De mortibus persecutorum | |
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Autore | Lattanzio |
1ª ed. originale | 316-321 |
Editio princeps | Parigi, 1679 |
Genere | trattato |
Lingua originale | latino |
De mortibus persecutorum (dal latino, «Le morti dei persecutori») è un trattato in lingua latina attribuito allo scrittore cristiano Lattanzio.
Composto negli anni immediatamente seguenti all'Editto di Milano, il trattato aveva lo scopo morale di istruire i cristiani su quale fosse la sorte che spettava ai nemici di Dio. Esso narra, con uno stile scorrevole e a tratti molto crudo e vivace, la vita, le sofferenze e la fine tragica di tutti i persecutori del cristianesimo, da Nerone fino a Massimino Daia. L'opera si articola in oltre cinquanta capitoli, i più ricchi dei quali sono quelli dedicati ai tetrarchi e ai loro successori.
L'attribuzione del De mortibus persecutorum è stata anche oggetto di dibattito: lo scritto infatti, per il gusto del macabro di molte scene e lo stile ardente e diretto si differenzia dalle altre opere di Lattanzio in cui prevale invece un'eloquenza molto più pacata. Secondo Arnaldo Momigliano[1] l'autore del De mortibus persecutorum è forse l'unico scrittore cristiano dell'epoca che si diffonda su eventi sociali e politici e lo fa con uno spirito conservatore e senatoriale che deve risultare imbarazzante per coloro che identificano i cristiani con l'amore per gli strati sociali più poveri e deboli.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 209069918 · BAV 492/13736 · LCCN (EN) n85144297 · GND (DE) 1088026664 · BNF (FR) cb13543185g (data) · J9U (EN, HE) 987007343117305171 |
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