Demetrio Stratos | |
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Nazionalità | Grecia Italia |
Genere | Musica sperimentale Fusion Rock progressivo |
Periodo di attività musicale | 1963 – 1979 |
Strumento | voce, organo Hammond, pianoforte, fisarmonica |
Etichetta | Numero Uno, Cramps Carosello, EMI Italiana, Fonit Cetra |
Album pubblicati | 8 |
Studio | 6 |
Live | 2 |
Sito ufficiale | |
Demetrio Stratos, pseudonimo di Efstràtios Dimitrìou (Ευστράτιος Δημητρίου, IPA: /ɛf'stratjos ðimi'triu/; Alessandria d'Egitto, 22 aprile 1945 – New York, 13 giugno 1979), è stato un cantante, polistrumentista e musicologo greco naturalizzato italiano, famoso per essere stato il frontman delle band I Ribelli e Area.
Stratos nacque ad Alessandria d'Egitto da genitori greci.[1] Trascorse i primi tredici anni di vita ad Alessandria d'Egitto, studiando pianoforte e fisarmonica al prestigioso «Conservatoire National d'Athènes». Essendo di famiglia cristiano-ortodossa, fin da piccolo poté assistere alle cerimonie accompagnate da musica religiosa bizantina, oltre ad ascoltare la musica araba tradizionale. Da adulto, Stratos riconobbe che l'infanzia ad Alessandria l'aveva fatto sentire come un facchino in un albergo internazionale, in grado di vivere l'esperienza dei viaggiatori e di assistere al traffico di culture in quel Mediterraneo ricco di diverse etnie e crocevia di intense pratiche musicali.[1] Subito dopo la crisi di Suez, nel 1957, la famiglia lo mandò a studiare presso il Collegio di Terra Santa a Nicosia, Cipro, dove Efstràtios ottenne anche il passaporto cipriota.[2]
Nel 1962 si trasferì a Milano dove si iscrisse alla facoltà di architettura del Politecnico.[3] In Italia assunse definitivamente il nome di Demetrio Stratos, scambiando il cognome (Dimitrìou) con il nome di battesimo (Efstràtios). Nel 1963 formò a Milano un gruppo musicale studentesco di soul, blues e rhythm and blues e fece esperienza come turnista in diversi studi di registrazione.[4]
Nel 1966, con lo pseudonimo The Clockwork Oranges, debuttò come cantante in un 45 giri pubblicato dalla Vedette: Ready Steady/After Tonight;[5][6][7] nello stesso anno si unì come pianista e voce solista al complesso beat I Ribelli con i quali rimase fino al 1970 incidendo vari 45 giri, tra cui il celebre successo Pugni chiusi, e l'album che porta il loro nome.
Lasciati i Ribelli, nel 1971 Stratos pubblicò il singolo Daddy's dream per l'etichetta Numero Uno di Lucio Battisti e l'anno seguente fondò insieme al batterista Giulio Capiozzo gli Area, gruppo in cui rimase fino al 1978 affermandosi in Italia e all'estero sulla scia della fusion e del rock progressivo.[8][9]
Nel 1978 Stratos lasciò gli Area per dedicarsi esclusivamente alla ricerca vocale e in quest'anno accrebbe la sua fama internazionale: John Cage lo invitò a tenere una serie di concerti presso il Roundabout Theatre di New York e dello stesso periodo è la partecipazione a un Event della Merce Cunningham Dance Company con la direzione artistica di Jasper Johns, quella musicale di Cage e la collaborazione di Andy Warhol ai costumi.[9][10]
to have haD the idEa his Music would nEver sTop the Range of hIs vOice would have no limitS nexT foR him to leArn was in Tibet after that Out into vocal Space— John Cage, Mesostic for Demetrio Stratos (1991)
Il 30 marzo 1979 Stratos tenne il suo ultimo concerto presso il Teatrino della Villa Reale di Monza;[11] colpito da una forma di anemia aplastica, il 2 aprile fu ricoverato al Policlinico di Milano e da lì poi trasferito al Memorial Hospital di New York.[11] La notizia si diffuse rapidamente nell'ambiente musicale italiano: Gianni Sassi, fondatore della Cramps e già paroliere degli Area, organizzò un concerto da tenersi all'Arena Civica di Milano allo scopo di raccogliere i fondi per garantire al cantante la costosa degenza, in attesa del necessario trapianto di midollo osseo: all'iniziativa aderirono fra gli altri: Eugenio Finardi, Angelo Branduardi, Antonello Venditti, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Carnascialia, Skiantos e gli stessi Area. Le condizioni del cantante tuttavia si aggravarono più rapidamente del previsto ed egli morì per collasso cardiocircolatorio all'età di 34 anni il 13 giugno 1979, il giorno prima della data fissata per l'evento benefico che divenne così un tributo alla sua memoria, primo di una lunga serie.[12][13]
Dalle registrazioni del concerto di Milano, al quale intervennero circa sessantamila spettatori,[11] la Cramps trasse il doppio album 1979 Il concerto - Omaggio a Demetrio Stratos; lo speciale televisivo dedicato all'evento, a cura di Renato Marengo, fu trasmesso sul secondo canale della Rai nel luglio del 1979 e, in occasione del trentennale (2009), uscì su un DVD prodotto dalla Cramps assieme a Rai Trade, allegato a la Repubblica e L'Espresso.
Stratos fu tumulato nel cimitero del borgo di Scipione Castello, frazione del comune di Salsomaggiore Terme (PR) che tutti gli anni, dal 2000, organizza una manifestazione musicale a lui dedicata.[14]
Nel 2023 la moglie Daniela Ronconi Demetriou e la figlia Anastassia hanno donato l'archivio del musicista alla Scuola di vocalità e centro studi internazionale sulla voce «Malagola» di Ravenna.[15]
Demetrio Stratos coltivò un'importante esperienza solista incentrata su sperimentazioni e ricerche vocali, che ha prodotto un'ampia e notevole discografia. Il suo studio della voce come strumento, memore dell'esempio dei cantanti più avanzati della musica nera statunitense come Leon Thomas, lo portò nel corso degli anni settanta a raggiungere risultati al limite delle capacità umane. Compì ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova tra il 1976 e il 1978, e studiò le modalità canore dei popoli asiatici.[14][16] Il prof. Franco Ferrero, che presso il Centro Studi per le ricerche di Fonetica del CNR dell'Università di Padova analizzò gli effetti che Stratos riusciva a produrre, ammette: «Stando a quanto ho riscontrato durante l'emissione, le corde vocali non vibravano. La frequenza era molto elevata (le corde vocali non riescono a superare la frequenza di 1000-1200 Hz). Nonostante ciò Demetrio otteneva non uno, ma due fischi disarmonici, uno che da 6000 Hz scendeva di frequenza, e l'altro che da 3000 Hz saliva. Non si poteva supporre, quindi, che un fischio fosse l'armonico superiore dell'altro. Constatai anche l'emissione di tre fischi simultanei».[17]
Le analisi sulla voce di Stratos, sia quelle effettuate nel periodo 1976-78 quando fu presente a Padova, sia le successive, hanno dimostrato che il musicista riusciva a produrre diplofonie, suoni bitonali e difonici (canto armonico, meccanismi vocali sovraglottici, fischio laringeo), abilità diverse tra loro che è raro trovare nella stessa persona.[18] Grazie alle già notevoli doti innate, alle tecniche acquisite, e agli studi con il CNR, Stratos riuscì a raggiungere risultati che rimangono ancora ineguagliati.
Franco Ferrero affermò inoltre quanto segue: «La strabiliante ricerca di Stratos porta molte suggestioni e piste di ricerca ancora da studiare. Vorrei limitarmi a due sottolineature particolarmente stimolanti e innovative per il nostro tempo: la preminenza del significante rispetto al significato e il valore rituale della voce in ordine all'accesso alla scaturigine del corpo». «La voce - sostiene Stratos - è oggi nella musica un canale di trasmissione che non trasmette più nulla»; e ancora: «L'ipertrofia vocale occidentale ha reso il cantante moderno pressoché insensibile ai diversi aspetti della vocalità, isolandolo nel recinto di determinate strutture linguistiche».[17]
Nel 1974 prese parte a tournée e festival in Francia, Portogallo, Svizzera e Cuba; a Cuba ricevette l'invito dal Ministero della cultura ad incontrarsi con la delegazione di musicisti della Mongolia per partecipare a un dibattito sulla vocalità dell'Estremo Oriente; Stratos si era infatti progressivamente inoltrato nell'affascinante mondo dei suoni riprendendo e ampliando un vasto discorso sul significato della voce nelle civiltà orientali e mediorientali.[12][14][9]
Molti musicisti gli hanno dedicato concerti o composizioni. Tra i vari omaggi a lui indirizzati si ricordano:
Inoltre, a Demetrio Stratos sono intitolati: l'auditorium degli studi di Radio Popolare e una via nel nuovo quartiere di Citylife a Milano,[22] una piazza a Oppido Lucano (Potenza), una strada a Vaglio Basilicata (Potenza) e una a Scipione Castello (Parma), dov'è sepolto.[23]
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