La Dichiarazione di Sheffield, nota anche come Risoluzione di Sheffield, fu una petizione dei coloni americani contro le politiche britanniche e un manifesto per i diritti individuali, composa da una serie di risoluzioni approvate dalla città di Sheffield, Massachusetts, il 12 gennaio 1773 e pubblicate sul The Massachusetts Spy, Or, Thomas's Boston Journal il 18 febbraio 1773. L'incontro si svolse nella Casa del Colonnello John Ashley, un edificio inserito nel National Register of Historic Places e situato ad Ashley Falls, un quartiere di Sheffield, Massachusetts.
Le risoluzioni furono discusse e approvate da un comitato di undici cittadini locali: Deacon Silas Kellog, Col. John Ashley (moderatore del comitato), Dr. Lemuel Bernard, Aaron Root, Major John Fellows, Philip Callender, Capt. William Day, Deacon Ebenezer Smith, Capt. Nathaniel Austin, Capt. Stephen Dewey e Theodore Sedgwick, che scrisse il testo.[1]
La prima risoluzione della Dichiarazione affermava che
«Mankind in a state of nature are equal, free, and independent of each other, and have a right to the undisturbed enjoyment of their lives, their liberty and property,»
«l'umanità in uno stato naturale è uguale, libera e indipendente l'una dall'altra, e ha il diritto al godimento indisturbato della propria vita, libertà e proprietà»
Queste parole riecheggiano nella frase più famosa della Dichiarazione di Indipendenza di Thomas Jefferson, tre anni dopo:
«We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.»
«Riteniamo che queste verità siano evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, che tra questi sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità.»