] Amministrativamente e spiritualmente Besazio dipendeva dalla pieve di Riva San Vitale, da cui si separò nel 1579 eleggendo la chiesa di Sant'Antonino a parrocchia.[7] Quest'ultima mantenne la funzione parrocchiale fino al XVII secolo, quando venne sostituita da quella che ancora oggi è la chiesa parrocchiale del paese, ossia la chiesa dell'Immacolata.[8]
Per molti secoli l'economia di Besazio di basò sull'estrazione del marmo e sullo sfruttamento delle risorse agricole; attività affiancate dall'emigrazione stagionale, anche di artisti e artigiani, che oltrepassavano i confini e mettevano al servizio di altri Paesi la loro forza lavoro e la loro abilità. Inizialmente le mete furono soprattutto città italiane, ma in seguito, soprattutto a partire dalla metà del XVII secolo, anche altri Paesi dell'Europa centrale e orientale[9] e dell'America (XX secolo).
Tra i cittadini illustri si possono annoverare Antonio Maria Fontana (1600 circa-1668) e l'abate Antonio Fontana (1784-1865), i quali sono molto cari agli abitanti di Besazio.[10] Il primo fu un architetto attivo soprattutto a Roma, al quale, secondo la letteratura locale, si deve il progetto, la costruzione e il finanziamento dell'oratorio della Madonna del Rosario a Besazio (oggi chiesa dell'Immacolata), e che è ricordato anche per la sua generosità nei confronti del suo paese natale. In effetti egli nel suo testamento prescrisse «che, morti il nipote Andrea Belloni e la sorella Caterina Fontana in Belloni, sia nominata sua erede universale la Confraternita del SS. Rosario di Besazio, a cui andranno tutti i beni lasciati, comprese le case romane»[11], e questo legato fu quello che permise alla Confraternita, attiva nel campo formativo e di aiuto alle ragazze a costituire la loro dote per il matrimonio, di portare avanti le sue iniziative[7]. L'abate Antonio Fontana invece fu un notevole insegnante e autore di vari manuali scolastici che erano molto diffusi in Lombardia e in Ticino, come la Grammatica pedagogica elementare della lingua italiana (1828) e il Trattenimento di lettura pei fanciulli di campagna (1832).[12]
Già comune autonomo che si estendeva per 0,87 km²[13], il 14 aprile[senza fonte] 2013 è stato accorpato a Mendrisio assieme agli altri comuni soppressi di Ligornetto e Meride. La fusione è stata approvata dalla votazione popolare del 20 novembre 2011 (303 favorevoli, 37 contrari)[senza fonte].
Le cave erano di proprietà della comunità di Besazio, ma erano gestite dai mastri di cava, che vi lavoravano con dedizione, trasmettendo il sapere di generazione in generazione.[14] In particolare nel caso di Besazio si fa riferimento alle famiglie Realini, Fontana e Caslani[14], ma anche Toscani e Zoppi, le quali erano attive in una sorta di "mercato delle predere" (=cave) in cui cedevano e acquistavano il "lavorerio", ossia la gestione delle cave.[15]
È proprio nelle cave di Besazio che Vincenzo Vela era attivo a partire dall'età di dieci anni: in effetti, l'apprendistato iniziava prestissimo, probabilmente intorno ai dieci-quindici anni, e prevedeva che i ragazzi alloggiassero presso il maestro, che offriva loro, oltre all'istruzione, vitto e alloggio dietro al pagamento di un compenso da parte della famiglia. L'apprendista era inoltre tenuto a seguire il maestro nelle sue migrazioni[16]
Lo stemma, con la presenza di un blocco di marmo e di un compasso, ricorda l'attività principale degli abitanti di Besazio, ossia quella di scalpellini nelle cave del paese.[2]
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[20]:
Abitanti censiti[21]
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del quartiere.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 147998155 · LCCN (EN) nb2004301792 · GND (DE) 4088182-9 · J9U (EN, HE) 987007469836905171 |
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