Campanula alpina

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Campanula alpina
Campanula alpina
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaCampanulaceae
SottofamigliaCampanuloideae
GenereCampanula
SpecieC. alpina
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineCampanulales
FamigliaCampanulaceae
SottofamigliaCampanuloideae
GenereCampanula
SpecieC. alpina
Nomenclatura binomiale
Campanula alpina
Jacq., 1762

La campanula alpina (nome scientifico Campanula alpina Jacq., 1762) è una pianta erbacea dai fiori blu a forma di campanella appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]

Il nome generico (campanula) deriva dalla forma a campana del fiore; in particolare il vocabolo deriva dal latino e significa: piccola campana.
Dalle documentazioni risulta che il primo ad usare il nome botanico di “Campanula” sia stato il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Tale nome comunque era in uso già da tempo, anche se modificato, in molte lingue europee. Infatti nel francese arcaico queste piante venivano chiamate “Campanelles” (oggi si dicono “Campanules” o “Clochettes”), mentre in tedesco vengono dette “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano vengono chiamare “Campanelle”. Tutte forme queste che derivano ovviamente dalla lingua latina.[3] L'epiteto specifico (alpina) si riferisce la tipico habitat di queste piante.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal medico, chimico e botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin (Leida, 16 febbraio 1727 – Vienna, 26 ottobre 1817) nella pubblicazione Enumeratio Stirpium Pleraumque, quae sponte crescunt in agro Vindobonensi - 36; 210. 1762" del 1762.[5]

Habitat

Queste piante possono arrivare fino a 5 – 20 cm di altezza. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In alcuni casi il ciclo biologico può essere bienne. Contengono lattice lattescente e accumulano inulina.[6][7][8]

Le radici sono secondarie da rizoma.

La parte aerea del fusto è eretta e ramosa (con infiorescenza a più fiori).

Le foglie si dividono in basali e cauline e sono disposte in modo spiralato e senza stipole. Le foglie basali sono disposte in rosetta ed hanno delle forme lanceolato-spatolate, sono crenulate ed ispide. Quelle cauline sono più ridotte ed hanno delle lamine lineari.

Infiorescenza

Le infiorescenze di tipo racemoso sono formate da numerosi fiori dalla tipica forma campanulata. Non sono presenti brattee. I fiori sono tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e attinomorfi.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula
  • Calice: il calice è formato da 5 sepali lineari più o meno concresciuti. Tra un dente e l'altro del calice è inserita una appendice riflessa. Il calice è più breve della corolla.
  • Corolla: la corolla campanulata è formata da 5 petali più o meno concresciuti in un tubo; i denti della corolla, appena carenati, sono brevi e ottusi. Il colore è azzurro-violaceo. I petali sono privi di ali marginali. Lunghezza della corolla: 10 – 20 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con antere, libere (ossia saldate solamente alla base) e filamenti sottili ma membranosi alla base. Il polline è 3-porato e spinuloso.
  • Gineceo: lo stilo è unico con 3 stigmi. L'ovario è infero, 3-5-loculare con placentazione assile (centrale), formato da 5 carpelli. Lo stilo possiede dei peli per raccogliere il polline. L'ovario è privo del disco nettarifero.
  • Fioritura: da giugno a luglio (agosto)

I frutti sono delle capsule poricide 3-loculare, ossia deiscenti mediante pori laterali aprentesi inferiormente ai denti calicini; i semi sono molto minuti.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[9] – Distribuzione alpina[10])

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico Campanula alpina appartiene alla seguente comunità vegetale:[10]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi
Ordine: Caricetalia curvulae

La famiglia di appartenenza della Campanula alpina (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) comprendente circa 50 generi (Campanula è uno di questi). Il genere Campanula a sua volta comprende 449 specie (circa 50 nella flora italiana) a distribuzione soprattutto circumboreale.[9][11][12]
Il numero cromosomico di C. alpina è: 2n = 34.[13]

Per questa specie è riconosciuta la seguente sottospecie:[14]

  • Campanula alpina subsp. orbelica (Pancic) Pancic

Non tutte le checklist[15] riconoscono com valida questa sottospecie.

Recenti studi filogenetici hanno cercato di chiarire le relazioni e i collegamenti che la Campanula alpina ha nei suoi tre principali areali europei: Alpi Orientali, Monti Balcani e Monti Carpazi. L'analisi del DNA dei cloroplasti ha rivelato una massima differenziazione genetica tra le Alpi e i Carpazi suggerendo quindi un isolamento a lungo termine tra le popolazioni di queste due catene montuose. In particolare le ricerche hanno evidenziato i Carpazi come zona ancestrale dalla quale poi la C. alpina ha raggiunto i Balcani e quindi le Alpi. I dati inoltre rivelano un tempo relativamente antico per questa colonizzazione. Nei Balcani, i dati molecolari e i caratteri morfologici supportano una evoluzione divergente (e quindi endemica) della sottospecie orbelica. [16][17]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[14]

  • Campanula alpina subsp. alpina
  • Campanula alpina subsp. orbelica (Pancic) Urum.
  • Campanula alpina var. albiflora Schur
  • Campanula alpina var. calyculata Schur
  • Campanula alpina var. frigida Schur
  • Campanula alpina var. haynaldii (Szontágh) Nyman
  • Campanula ciblesii Prodán
  • Campanula haynaldii Szontágh
  • Campanula orbelica Pancic
  • Marianthemum alpinum (Jacq.) Schur

Specie simili

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Specie simili con habitat e areali abbastanza comuni (le zone alpine) sono:

  • Campanula alpestris All-: si differenzia per le corolle più grandi e l'infiorescenza formata da fiori unici; inoltre l'areale è posizionato all'estremità orientale delle Alpi.
  • Campanula barbata L.: si differenzia per le appendici allungate del calice e la corolla barbata alle fauci; il colore della corolla è più pallido.

Altre notizie

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La campanula alpina in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Alpen-Glockenblume
  • (FR) Campanule des Alpes
  • (EN) Alpine Bellflower
  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 gennaio 2021.
  3. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 424.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 1º aprile 2014.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 1º aprile 2014.
  6. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 688.
  7. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 41.
  8. ^ a b Judd 2007, pag. 516.
  9. ^ a b Conti et al. 2005, pag. 66.
  10. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 310.
  11. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 26-56 e 41.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 679.
  13. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 2 aprile 2014.
  14. ^ a b Campanula alpestris, in The Plant List. URL consultato il 1º aprile 2014.
  15. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 aprile 2014.
  16. ^ Michal Ronikier & Joanna Zalewska-Galosz, Independent evolutionary history between the Balkan ranges and more northerly mountains in Campanula alpina s.l. (Campanulaceae): Genetic divergence and morphological segregation of taxa, in Taxon, Volume 63, Number 1, 20 February 2014 , pp. 116-131(16). URL consultato il 2 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2018).
  17. ^ M. Ronikier M, E. Cieslak, G. Korbecka, High genetic differentiation in the alpine plant Campanula alpina Jacq. (Campanulaceae): evidence for glacial survival in several Carpathian regions and long-term isolation between the Carpathians and the Alps., in PubMed - Mol Ecol. 2008 Apr;17(7):1763-75. doi: 10.1111/j.1365-294X.2008.03664.x. Epub 2008 Feb 14..
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, pag. 424.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 688, ISBN 88-506-2449-2.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 41, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 310.

Altri progetti

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