Caproni Ca.41 (Ca.4) | |
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Ca.41, si notano le bombe agganciate esternamente alla gondola bombe | |
Descrizione | |
Tipo | Bombardiere pesante |
Equipaggio | 3 |
Costruttore | Caproni |
Esemplari | vedi Esemplari prodotti |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 13,10 m |
Apertura alare | 29,90 m |
Altezza | 6,30 m |
Superficie alare | 200/203 m² |
Peso a vuoto | 3 500/4 390 kg |
Peso max al decollo | 6 500/6 890 kg |
Propulsione | |
Motore | 3 Fiat A.12 in linea |
Potenza | 210 CV ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 134/135 km/h |
Autonomia | 4/6,30 h |
Tangenza | 4 000 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 × calibro Fiat Mod. 14 tipo Aviazione da 6,5 mm |
Bombe | 1 450 kg |
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Il Caproni Ca.40 era un bombardiere pesante trimotore triplano sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Caproni nei tardi anni dieci del XX secolo.
Designato Ca.4[1] dal Regio Esercito, il modello rappresentava una evoluzione della serie di trimotori a velatura biplana iniziata con il Ca.31.
Il Ca.40 venne impiegato dal Servizio Aeronautico del Regio Esercito prima e poi dalla Regia Marina durante la prima guerra mondiale così come i suoi successivi sviluppi, Ca.41 e Ca.42, questi ultimi impiegati anche dal Royal Naval Air Service (RNAS), l'aviazione di marina della Royal Navy (la marina militare britannica).
Giovanni Battista "Gianni" Caproni, per aumentare il carico bellico dei suoi bombardieri biplani trimotori si dedicò alla progettazione di un velivolo più grande che manteneva la configurazione bitrave trimotore dei precedenti modelli accoppiandola con l'ala triplana. Il velivolo risultante aveva dimensioni nettamente superiori rispetto a quelle del Ca.33, la lunghezza ed altezza superavano di 2 metri quelle del biplano, mentre l'apertura alare era maggiore di 7 metri arrivando a 29,90. L'aereo era in realizzato in legno rivestito in tela, tranne le superfici di controllo con struttura metallica. Manteneva anche la stessa tipologia di piano di coda monoplano, con le derive montate sopra lo stabilizzatore. Le 3 derive, collegate, erano interamente mobili, tranne quella centrale con il bordo d'attacco fisso.
La carlinga centrale che conteneva il motore azionante un'elica spingente e le due fusoliere o travi di coda che alloggiavano ciascuna un motore azionante un'elica traente erano montate al di sotto dell'ala mediana. Nella carlinga centrale si trovava l'alloggiamento per i due piloti, in posti affiancati o in tandem a seconda della versione. Nel caso di posti in tandem la postazione anteriore era quella per il pilota/mitragliere, mentre per i velivoli con piloti affiancati era anteposta una eventuale postazione anteriore per un mitragliere. Altri due mitraglieri rivolti all'indietro trovavano posto in ciascuna delle due travi di coda, subito dopo l'ala. In questa posizione poteva trovare accomodamento anche un motorista. L'armamento difensivo di base prevedeva da 2 a 4 mitragliatrici, ma in taluni casi arrivava fino ad 8. Le mitragliatrici erano in genere Fiat Mod. 14 tipo Aviazione da 6,5 o 7,7 mm.
Il carico di bombe che costituiva l'armamento offensivo era alloggiato in un particolare gondola contenitore montata sull'ala inferiore. Questo vano costituiva una specie di piccola fusoliera installata al di sotto della carlinga centrale, e in cui le bombe erano contenute internamente e/o esternamente. Non tutte le versioni disponevano di questo contenitore, dalle foto dell'epoca si osservano almeno 4 diversi allestimenti:
Il primo prototipo, che volò nel luglio 1916 con ai comandi Emilio Pesnuti, disponeva di tre motori Isotta Fraschini ed adottava due posti di pilotaggio affiancati. Ne vennero realizzati altri 2 esemplari. Da questo derivò il Ca.41, che differiva per l'adozione di posti di pilotaggio in tandem, e l'assenza della coppia di ruote anteriori del carrello. Di questa serie ne vennero realizzati circa 40 esemplari, in maggioranza motorizzati con i Fiat A.12 da 210 CV ma vennero impiegati anche più potenti Isotta Fraschini da 270 CV. Successivamente, nella versione con i più potenti motori Liberty da 400 CV si ritornò all'impiego di posti di pilotaggio affiancati e all'installazione di una coppia di ruote anteriori anticcappotamento. Di questa versione 6 esemplari prestarono servizio con il Royal Naval Air Service.
Nonostante quella che oggi appare una fragile struttura era un progetto avanzato per l'epoca. Capace di uno dei carichi di bombe maggior tra i bombardieri della prima guerra mondiale, era però penalizzato dalla velocità nelle versioni con i motori Fiat ed Isotta Fraschini, potendo esprimere tutte le sue potenzialità solo con i più potenti motori statunitensi Liberty.
Caproni Ca.42 (Ca.4) | |
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I Ca.42 del Royal Naval Air Service | |
Descrizione | |
Tipo | Bombardiere pesante |
Costruttore | Caproni |
Esemplari | vedi Esemplari prodotti |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 13,10 m |
Apertura alare | 29,90 m |
Altezza | 6,30 m |
Superficie alare | 200 m² |
Peso a vuoto | 3 000 kg |
Peso max al decollo | 7 500 kg |
Propulsione | |
Motore | 3 Liberty L-12 |
Potenza | 400 hp ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 140 km/h |
Autonomia | 4 h (700km) |
Tangenza | 4 000 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 1 o 2 Fiat Mod. 14 tipo Aviazione calibro 6,5 mm in posizione anteriore 1 calibro 6,5 mm in ciascuna delle postazioni laterali verso la coda |
Bombe | 1 450 kg – 1 775 kg |
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Un Caproni Ca.4 faceva parte della squadra originaria destinata ad effettuare il raid Roma-Tokyo, che verrà completata da solo due equipaggi degli Ansaldo S.V.A., quello di Ferrarin e Capannini e quello di Masiero e Maretto. Il Ca.4, con l'equipaggio costituito dalla coppia di piloti Abba e Guarrone e dalla coppia di motoristi Momo e Rossi, era uno dei quattro trimotori Caproni, gli altri, due biplani Ca.33 ed un Ca.5. I trimotori Caproni, più lenti, furono i primi velivoli a partire, nel periodo tra l'8 gennaio ed il 2 febbraio, ma ben presto saranno tutti costretti al ritiro. Lo stesso Giovanni Battista "Gianni" Caproni si era opposto all'uso dei suoi aerei per l'impresa, comprendendo che ben presto i grandi velivoli sarebbero stati messi a dura prova dall'operare su campi poco o nulla preparati e dalla impossibilità di effettuare una corretta manutenzione dei motori.
Nota: durante la prima guerra mondiale tutti questi velivoli erano designati Ca.4 dal Regio Esercito, mentre internamente alla ditta Caproni si distingueva tra i diversi modelli facendo riferimento alla potenza complessiva installata. Dopo la guerra Caproni adottò, retroattivamente, una nuova designazione univoca, qui adottata.
Il numero dei velivoli prodotti, sia come totale che per le singole versioni differisce a seconda delle pubblicazioni.
Talvolta, erroneamente, come Ca.42 sono indicate tutte le varianti del Ca.41.
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