Charles Mason Remey

Charles Mason Remey (Burlington, 15 maggio 18744 febbraio 1974) è stato un architetto statunitense, eminente ma controverso Bahá'í, nominato Mano della Causa[1][2] e presidente del Consiglio internazionale bahai[1][3].

Remey, che era un valente architetto, progettò il tempio bahai di Kampala in Uganda, quello dell'Australia e quello non costruito di Haifa, Israele[1].

Violazione del Patto

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Quando Shoghi Effendi, il leader della Fede bahai, fondata da Bahá'u'lláh, morì nel 1957 senza nominare il proprio successore Remey era tra le nove Mani della Causa elette per la gestione ad interim della fede fino alla elezione della prima Casa Universale di Giustizia, avvenuta poi nel 1963[4].

Nel 1960 Remey dichiarò autonomamente d'essere il successore di Shoghi Effendi e pretese il riconoscimento e la fedeltà da tutti i Bahai del mondo[5], ma questa sua dichiarazione non fu accettata dalle altre Mani della Causa e fu dichiarato "Violatore del Patto"[6], ossia eretico[1].

L'espulsione si basò sul fatto che Remey non aveva avuto alcun formale incarico o nomina da parte di Shoghi Effendi e che la Custodia della religione bahai abbisognava di varie prerogative, una tra queste, secondo le norme previste, che fossero Aghsán, cioè discendenti maschi dalla famiglia di Bahá'u'lláh.

Quasi l'intero mondo bahai respinse la rivendicazione di Remey[7] ad eccezione di uno sparuto gruppo[1] che così si posero fuori dalla fede.

Remey con la sua rivendicazione creò uno sterile scisma destinato al completo fallimento[8][9].

  1. ^ a b c d e Smith 1999
  2. ^ Effendi, 1971, pp. 18-20.
  3. ^ Effendi, 1971, pp. 8-9.
  4. ^ Smith, 1999, p. 176-177.
  5. ^ Remey, 1960, p. 8.
  6. ^ L'accusa di violazione del Patto corrisponde, con conseguenze analoghe, all'anatema o alla scomunica del Cristianesimo
  7. ^ Smith, 2008, p. 69.
  8. ^ Stone, 2000
  9. ^ Momen, 1988, p. g.2.
  • J. de Vries, The Babi Question You Mentioned... The Origins of the Baha'i Community of the Netherlands, 1844-1962, Leuven, Peeters Publishers, 2002, ISBN 90-429-1109-3.
  • Shoghi Effendi, God Passes By, Wilmette, Illinois, USA, Bahá'í Publishing Trust, 1944, ISBN 0-87743-020-9.
  • Shoghi Effendi, Messages to the Bahá'í World, 1950-1957, Wilmette, Illinois, USA, Bahá'í Publishing Trust, 1971.
  • Scott Hyslop, Pluralism Project, Harvard University Study of Religion, 2004. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2009).
  • Charles Mason Remey, Proclamation to the Bahá'ís of the World, 1960. URL consultato il 10 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
  • P. Smith, A Concise Encyclopedia of the Bahá'í Faith, Oxford, UK, Oneworld Publications, 1999, ISBN 1-85168-184-1.
  • Peter Smith, An Introduction to the Baha'i Faith, Cambridge, Cambridge University Press, 2008, ISBN 0-521-86251-5.
  • Robert Stockman, The Baha'is of the United States, in Eugene V. Gallagher e W. Michael Ashcraft (a cura di), Introduction to New and Alternative Religions in America, Greenwood Press, 2006, ISBN 0-275-98712-4.
  • Jon R. (ed) Stone, Expecting Armageddon, Essential Readings in Failed Prophecy, New York, Routledge, 2000, pp. 269–282, ISBN 0-415-92331-X.
  • Adib Taherzadeh, The Child of the Covenant, Oxford, UK, George Ronald, 2000, ISBN 0-85398-439-5.
  • Juliet Thompson, The Diary of Juliet Thompson, Los Angeles, Kalimat Press, 1947.

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