Brachythrix Wild & G.V.Pope, 1978 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Hiram Wild (1917-1982) e Gerald Vernon Pope (1941-) nella pubblicazione " Kirkia; The Zimbabwe Journal of Botany. Harare, Zimbabwe" ( Kirkia 11(1): 25 ) del 1978.[3]
Le specie di questa voce sono erbacee perenni con steli annui generati da piccoli portainnesti legnosi. La pubescenza è formata da peli semplici (o flagelliformi) e multisettati (talvolta a forma di "T") con un corto peduncolo. Gli steli sono ramificati all'apice. Le radici sono numerose, affusolate e si gonfiano per formare tuberi radicali. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[4][5][6][7][8][2]
Le foglie, sessili o subsessili, lungo il caule normalmente sono a disposizione alternata (raramente opposta). La forma della lamina è semplice ed è più o meno strettamente lanceolata con base cuneata. I bordi sono continui e dentati finemente. La superficie superiore è più o meno scabrosa e glabrescente, quella inferiore è più scura, pubescente o feltrata a volte con ghiandole puntate. Le venature in genere sono pennate. Le stipole sono assenti.
Le infiorescenze sono composte da capolini singoli terminali o raccolti in formazioni cimose o corimbose. I capolini, discoidi omogami, sono formati da un involucro persistente a forma da campanulata a coppa allargata (talvolta sono subglobosi o strettamente ovoidali) composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi. Le brattee (circa 65) sono disposte in cica 5 serie in modo embricato e scalato ed hanno delle forme da lineari a lanceolate; i bordi sono dentati; il colore è più o meno verde. Il ricettacolo, a forma piatta, è privo di pagliette.
I fiori, circa 40, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono di tipo tubuloso (actinomorfi). In genere i fiori sono ermafroditi (bisessuali) e fertili.
I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio è oblunga-obovoide con 4 - 5 coste e superficie pubescente per peli ispidi. Nell'achenio, privo di fitomelanina, sono presenti dei rafidi subquadrati. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente. Il carpoforo (o carpopodium - il ricettacolo alla base del gineceo) è anulare. I pappi, formati da due serie di corte setole (la serie esterna è formato da scaglie o da una coroncina continua), decidui, sono direttamente inseriti nel pericarpo o connati in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.
Le specie di questo gruppo si trovano principalmente in Africa centrale.[2]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[10], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[11] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[12]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Centrapalinae H. Rob, descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[13] Dagli ultimi studi filogenetici sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. Centrapalinae occupa una posizione centrale e appartiene al clade del Vecchio Mondo; in particolare è inclusa nel subclade africano più vicino alle specie tropicali americane.[14][15]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[7]
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8] Il genere di questa voce è stato anche descritto come appartenente alla sottotribù Erlangeinae H.Rob. (sempre nel gruppo delle Vernonieae).[7] All'interno della sottotribù questo genere, da un punto di vita filogenetico, occupa una posizione abbastanza recente (ossia si è diviso più o meno per ultimo dal resto del gruppo) e con il genere Nothovernonia H.Rob & V.A.Funk forma un "gruppo fratello".[15]
I caratteri distintivi per questo genere sono i seguenti:[7]
Questo genere ha 6 specie:[2]