Caro Michele è un film del 1976 diretto da Mario Monicelli, tratto dall'omonimo romanzo di Natalia Ginzburg.
Michele sembra coinvolto nelle proteste politiche e studentesche del 1968, e scappa da Roma a Londra, lasciando anche il padre malato che muore in ospedale senza rivederlo. Si mantiene tuttavia in contatto epistolare con la madre, le sorelle, gli amici, a cui fa anche rimuovere un mitra nascosto nello scantinato in cui viveva, e raccomanda di prendersi cura di Mara, una ragazza - che ha lasciato seppur forse madre di suo figlio. Sia lei di persona, che Michele per posta, continuano a gettare loro addosso la propria instabilità nella vita. Mara è inoltre estremamente invadente e supponente, continua a sfruttare le buone disposizioni di chiunque le capiti a tiro. Anche all'estero Michele sembra continuare a fare passi avventati, come il matrimonio improvviso con una ragazza di simili orientamento politico, appena conosciuta e presto abbandonata. Da notizie frammentarie, pare infine prendere parte ad ulteriori manifestazioni violente in Bruges, durante le quali muore.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, il film esce nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 1º Ottobre 1976.
Viene edito, successivamente, in formato home video.
Nel 2021, la Cineteca Nazionale ha curato il restauro del film.[1]
Accolto positivamente dalla critica, è generalmente considerato un lavoro maturo di Monicelli[2], lontano dai canoni passati della commedia all'italiana.
Paolo Mereghetti lo recensisce come «velatamente intimista, riflessivo e cupo».[3]