Cėndijn Damdinsürėn[1] (in mongolo: Цэндийн Дамдинсүрэн; Distretto di Matad, 14 settembre 1908 – Ulan Bator, 27 maggio 1986) è stato uno scrittore e linguista mongolo, autore del testo dell'inno nazionale della Mongolia. Ha anche trascritto in mongolo moderno la Storia segreta dei mongoli.
Nato nel 1908 in quella che oggi è la provincia del Dornod, fu politicamente attivo nella Lega della Gioventù Rivoluzionaria Mongola. Successivamente divenne presidente del Consiglio dei sindacati mongoli ed entrò a far parte del Partito del Popolo Mongolo nel 1932. Nel 1933 continuò la sua formazione a Leningrado.
Dopo essere tornato in Mongolia nel 1938, divenne un alleato del futuro presidente Yumjaagiin Tsedenbal. Fu promotore del passaggio dalla scrittura mongola classica scritta in verticale alla scrittura cirillica adattata; fu costretto a farlo perché represso politicamente e imprigionato e minacciato di pena capitale. Tra il 1942 e il 1946 fu redattore del giornale di partito Mongoliin Ünen (La verità). Nel 1959 divenne presidente del Comitato delle scienze e tra il 1953 e il 1955 fu presidente dell'Unione degli scrittori mongoli.
La lingua delle sue poesie e della sua prosa si basava molto sulle tradizioni letterarie orali. Il suo romanzo La ragazza rifiutata (Гологдсон хүүхэн, Gologdson Khüükhen)[2] divenne un film popolare degli anni '60.
Creò il primo grande dizionario russo-mongolo e scrisse il testo dell'inno nazionale in uso tra il 1950 e il 1962, e in parte dopo il 1991.
È stato candidato al Premio Nobel per la Letteratura nel 1971.[3]
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