Changes (David Bowie)

Changes
singolo discografico
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione7 gennaio 1972
Durata3:33
Album di provenienzaHunky Dory
GenerePop rock
Art pop
Glam rock
EtichettaRCA Records
ProduttoreDavid Bowie, Ken Scott
ArrangiamentiMick Ronson, David Bowie
RegistrazioneTrident Studios, Londra
Formati7"
NoteLato B: Andy Warhol
Certificazioni
Dischi d'oroRegno Unito (bandiera) Regno Unito[1]
(vendite: 400 000+)
David Bowie - cronologia
Singolo precedente
(1971)
Singolo successivo
(1972)
(EN)

«Time may change me
But I can't trace time.»

(IT)

«Il tempo può cambiarmi
Ma io non posso ricostruire il tempo»

Changes è un brano musicale scritto dall'artista inglese David Bowie e pubblicato come 45 giri il 7 gennaio 1972.

Traccia di apertura di Hunky Dory e primo singolo estratto dall'album, Changes è diventato col tempo uno dei brani chiave nel repertorio di Bowie ed è considerato da molti il suo manifesto musicale.[2]

È l'ultima canzone che il cantante ha eseguito dal vivo prima del suo ritiro dalle scene, il 9 novembre 2006 a New York nel concerto benefico per l'organizzazione Keep a Child Alive.[3]

Changes si trova al 127º posto nella lista dei 500 migliori brani musicali della rivista Rolling Stone, al 162º in quella di New Musical Express, al 30º nella classifica "100 Singles You Must Own" del magazine inglese Mojo,[4][5] ed è stata inclusa tra le "500 canzoni che hanno plasmato il rock and roll" della Rock and Roll Hall of Fame.

È uno dei brani presenti nel musical Lazarus, scritto da Bowie con Enda Walsh e andato in scena dalla fine del 2015, nel quale è cantato dall'attrice Cristin Milioti.[6]

Tracce singolo

[modifica | modifica wikitesto]
  1. Changes (David Bowie) - 3:33
  2. Andy Warhol (David Bowie) - 3:58

Se a livello superficiale Changes può essere vista come un inno al trasformismo e ai continui mutamenti di ruolo di David Bowie, la canzone rivela in realtà un'amara riflessione sui cambiamenti critici della vita.[2][7] Dietro un ritornello accattivante, il cantante ricorda le varie false partenze della sua carriera ("a million dead-end streets"), gli insuccessi e le auto-reinvenzioni, meditando sull'immagine di un artista come viene percepita dai suoi seguaci e sui suoi tentativi frustrati di creare un'opera duratura.[2][7]

Changes unisce una struttura tradizionale da canzone pop ad un testo autobiografico nel quale Bowie, che fa riferimento a se stesso come ad un impostore, tenta di fare i conti con il fatto di aver creduto nella sua immagine pubblica piuttosto che permettere di farsi avanti alla sua vera identità.[7]

(EN)

«And everytime I thought I'd got it made
It seemed the taste was not so sweet
So I turned myself to face me
But I've never caught a glimpse
Of how the others must see the faker
I'm much too fast to take that test»

(IT)

«E ogni volta che pensavo di avercela fatta
Sembrava che il sapore non fosse così dolce
Così mi sono voltato per guardarmi
Ma non ho mai colto il minimo accenno
Di come gli altri vedano uno che finge
Sono troppo veloce per fare questa prova»

Il verso balbettato Ch-ch-ch-ch-changes richiama lo stile di My Generation degli Who, se non che in questo caso la dichiarazione «I hope I die before I get old» («Spero di morire prima di diventare vecchio») lascia il passo a «Pretty soon now you're gonna get older» («Da un momento all'altro diventerete più vecchi»), suggerendo ai "rock 'n' rollers" che il tempo scorre e che sarebbe meglio essere pronti ad accettarlo.[7]

Ma la canzone affronta anche il conflitto generazionale e in questo senso deve qualcosa a Bob Dylan, in particolare a The Times They Are a-Changin'.

(EN)

«Don't tell them to grow up and out of it
Where's your shame?
You've left us up to our necks in it»

(IT)

«Non dite loro di crescere e tenersi fuori
Non vi vergognate?
Ci avete lasciati dentro fino al collo»

Bowie parla della sua generazione, come già aveva fatto il cantautore americano, con una rabbia che era già emersa in un'intervista al Times nel 1968: «Sentiamo che la generazione dei nostri genitori ha perso il controllo. Ha rinunciato, hanno paura del futuro. Credo che sia sostanzialmente colpa loro se le cose vanno così male».[2]

Lo stesso argomento in dettaglio: Andy Warhol (brano musicale).

Andy Warhol è probabilmente il più noto tra i tributi alle influenze statunitensi di Bowie della seconda facciata di Hunky Dory. Nel suo ironico ritratto del guru della Pop art il cantante esalta il motto di Oscar Wilde secondo il quale "o si è un'opera d'arte o la si indossa", con la conseguente confusione del confine tra artista e artificio.[8] Andy Warhol in origine fu scritta da David per la cantante e sua vecchia amica Dana Gillespie, che nel 1973 la pubblicò come 45 giri e nell'album Weren't Born a Man.

Registrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Changes, che vede uno dei primi assolo di David Bowie al sassofono («Quando ero ancora dell'idea di usare il sax con una funzione melodica», come ha detto in seguito),[2] venne registrata insieme al lato B ai Trident Studios di Londra nell'estate 1971, durante le sessioni di Hunky Dory.

Il master originale del brano, nel quale Bowie si accompagnava al pianoforte cantando un testo leggermente differente, è stato ritrovato nel 2005 nella soffitta di una vecchia casa a Londra. Il nastro è stato mostrato a Andy Scott, chitarrista del gruppo glam rock gli Sweet, il quale ha dichiarato: «Appena ho visto la scatola ho capito che era autentico... Rick Wakeman suonava le tastiere in quel disco, così, siccome è un mio amico, gli ho telefonato per chiedergli un parere. In base a quello che potevo dirgli del nastro ha confermato che sembrava essere autentico».[9]

Uscita e accoglienza

[modifica | modifica wikitesto]

Il singolo venne pubblicato il 7 gennaio 1972 in Europa, Stati Uniti, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.[10]

Nonostante alcune ottime recensioni le vendite furono scarse e Changes non riuscì a entrare in classifica nel Regno Unito, anche se era diventato "disco della settimana" di Tony Blackburn di BBC Radio 1,[2] mentre nei Paesi Bassi arrivò fino al 10º posto.[11]

Negli Stati Uniti, dove il 45 giri era uscito nel dicembre 1971, raggiunse la 66ª posizione nella Billboard Hot 100.[12] Con la riedizione del 1974 arrivò fino al 41º posto, rimanendo in classifica per 18 settimane.[13]

Sull'onda del successo di Hunky Dory e della crescente popolarità di David Bowie, Changes diventò col tempo uno dei "simboli" del cantante. Quella che secondo lo stesso Bowie partì come «parodia delle canzoni da nightclub, una cosa usa e getta» diventò con gli anni «questo mostro che nessuno smetterebbe mai di chiedere durante i concerti... non avevo idea che sarebbe diventato così popolare».[14]

Nel gennaio 2016, dopo la morte di David Bowie la canzone ha guadagnato nuova popolarità ed ha nuovamente fatto ingresso nelle classifiche di alcuni Paesi. Oltre a raggiungere il 49º posto nella Official Singles Chart Changes si è piazzata al 10º posto in Belgio, all'84º in Francia e al 10º negli Stati Uniti nella Billboard Hot Rock Songs.[15][16][17][18]

Changes dal vivo

[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 maggio 1972 il brano fu eseguito nella sessione BBC registrata per il programma radiofonico The Johnnie Walker Lunchtime Show, anche se non venne mandato in onda ed è rimasto inedito fino all'uscita di Bowie at the Beeb nel 2000.

Changes è stata una canzone irrinunciabile dal vivo a partire dallo Ziggy Stardust Tour 1972 fino allo Station to Station Tour 1976. Ricomparve durante il Sound+Vision Tour 1990 e a partire dall'Hours Tour 1999 è stata eseguita stabilmente fino all'ultimo Reality Tour del 2003-04. Tra le esibizioni "estemporanee":

  • 23 giugno 1971, Glastonbury Fayre.
  • 25 settembre 1971, Festival di Aylesbury.
  • 19 giugno 2000, BowieNet Show, concerto riservato agli abbonati al sito ufficiale del cantante alla Roseland Ballroom di New York.
  • 25 giugno 2000, Glastonbury Festival.
  • 15 giugno 2002, Live By Request, trasmesso negli Stati Uniti da A&E Network.
  • 10 ottobre 2002, Live! with Regis and Kelly, trasmesso da diversi canali statunitensi.
  • 23 aprile 2004, The Ellen DeGeneres Show, trasmesso dalla NBC.
  • 9 novembre 2006, Keep A Child Alive Annual Black Ball, concerto benefico all'Hammerstein Ballroom di New York (duetto con Alicia Keys).

Pubblicazioni successive

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 1971 Changes è stata pubblicata di nuovo su 45 giri:[19]

  • nel 1974 negli Stati Uniti, riedizione del singolo originale
  • nel 1974 in Europa, Australia e Nuova Zelanda, versione estratta da David Live con Knock On Wood come lato B
  • nel 1975 nel Regno Unito, in un maxi singolo con Space Oddity e Velvet Goldmine
  • nel 1982 in versione picture disc, all'interno della serie Fashions
  • nel 1983 nella serie Lifetimes
  • nel 2015 in occasione del Record Store Day (in 15 000 copie), in versione picture disc con Eight Line Poem come lato B

Changes è presente in numerose raccolte e album live:

Versioni dal vivo si trovano anche nel VHS Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1973), nel video CD uscito con la raccolta Sound + Vision (1989), nel DVD A Reality Tour (2004) e nei bonus disc inclusi nelle riedizioni di Aladdin Sane del 2003 e di Station to Station del 2010.

Changes nella cultura di massa

[modifica | modifica wikitesto]
  • Il film Breakfast Club del 1985 si apre, dopo i titoli di testa, con una frase tratta dalla canzone:
(EN)

«And these children that you spit on
As they try to change their worlds
Are immune to your consultations
They're quite aware of what they're going through»

(IT)

«E questi bambini sui quali sputate
Mentre cercano di cambiare il loro mondo
Sono immuni alle vostre consultazioni
Sanno bene a cosa stanno per andare incontro»

Molti artisti hanno eseguito cover di Changes, quasi tutte presenti in compilation di artisti vari, album tributo o colonne sonore:

  • Shawn Mullins nella colonna sonora di The Faculty del 1998 e nella raccolta The First Ten Years del 1999
  • i Cybernauts in Cybernauts Live del 2000
  • i Bug Funny Foundation in Sound + Vision: The Electronic Tribute to David Bowie del 2002
  • i Vitamin String Quartet in The String Quartet Tribute to David Bowie del 2002
  • i Joe K's Kid in Spiders from Venus: Indie Women Artists and Female-Fronted Bands Cover David Bowie del 2004
  • Butterfly Boucher in Shrek 2: The Motion Picture Soundtrack del 2004 (con Bowie come "guest vocal")
  • Jeff Duff in Re-Fashioned 2 - British Airwaves del 2004
  • i Classic Rock String Quartet in The Bowie Chamber Suite - A Classic Rock Tribute to Bowie del 2004
  • Lindsay Lohan nella colonna sonora di Quanto è difficile essere teenager! del 2004 (medley con Don't Move On e Living for the City)
  • Seu Jorge in The Life Aquatic Studio Sessions del 2005 (in portoghese)
  • Los Chicros in BowieMania: Une collection obsessionnelle de Beatrice Ardisson del 2007
  • The Greater Good in Hero - The MainMan Records Tribute to David Bowie del 2007
  • Ian Lloyd in David Bowie Acoustic Tribute del 2007
  • The Billy Rubin Trio ft. Lady S. in St. Valentine's Massacre del 2008
  • Lewis & Clarke in We Were So Turned On: A Tribute To David Bowie del 2010
  • Robyn Hitchcock in Trolley Bus 2 del 2010
  • Eddy McManus in Tribute to David Bowie del 2011 (digital release)
  • James Morrison nella raccolta Songs To Save A Life del 2011
  • The Muffs in A Salute to the Thin White Duke - The Songs of David Bowie del 2015
  • The Puppini Sisters in The High Life del 2016
  1. ^ (EN) Changes, su British Phonographic Industry. URL consultato il 29 aprile 2022.
  2. ^ a b c d e f Pegg (2002), pp. 49-50.
  3. ^ (EN) Mikal Gilmore, How Ziggy Stardust Fell to Earth, in Rolling Stone, 2 febbraio 2012.
  4. ^ The Top 500 Songs of All Time, according to NME, su consequence.net, www.consequenceofsound.net. URL consultato il 4 agosto 2016.
  5. ^ Ultimate Jukebox: The 100 Singles You Must Own, su rocklistmusic.co.uk, www.rocklistmusic.co.uk. URL consultato il 4 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2016).
  6. ^ David Bowie's 'Lazarus' Is Surrealistic Tour de Force, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2018).
  7. ^ a b c d Perone (2007), pp. 19-20.
  8. ^ Oscar Wilde - Quotes, su goodreads.com, www.goodreads.com. URL consultato il 5 agosto 2016.
  9. ^ 'Changes' Master Tape Found In Attic - 21st April 2005, su bowiewonderworld.com, www.bowiewonderworld.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ Changes, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2016).
  11. ^ Dutch Charts - David Bowie - Changes, su dutchcharts.nl, www.dutchcharts.nl. URL consultato il 5 agosto 2016.
  12. ^ Changes, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2016).
  13. ^ David Bowie Chart History - Billboard Hot 100, su billboard.com, www.billboard.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  14. ^ Changes - David Bowie, su genius.com, www.genius.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2016).
  15. ^ UK Singles Chart, su officialcharts.com, www.officialcharts.com. URL consultato il 5 agosto 2016.
  16. ^ David Bowie - Changes, su ultratop.be. URL consultato il 27 agosto 2019.
  17. ^ Lescharts.com - David Bowie - Changes, su lescharts.com, www.lescharts.com. URL consultato il 5 agosto 2016.
  18. ^ Billboard Hot Rock Songs, su billboard.com, www.billboard.com. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  19. ^ David Bowie 7” Singles, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 5 agosto 2016.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock