Caterina Boratto (Torino, 15 marzo 1915 – Roma, 14 settembre 2010) è stata un'attrice italiana attiva soprattutto nel cinema a partire dagli anni trenta.
Dopo aver frequentato il liceo musicale, su segnalazione dell'attrice teatrale Evelina Paoli, venne scritturata per la parte di protagonista femminile del film Vivere! (1937) di Guido Brignone, a fianco del celebre e allora popolarissimo tenore Tito Schipa che, non contraccambiato, si innamorò di lei. Sempre accanto a Schipa interpretò Chi è più felice di me! (1938) e nello stesso anno venne chiamata da Gennaro Righelli per recitare accanto a Vittorio De Sica nel film Hanno rapito un uomo, una commedia dove l'attrice impersonava una frivola principessa russa.
Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida e sognante, si distingueva già allora per uno spiccato talento nella recitazione e un'innegabile bellezza radiosa e matura. Grazie all'interpretazione e al successo di Vivere! divenne improvvisamente famosa, anche oltreoceano, tanto che la prestigiosa Metro-Goldwyn-Mayer, che aveva distribuito il film, le offrì un contratto settennale, ma che l'attrice non riuscì ad adempiere a causa delle vicende di guerra che la costrinsero a rientrare in Italia anticipatamente, prima ancora d'esordire in alcun ruolo.
Nel periodo bellico la sua storia sembra quella di un'eroina di un romanzo rosa: si innamorò d'un eroe di guerra, il conte Guidi di Romena, che morì in un incidente aereo durante il conflitto, sullo sfondo di una Torino pesantemente bombardata. Il suo rientro al cinema avvenne prevalentemente con film melodrammatici, fra i quali Il romanzo di un giovane povero (1942), in coppia con Amedeo Nazzari. Sul set di Campo de' fiori, l'anno successivo, lavorò con Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, il regista Mario Bonnard e un giovane Federico Fellini, allora sceneggiatore alle prime armi.
La tragedia riaffiorò nella sua vita nel 1943, con un fratello partigiano e un altro ucciso nell'eccidio di Cefalonia. Rivide e sposò nel 1944 un amico d'infanzia, Armando Ceratto, proprietario della Clinica Sanatrix e legato alla Resistenza torinese, che ospitò diversi partigiani e anche l'amministratore della FIAT Vittorio Valletta. Nel 1959 tornò a Roma con i due figli Marina e Paolo, e rivide Federico Fellini che le propose emblematici ruoli in 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). Altre importanti esperienze cinematografiche sono Io, io, io... e gli altri (1965) di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, Ardenne '44, un inferno (1969) di Sydney Pollack, Angeli senza paradiso (1970) a fianco di Al Bano e Romina Power e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini.
Negli ultimi anni ampliò le sue esperienze dedicandosi all'operetta (La principessa della Ciarda), il teatro pirandelliano con Peppino Patroni Griffi e la fiction televisiva (Anna Karenina, sceneggiato televisivo (1974) diretto da Sandro Bolchi, e Villa Arzilla, interpretato nei primi anni novanta sotto la regia di Gigi Proietti). Nel 1985 interpreta un famoso spot "Invernizzina" che va spesso in onda in televisione.
Morì a Roma nel 2010, all'età di 95 anni. È sepolta nel cimitero Parco di Torino.[1]
Il 27 ottobre 2023 la città di Torino le ha intitolato un'area verde nella centrale Piazza Statuto.[2]
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