DIOP | |
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Nome IUPAC | |
O-Isopropilidene-2,3-diidrossi-1,4-bis(difenilfosfino)butano | |
Abbreviazioni | |
DIOP | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C31H32O2P2 |
Massa molecolare (u) | 498,54 |
Aspetto | polvere bianca |
Numero CAS | 37002-48-5 (+) | (–);
PubChem | 350240 |
SMILES | CC1(C)OC(CP(c2ccccc2)c2ccccc2)C(CP(c2ccccc2)c2ccccc2)O1 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Solubilità in acqua | insolubile |
Temperatura di fusione | 88–90 °C (361–363 K)[1] |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione | |
Frasi H | 315 - 319 - 335 [1] |
Consigli P | 261 - 305+351+338 [1] |
DIOP è l'abbreviazione comunemente usata per il composto organofosforico O-Isopropilidene-2,3-diidrossi-1,4-bis(difenilfosfino) butano, appartenente alla classe delle fosfine. In particolare il DIOP è stata la prima difosfina chirale ad essere stata sintetizzata e impiegata nel campo della catalisi asimmetrica.[2] In condizioni normali è un solido bianco solubile in solventi organici.
DIOP è stato preparato per la prima volta da Henri B. Kagan nel 1971.[3] Viene sintetizzato dall'acetonide dell'acido L(+)-tartarico, che viene ridotto prima di addizionare i sostituenti PPh2.
Come legante, DIOP è un chelante che si lega a metalli formando un anello a sette membri.[4][5] I suoi complessi sono stati utilizzati per ridurre composti prochirali come olefine, chetoni e immine.
Diop è disponibile in commercio. Il composto è irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle. Non ci sono dati che indichino proprietà cancerogene.