Federica, affascinante trentacinquenne abbandonata dall'anziano e ricco amante che l'ha mantenuta per anni, decide di organizzare un incontro con i suoi ex compagni di liceo.
La rimpatriata prende sin dall'inizio una piega malinconica: molti ex compagni infatti riveleranno le loro frustrazioni e i fallimenti che la vita ha riservato loro fino a quel momento. Tutti quanti sono in qualche modo peggiorati: chi economicamente, chi moralmente, chi fisicamente.
La galleria di personaggi è eterogenea: il professore di liceo in crisi esistenziale di mezza età con un'amante giovane; l'arricchito spaccone; l'artista fallito; la femminista arrabbiata; il politicante arrivista. Non manca chi nella vita ha avuto un'esistenza senza luci né ombre. Il gruppo è così composto:
Piero Ruffolo, soprannominato dagli ex-compagni Er Patata, è un professore di lettere in un liceo privato fuori Roma, oppresso dalla snervante e involgarita moglie Cinzia e da suo suocero. Arriva in ritardo alla festa, dopo vari incidenti, e per tutta la festa si sente tormentato a causa dei sospetti della moglie. Ha una sorta di relazione extraconiugale - essenzialmente platonica - con la sua allieva Cristina, verso la quale si mostra romantico e affettuoso, ma un po' geloso.
Walter Finocchiaro, primo personaggio a comparire, è lo stereotipo dell'arricchito romano: volgare, spaccone, ha fatto fortuna tramite il commercio di carni all'ingrosso. Puntualmente pronto al motteggio dei suoi compagni, è cinico ed estremamente pesante nelle sue umilianti battute, in particolar modo nei confronti di Fabris. Vittima di un furto di denaro, si risente e minaccia di andarsene ma decide infine di soprassedere, dimostrandosi a proprio modo una persona genuina e sincera.
Piermaria Fabris, secondo personaggio a entrare in scena. Timido, introverso e talmente cambiato nell'aspetto fisico da risultare irriconoscibile, diviene oggetto di scherno e battute assai pesanti da parte di molti ex compagni, in particolare Finocchiaro. Sarà il primo a lasciare la festa dopo l'ennesima derisione dei vecchi compagni durante l'appello.
Federica Polidori, organizzatrice della rimpatriata. Donna avvenente, che ha vissuto da mantenuta fino all'abbandono da parte del suo facoltoso amante. Pur sentimentalmente distrutta, dimostra grande gioia nel ritrovare gli ex compagni. Inoltre, nonostante la sua difficile situazione economica, si mostra disponibile verso gli altri compagni, nello specifico quando presta la sua macchina a Piero o quando decide di firmare un assegno per Ciardulli.
Bruno Ciardulli, in arte Tony Brando (e noto in precedenza come Mike Foster). Cantante fallito e oberato dai debiti, irrimediabilmente immaturo, entra in scena simulando per scherzo una rapina, venendo malmenato dalla scorta di Valenzani. Per tutta la sera cerca di racimolare soldi o aiuti dai più benestanti tra gli ex compagni: chiede supporto a Valenzani, tenta di vendere un quadro a Finocchiaro, insiste per organizzare una partita di poker che perde rovinosamente, ed infine arriva al punto di umiliarsi davanti a tutti chiedendo l'elemosina in ginocchio, tenendo un piattino in bocca.
Mauro Valenzani, noto politico, sottosegretario ai lavori pubblici, si presenta alla rimpatriata in auto blu ed accompagnato dalla propria scorta. Freddo, misterioso, cinico e cocainomane, prima convince Piero a portare la sua giovane amante alla festa, poi se ne approfitta quando questi si assenta per regolare i conti con la moglie.
Maria Rita Amoroso, malinconica psicologa zitella. Estremamente devota al suo lavoro, si adopera per tentare di risolvere i problemi amorosi di Piero e di Luca, i quali però non si curano dei suoi. È lei che consiglia Ruffolo a chiarirsi definitivamente con la consorte. È lei, infine, ad offrirsi di riaccompagnare Cristina a casa, dopo che quest'ultima decide di troncare la relazione con Piero.
Armando Lepore, ginecologo, e Lino Santolamazza, magistrato, giungono insieme alla villa dopo essersi accordati per una burla grottesca ai danni degli ex compagni, fingendo un'invalidità di Lino causata da un fantomatico incidente stradale. Lo scherzo regge fin quasi alla fine della festa, quando tuttavia si ritorce tragicamente contro lo stesso Santolamazza.
Ottavio Postiglione, stereotipo del secchione. Meridionalista, come ama definirsi, trapiantato al nord per lavoro. Estremamente logorroico ed esasperante, è per questo evitato con varie scuse dagli ex compagni, nonché addirittura narcotizzato da Finocchiaro e Ciardulli. Viene letteralmente abbandonato ancora addormentato dai compagni l'indomani mattina, a conclusione della rimpatriata.
Luca Guglielmi, vignettista, lasciato dalla moglie Valeria per la sua immaturità, platealmente dimostrata allorquando si presenta alla festa in moto, e poi insistendo con i compagni per ascoltare di nascosto Piero che parla al telefono con la moglie. Cerca in tutti i modi possibili di riconquistare Valeria, alla fine riuscendovi.
Valeria Donati, affascinante giornalista in crisi con il marito e compagno di scuola Luca, che ha da poco lasciato. All'inizio del ritrovo, quando lo rivede, vuole andarsene via, ma viene convinta da Federica a restare. Dopo aver respinto i tentativi di Luca per tutta la serata, alla fine si riappacifica con lui.
Gioia Savastano, la spiritosa della classe che in realtà cela una grande tristezza, che viene rivelata allorquando, prendendo in braccio il bambino di Gloria come se dovesse allattarlo, confida alla ex compagna di classe di essere sterile, adducendo come motivazione il desiderio di provare una sensazione che non ha mai provato e verosimilmente non proverà mai.
Giulio Attenni, commercialista, separato dalla moglie e da sempre innamorato non corrisposto di Federica. Si incarica di effettuare le riprese della rimpatriata con una videocamera, ed è inoltre l'unico che mostra compassione nei riguardi di Fabris, cercando invano di convincere gli altri a non deriderlo.
Gloria Montanari, madre con un passato infelice e un bambino senza padre che porta con sé alla festa.
Francesco Toscani, scapolo, il compagno che negli anni ha migliorato più di tutti il suo aspetto fisico. Perennemente innamorato di Margherita sin dai tempi della scuola, riallaccia un fugace rapporto con lei.
Margherita Serafini, una bella donna sposata con un capitano dei Carabinieri di origine siciliana, che la accompagna e poi la viene a riprendere alla festa, ed all'apparenza molto geloso. Durante la serata si rende conto che il feeling con Toscani è ancora vivo, e prima di andarsene lo porta in disparte e lo bacia sulla bocca, ma quando lui le chiede di scambiarsi il numero di telefono, rifiuta.
Jolanda Scarpellini, amica zitella di Valeria cui è morbosamente legata. Permalosa e acida, in particolare nei confronti di Luca, in quanto "reo" di insistere con la sua amica Valeria per tornare con lei, viene sfruttata e derisa per tutta la sera da Lepore e Santolamazza. Lascerà anche lei la festa anticipatamente, dopo che Valeria si sarà riappacificata con Luca.
Alla rimpatriata non partecipano Sabatino Barbagallo, morto tre anni prima di leucemia, Fulvio Cantamessa, che ha declinato l'invito tramite l'invio di un telegramma dai contenuti sarcastici, Paglia, citato in un dialogo tra Ruffolo e Valenzani, e Micheloni, nominato da Toscani mentre tenta di indovinare chi sia l'ex compagno presentatosi in moto.
Ciardulli, dopo aver scoperto la recita di Santolamazza, ordisce uno scherzo per smascherarlo, facendolo cascare dalla carrozzina legata al furgoncino del catering, procurandogli varie contusioni. Lepore si sfoga su Ruffolo, appena sopraggiunto dopo aver lasciato la moglie, e ignaro dell'incidente. Valenzani, dopo aver abusato sessualmente di Cristina nella cabina della spiaggia, abbandona la festa non prima di essere stato preso a pugni da Ruffolo e avere incassato il disprezzo di molti ex compagni.
Toscani trova sotto una poltrona un orecchino della Serafini andata via qualche ora prima, facendo presagire un seguito nel rapporto tra i due; Federica Polidori fa le valigie in quanto sfrattata, rimanendo quindi senza mestiere e senza soldi, ma partirà con Gloria, bisognosa di aiuto. Prima di congedarsi Attenni propone una foto di gruppo con quelli rimasti, che Finocchiaro ritiene «i migliori».
Ruffolo è il penultimo (Postiglione è infatti ancora addormentato all'interno della casa sotto l'effetto del sonnifero) ad andarsene senza più moglie né amante e con l'auto in panne per la rottura della coppa dell'olio.
Pur incerto sul proprio futuro ma liberatosi dei gravosi oneri coniugali, può finalmente concedersi serenamente una sigaretta.
Il film, dichiaratamente ispirato, per ammissione stessa di Carlo Verdone, all'analogo statunitense del 1983 Il grande freddo di Lawrence Kasdan[1], si differenzia dal modello di riferimento per l'assenza di critica generazionale[1]: nacque, altresì, da uno spunto autobiografico dello stesso Verdone e del suo compagno di scuola, e futuro cognato, Christian De Sica, i quali si trovarono invitati a una rimpatriata dai tristi esiti[2].
La colonna sonora, analogamente al Grande freddo, rivisita brani degli anni sessanta/settanta, tra cui A Salty Dog dei Procol Harum, Sugar, Sugar degli Archies, Do It Again degli Steely Dan e With a Girl Like You e Love Is All Around dei Troggs (di cui, contrariamente a quanto afferma Postiglione, il leader non era Chip Taylor, ma Reg Presley).
Nancy Brilli ricevette casualmente il ruolo di Federica Polidori: l'attrice, all'epoca sposata con Massimo Ghini, aveva accompagnato suo marito a una prova costumi e fu scritturata, anche se dovette subire un invecchiamento scenico di circa 10 anni, dovendo interpretare un'ultratrentenne.
Tra l'altro, il nome Federica non era affatto comune negli anni cinquanta, decennio in cui i personaggi del film sono nati; si è ipotizzato che il nome, divenuto popolare solo vent'anni più tardi tanto da essere, nel 1976, il sesto più diffuso tra le neonate[3], fosse stato scelto per via dell'aspetto giovanile di Nancy Brilli[3].
Il film segnò l'esordio della carriera di caratterista del romano Angelo Bernabucci (1944-2014): questi, all'epoca poco più che quarantenne, abitante in via Giulia poco lontano dall'abitazione di Verdone, esercitava la professione di libraio, peraltro mai abbandonata anche dopo il debutto sul grande schermo.
Il regista, mentre si trovava nell'officina meccanica di un conoscente comune, ne notò la cadenza e lo volle per affidargli la parte del rozzo e arricchito commerciante di carni[4].
Da lì iniziò per Bernabucci una carriera venticinquennale, che lo vide sempre interpretare il personaggio del cosiddetto “coatto” romano, di modi non raffinati ed eloquio greve.
Le riprese iniziarono il 1º agosto e terminarono il 16 ottobre 1988.
Per quanto riguarda la lussuosa residenza in cui è ambientata la vicenda, citata nel film come «Villa Scialoja», non v'è concordanza di fonti: mentre infatti Il Messaggero di Roma riporta quale location Villa Volpi a Sabaudia[5], edificata negli anni cinquanta per conto della vedova del conte Giuseppe Volpi di Misurata[5] su progetto di Michele Busiri Vici[6] (location alla quale fa comunque riferimento lo stesso Verdone in una sua intervista di vent'anni più tardi[7]), Alessandro Chiello nel suo C'eravamo tanto amati (2014) fa menzione a Villa dei Quintili, residenza che si trova lungo via Appia Antica a Roma[8].
Il set delle scene balneari fu invece il litorale della Capitale: quelle del tuffo notturno in mare furono girate allo stabilimento “la Marinella” a Castel Porziano, mentre quelle del litigio coniugale di Piero Ruffolo con sua moglie, invece, a Fregene (all'epoca facente ancora parte del comune di Roma) presso lo storico stabilimento “la Nave”, riconoscibile dalle due strutture murarie rappresentanti altrettanti fumaioli, appunto a richiamare l'idea di una nave.
^ab Enzo Caffarelli, I nomi di donna nel cinema di Carlo Verdone, in Rivista Italiana di Onomastica, II, n. 2, Roma, Editrice Romana, secondo semestre 1996, p. 387, ISSN 1124-8890 (WC · ACNP).