CANT Z.511

CRDA CANT Z.511 A.
Il CANT Z.511 A. MM.396 visto di fronte
Descrizione
Tipoidrovolante postale
Equipaggio6
ProgettistaFilippo Zappata
CostruttoreCantieri Riuniti dell'Adriatico, Cantiere Navale Triestino (C.R.D.A. CANT)
Data primo volo19 ottobre 1940
Esemplari1+1 incompleto
Dimensioni e pesi
Lunghezza29,90 m
Apertura alare40 m
Altezza10,77 m
Superficie alare195
Peso a vuoto20 692 kg
Peso carico34 200 kg
Passeggeri44
Propulsione
Motore4 Piaggio P.XII RC.35
Potenza1 500 CV (1 120 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max424 km/h a 4.250 m
Velocità di crociera330 km/h
Velocità di salita4,16 m/s
Corsa di decollo600 m
Atterraggio600 m
Autonomia5 100 km
Tangenza7 550 m

Dati tratti da "Italian Civil & Military Aircraft 1930-1945"[1], "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini"

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Il CANT Z.511 A. noto anche come "Idrogigante" era un idrovolante di linea, destinato alle rotte atlantiche da cui la A. Il più grande idrovolante a galleggianti mai costruito.[senza fonte]

Come il suo fratello minore Z.509, il Z.511 nasce dall'esigenza da parte della compagnia Ala Littoria di dotarsi di un idrovolante, questa volta quadrimotore, da utilizzare come aereo postale nella futura tratta transoceanica di collegamento con l'America meridionale. Il progetto fu affidato all'ingegnere Filippo Zappata.

La richiesta per un quadrimotore da parte dell'Ala Littoria risale al 1937, per quanto non fosse stabilito se il velivolo dovesse essere terrestre o idrovolante.[2][3][4]

Il contratto per la costruzione di un singolo CANT Z.511 A. fu redatto il 13 ottobre 1938 per un costo di 7.690.000 lire. Un secondo esemplare venne ordinato il 28 febbraio 1939 per 6.664.500 lire. Si prevedeva una commessa totale di sei esemplari.[5][6][7]

Il progetto venne redatto in origine per i motori radiali Alfa 135[5][8][4] ma, a causa dello sviluppo troppo arretrato degli stessi prima e dei problemi di messa a punto dopo non ne verrà mai dotato. Per risolvere il problema della motorizzazione nel dicembre 1939 venne richiesto l'acquisto dei Wright Cyclone R-2600A ma le trattative rimasero senza esito.[5][9] Si risolse il problema ripiegando sull'installazione dei Piaggio P.XII RC35[8], inizialmente carenati con capottature lisce di grossa sezione, poi sostituite con capottature più avviate con bugne per le teste dei cilindri.[5][9]

Il primo prototipo (MM. 396) fece il primo volo il 19 ottobre 1940 a Monfalcone ai comandi di Stoppani. Al secondo volo vi furono problemi coi comandi che richiesero tre mesi di lavoro per essere risolti.[10][9]

Dal 21 febbraio 1942 iniziarono i collaudi ufficiali, a seguito di tali prove i galleggianti furono allungati.[11][12]

Il 22 maggio 1942 il singolo esemplare venne trasferito a Vigna di Valle. Nel febbraio 1943 vennero svolte ancora le prove di consumo.[13][14]

L'8 settembre 1943 il primo prototipo venne sabotato dal personale a Vigna di Valle facendolo affondare forando a picconate i galleggianti. Nel 1944 il relitto venne gravemente danneggiato dall'affondamento di un gommone americano che trasportava uno Sherman. Nel dopoguerra quel che ne restava venne demolito durante la bonifica del lago.[13][15][14]

Il secondo prototipo, che stava venendo allestito in versione militare, si fermò all'82% della costruzione e venne demolito direttamente in ditta entro il dicembre 1943.[16][15][17]

Il CANT Z.511 A. era un idrovolante a galleggianti quadrimotore monoplano con ala bassa a sbalzo, con struttura completamente metallica.[18][19][6]

L'ala era monolongherone e dotata di tunnel per l'ispezione dei motori e dei serbatoi in volo. I galleggianti erano collegati alla fusoliera da montanti e tubi di acciaio, all'interno dei montanti anteriori era ricavata una scaletta che li collegava ai tunnel nelle ali.[18][19]

I motori installati erano i Piaggio P.XII RC.35 con eliche tripale Piaggio P.1002 a comando elettrico a passo variabile in volo e messa in bandiera. La quantità totale di carburante stivabile a bordo era di 16.340 l.[18][19]

La cabina di pilotaggio era a posti affiancati, dietro ai piloti trovano posto il motorista e l'operatore radio. La cabina passeggeri poteva avere due configurazioni: "lusso" con 16 posti singoli trasformabili in cuccette o "alta densità" con 44 posti. In entrambe le configurazioni vi erano due toilette ed un cucinino. Al di sotto della cabina passeggeri vi era il vano di carico. L'accesso alla fusoliera poteva avvenire o da due porte, una su ciascun lato, o da una rampa nella parte posteriore. Nell'unico prototipo completato (MM. 396) la cabina passeggeri non venne mai allestita e rimase vuota,[18][19] eccezion fatta per qualche poltroncina installata per prove.[20]

ll secondo prototipo, in allestimento in versione militare ma non completato, era stato modificato con cinque postazioni difensive per mitragliatrici da 7,7 mm.[13][21]

Il CANT Z.511 A. MM.396 al decollo.
Italia (bandiera) Italia

Velivoli comparabili

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Germania (bandiera) Germania
  1. ^ *(EN) Jonathan Thompson, Italian Civil & Military Aircraft 1930-1945, New York, Aero Publishers Inc, 1963, pp. 62-64, ISBN 0-8168-6500-0.
  2. ^ "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 234.
  3. ^ "Le navi aeree di Filippo Zappata", G. Evangelisti, G. Zappata, p. 39.
  4. ^ a b "Dimensione Cielo n. 9, Trasporto", E. Brotzu, G. Cosolo, p. 59.
  5. ^ a b c d "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 235.
  6. ^ a b "Le navi aeree di Filippo Zappata", G. Evangelisti, G. Zappata, p. 115.
  7. ^ "Dimensione Cielo n. 9, Trasporto", E. Brotzu, G. Cosolo, p. 59-60.
  8. ^ a b "Le navi aeree di Filippo Zappata", G. Evangelisti, G. Zappata, p. 117.
  9. ^ a b c "Dimensione Cielo n.9, Trasporto", E. Brotzu,G. Cosolo, p. 60.
  10. ^ "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 235-236.
  11. ^ "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 236.
  12. ^ "Dimensione Cielo n.9, Trasporto", E. Brotzu,G. Cosolo, p. 61.
  13. ^ a b c "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 238.
  14. ^ a b "Dimensione Cielo n.9, Trasporto", E. Brotzu,G. Cosolo, p. 63.
  15. ^ a b "Le navi aeree di Filippo Zappata", G. Evangelisti, G. Zappata, p. 40.
  16. ^ "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 238-239.
  17. ^ "Dimensione Cielo n. 9, Trasporto", E. Brotzu, G. Cosolo, p. 64.
  18. ^ a b c d "Dimensione Cielo n. 9, Trasporto", E. Brotzu, G. Cosolo, p. 57.
  19. ^ a b c d "Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945", G. Garello, D. Zorini, p. 239.
  20. ^ "Dimensione Cielo n. 9, Trasporto", E. Brotzu, G. Cosolo, p. 61.
  21. ^ Daniele Lembo, CANT Z.511: un gigante italiano, in Aerei nella storia, n.100.
  • Giorgio Evangelisti, Le Navi Aeree di Filippo Zappata, Sesto Fiorentino, Olimpia, 1996, ISBN 88-253-1603-8.
  • Giancarlo Garello, Decio Zorini, Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945, Roma, Aeronautica Militare-Ufficio Storico, 2003
  • Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo, Dimensione Cielo n.9, Trasporto, Roma, Edizioni Bizzarri, 1976
  • (EN) Jonathan Thompson, Italian Civil & Military Aircraft 1930-1945, New York, Aero Publishers Inc, 1963, pp. 62-64, ISBN 0-8168-6500-0.
  • (EN) CANT Z.511, in The Illustrated Encyclopedia of Aircraft, Part Work 1982-1985, 1985.

Altri progetti

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