Il chiacchierino è un tipo di merletto costruito con una serie di anelli, nodi e catene. Pizzo da decorazione adatto a bordure, serve a rifinire centrini, tende e colletti. Caratteristici di questa tecnica sono occhielli di filo ricoperti a punto festone e i pippiolini, piccole sporgenze che formano elementi decorativi. In alcuni paesi prende il nome della navettina: in oriente mekouk, in Germania schiffchenarbeit o più comunemente occhi, mentre in Inghilterra è tatting che significa, similmente all'italiano, parlare sottovoce fittamente.
Di non chiara origine, forse francese, col termine frivolité, vede il primo pezzo giuntoci risalire al 1750; fu un pizzo molto in voga nell'epoca vittoriana, con un ritorno di moda nel XX secolo, nel periodo tra le due guerre. Oggi viene utilizzato per realizzare piccoli gioielli.
Lo strumento principale è una piccola navetta, lunga 4/6 cm., con la caratteristica che alle estremità i due fianchi della navetta si toccano, in modo che il filo caricato al centro rimanga fermo, non si srotoli, ma possa uscire se tirato. Questo tipo di navette si cominciarono a usare all'inizio del XX secolo[1]. Anticamente erano fatte con osso, avorio, legno, poi in metallo e oggi in plastica.
Ci sono aghi specifici per fare chiacchierino ad ago, sono di diverse misure, il numero 9 è il più sottile il 3 il più grosso. Il lavoro può essere eseguito anche con aghi lunghi da perline, purché aventi la cruna dello stesso spessore del corpo dell'ago, in questo modo si può arrivare anche a una misura 12, che può essere utilizzata per filati sottilissimi.
Il chiacchierino si realizza con filo sottile e molto ritorto, deve scorrere facilmente durante la lavorazione, di tipo: cordonetto, cablé, perlé. Solitamente di cotone, un tempo di colore bianco o écru - oggi anche colorato.
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