Caproni Ca.113 | |
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Il Caproni Ca.113 esposto al Parco e Museo del Volo Volandia di Somma Lombardo | |
Descrizione | |
Tipo | addestratore avanzato |
Equipaggio | 2 (pilota e eventuale allievo) |
Costruttore | Aeronautica Caproni |
Data primo volo | 1931 |
Sviluppato dal | Caproni Ca.104 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 7,40 m |
Apertura alare | 10,50 m |
Altezza | 2,75 |
Carico alare | 27,0 m² |
Peso a vuoto | 850 kg |
Peso carico | 1 100 kg |
Peso max al decollo | 1 350 kg |
Propulsione | |
Motore | un radiale Piaggio Stella VII C.35 |
Potenza | 370 CV (272 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 250 km/h |
Velocità di crociera | 210 km/h |
Velocità di salita | 8,8 m/s |
Autonomia | 300 km |
Tangenza | 7 500 m |
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Il Caproni Ca.113 era un aereo da addestramento avanzato, monomotore, biplano e con capacità acrobatiche, sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Caproni nei primi anni trenta.
Prodotto negli stabilimenti di Taliedo e destinato sia al mercato dell'aviazione civile che a quello militare, trovò impiego anche nella Regia Aeronautica nella formazione dei piloti militari.
Di aspetto convenzionale, venne progettato per sostituire il precedente Ca.100, dal quale si differenziava per una struttura rinforzata e per l'adozione di un motore dalla potenza superiore.
Era caratterizzato da una configurazione alare biplana, con uguali ali superiore ed inferiore, quest'ultima disassata verso la parte posteriore, che terminava in una coda convenzionale dall'impennaggio monoderiva.
Il motore utilizzato sul prototipo, un radiale Walter Castor, venne sostituito nella versione di serie da un più potente Piaggio Stella VII C.35 dotato di compressore ed accreditato di 375 CV (276 kW) che gli consentirono di raggiungere la velocità massima di 250 km/h.
Le qualità di velocità e capacità acrobatica detenute dal Ca.113 vennero esaltate da una serie di primati mondiali conquistati negli anni trenta.
L'azienda bulgara Kaproni Bulgarski, consociata Caproni con stabilimento a Kazanlăk, realizzò una versione autoctona del Ca.113 denominata Kaproni Bulgarski KB 2 dal quale verranno sviluppati i modelli:
Usati nella Vazhdushnite na Negovo Velichestvo Voiski, la Regia aeronautica militare bulgara, restarono operativi sino alla caduta del Regno di Bulgaria.
Biplana, ad ali uguali. le ali erano a profilo sottile, costruite in legno e rivestite in tela verniciata.
La struttura alare era costituita da una coppia di longheroni sui quali erano infilate le centine.
Entrambe le ali erano dotate di alettoni ed erano collegate alla fusoliera tramite sei coppie di montanti in tubo d'acciaio, irrigiditi da crociere d'acciaio.[2]
A sezione quadrangolare, arrotondata, era realizzata in tubo d'acciaio e rivestita di lamiera d'alluminio e tela verniciata.[2]
Erano realizzati in tubo d'acciaio e rivestiti di tela verniciata, col piano fisso di quota regolabile.[2]
Ad assale interrotto, con montante e ammortizzatore oleoelastico. Le ruote sono completamente carenate e munite di freni indipendenti.
Il pattino di coda era orientabile e con ammortizzatore elastico, a suola d'acciaio.[2]
Il castello motore è situato anteriormente alla fusoliera e monta un motore radiale Piaggio Stella VII C.35 370HP raffreddato ad aria, con un carburatore speciale adatto al volo rovesciato.
L'elica era di produzione Caproni, realizzata in legno, mentre i serbatoi dell'olio e della benzina sono posizionati sotto la fusoliera.[2]
L'apparecchio prevedeva un posto di pilotaggio e un alloggiamento anteriore (in tandem) dove può prendere posto l'allievo.[2]
Esiste attualmente un unico esemplare sopravvissuto, il Ca.113 immatricolato I-MARY che Mario de Bernardi usò nel dopoguerra in diverse manifestazioni aeree. La famiglia de Bernardi lo ha donato al parco tematico Volandia di Somma Lombardo dove è possibile ammirarlo anche se in fase di restauro.