Cactus Data Shield

Cactus Data Shield (CDS) è un sistema anticopia per CD musicali sviluppato nel 2001 dall'azienda israeliana Midbar,[1] in seguito acquisita da Macrovision.[2]

Utilizzato principalmente dalle case discografiche EMI[3] e BMG[4] nei primi anni 2000, CDS mirava a contrastare la copia e la condivisione online delle tracce musicali.[1] Faceva parte di una serie di misure antipirateria attuate dalle major discografiche, note come Copy Control.[5]

Furono commercializzate tre versioni di CDS: CDS-100, compatibile solo con i lettori musicali tradizionali;[4] CDS-200, che permetteva la riproduzione anche su PC tramite un player proprietario;[6] e CDS-300, che consentiva di effettuare copie per uso personale protette da DRM.[7]

Caratteristiche

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La protezione sfruttava le differenze tra i lettori CD audio tradizionali e i lettori CD-ROM dei computer. I dischi protetti con questa tecnica non rispettavano la specifica Red Book e contenevano intenzionalmente dati non validi.[8] I lettori musicali tradizionali erano progettati per correggere questi tipi di errori e riuscivano a riprodurre l'audio applicando tecniche di interpolazione;[8] i lettori CD-ROM dei PC, invece, tipicamente non riuscivano a riprodurre i dischi.[8] Nella seconda versione del sistema anticopia, CDS-200[9], in aggiunta alla sessione audio, venne introdotta una sessione dati contenente versioni compresse delle tracce audio, leggibili esclusivamente con un software proprietario.[10][11] In alcuni casi, tuttavia, la protezione si rivelò inefficace.[11]

Lettore proprietario

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Al primo inserimento di un CD protetto con questo sistema in un computer Windows, viene installato automaticamente un player esclusivo[12] (wmmp.exe[10] o player.exe[11]) senza un esplicito consenso dell'utente, ma disinstallabile tramite un'apposita applicazione inclusa nel CD.[11] Il lettore proprietario si avvierà ogni qualvolta si vorrà riprodurre un CD protetto con lo stesso sistema, impedendo l'uso del riproduttore multimediale predefinito. Inoltre, viene vanificato ogni tentativo di copia sull'hard disk delle tracce musicali contenute nel CD (anche in formato audio differente dall'originale).[9]

  1. ^ a b (EN) Tia Hall, Music piracy and the audio home recording act., in Duke Law & Technology Review, 2001, p. 3.
  2. ^ Macrovision(e): il CD ultraprotetto, su Punto Informatico, 6 novembre 2002. URL consultato il 26 maggio 2024.
  3. ^ (EN) Faultline, No more mister nice guy: EMI, Sony-BMG revisit CD copy protection, in The Register, 21 giugno 2005. URL consultato il 26 maggio 2024.
  4. ^ a b Cactus proteggerà i CD di BMG, su Punto Informatico, 6 settembre 2001. URL consultato il 26 maggio 2024.
  5. ^ (EN) Juliana Koranteng, Copy Control A Major Thorn, in Billboard, 23 ottobre 2004, pp. 6, 76.
  6. ^ CD protetti, arriva il nuovo Cactus, su Punto Informatico, 28 agosto 2002. URL consultato il 26 maggio 2024.
  7. ^ (EN) Tony Smith, Macrovision preps '99% effective' CD lock-in tech, in The Register, 26 luglio 2004. URL consultato il 26 maggio 2024.
  8. ^ a b c (EN) Michael Arnold, Martin Schmucker e Stephen D. Wolthusen, Techniques and applications of digital watermarking and content protection, collana Artech House computer security series, Artech House, 2003, p. 203, ISBN 978-1-58053-111-5. URL consultato il 26 maggio 2024.
  9. ^ a b (EN) Macrovision | CDS Family | CDS-200, su macrovision.com. URL consultato il 26 maggio 2024 (archiviato il 9 ottobre 2003).
  10. ^ a b (EN) Thomas C. Greene, Beastie Boys claim no virus on crippled CD, in The Register, 28 giugno 2004. URL consultato il 26 maggio 2024.
  11. ^ a b c d (EN) Paolo Attivissimo, On the Beastie Boys 'virus' CD, in The Register, 16 agosto 2004. URL consultato il 26 maggio 2024.
  12. ^ Cactus Protection, su spazioinwind.libero.it. URL consultato il 23 giugno 2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • (EN) CDS Family, su macrovision.com. URL consultato il 26 maggio 2024 (archiviato il 28 settembre 2003).
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