Breda Ba.25 | |
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Un Breda Ba.25-I, la versione idrovolante | |
Descrizione | |
Tipo | aereo da addestramento |
Equipaggio | 2 (pilota ed istruttore) |
Costruttore | Breda CNA[1] SAI[1] |
Data primo volo | 1931 |
Data entrata in servizio | 1932 |
Esemplari | 753 |
Sviluppato dal | Breda Ba.19 |
Altre varianti | Breda Ba.26 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 8,00 m |
Apertura alare | 10,00 m |
Altezza | 2,90 m |
Superficie alare | 25,0 m²[2] |
Carico alare | 41 kg/m² |
Peso a vuoto | 750 kg |
Peso carico | 1 000 kg[2] |
Propulsione | |
Motore | un radiale Alfa Romeo Lynx |
Potenza | 225 CV (165 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 205 km/h |
Velocità di stallo | 70 km/h[2] |
Velocità di crociera | 160 km/h[2] |
Velocità di salita | a 5 000 m in 29 min[2] |
Autonomia | 400 km |
Tangenza | 4 900 m |
Note | dati relativi alla versione terrestre |
i dati sono estratti da Уголок неба[3] integrati dove indicato | |
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Il Breda Ba.25 fu un aereo da addestramento monomotore biplano sviluppato dalla divisione aeronautica dell'azienda italiana Società Italiana Ernesto Breda negli anni trenta e prodotto, oltre che dalla stessa negli stabilimenti di Savigliano, anche su licenza dalla Compagnia Nazionale Aeronautica (CNA) e dalla Società Aeronautica Italiana (SAI)[1].
Utilizzato principalmente nelle scuole di volo della Regia Aeronautica fu l'addestratore basico più usato dalla sua introduzione sino al termine della seconda guerra mondiale.
Il Ba.25, progettato all'inizio degli anni trenta, era un'evoluzione del precedente Breda Ba.19 e concepito come addestratore basico.
Il volo inaugurale venne effettuato vicino a Milano nel 1931 con il prototipo monoposto ma pur impressionati favorevolmente venne richiesto di realizzarne una versione con due abitacoli separati disposti in tandem. Le impressioni positive espresse nella prova di volo di questa seconda versione convinse il Ministero dell'aeronautica ad ordinare un lotto di 100 esemplari destinati ad equipaggiare le scuole di volo della Regia Aeronautica.
L'ordine degli iniziali 100 esemplari fu evaso entro la fine del 1935 ma le successive richieste da parte della Regia Aeronautica portarono la cifra, alla fine del 1938, a 719 velivoli prodotti. Molti altri vennero prodotti sia per l'esportazione che per uso privato, dotati di motori radiali quali l'italiano di derivazione britannica Alfa Romeo Lynx ed il ceco Walter Castor.
Il Ba.25 era un velivolo di aspetto convenzionale per l'epoca, realizzato in tecnica mista e che ricalcava l'impostazione del suo predecessore; monomotore biplano, biposto a carrello fisso.
La fusoliera, realizzata in tubi d'acciaio saldati e rivestita in legno e tela, era caratterizzata dalla presenza di due abitacoli aperti, entrambi protetti da parabrezza, destinati all'istruttore ed all'allievo pilota. Posteriormente terminava in un impennaggio tradizionale monoderiva con piani orizzontali controventati.
La configurazione alare era biplana, con ali anch'esse a costruzione mista, di forma e dimensioni identiche, l'inferiore montata bassa sulla fusoliera e la superiore montata alta a parasole, quest'ultima collegata alla parte superiore della fusoliera tramite un castello tubolare e collegate tra loro da una coppia di montanti per lato integrati da tiranti in filo d'acciaio.
Il carrello d'atterraggio era un semplice biciclo fisso, collegato alla parte inferiore della fusoliera da un complesso tubolare ammortizzato, integrato posteriormente da un pattino d'appoggio posizionato sotto la coda.
Il Ba.25 rimase in servizio nelle scuole di volo della Regia Aeronautica sino al termine della seconda guerra mondiale. Alcuni esemplari, sequestrati come preda di guerra, furono impiegati con reparti di volo alleati.[3]
Inesatta l'identificazione del velivolo attualmente esposto nel giardino dell'ambasciata italiana a Kabul come BA 25 .Trattasi invece del IMAM Ro 37 proveniente dalla discarica Kabul Military Training Center (KMTC) alla periferia di Kabul (Afganistan)[4]