Djamila Taís Ribeiro dos Santos (Santos, 1º agosto 1980) è un'attivista, filosofa e saggista brasiliana.
Djamila Ribeiro è nata a Santos, nello stato di San Paolo, da Erani Benedita dos Santos Ribeiro, domestica in una famiglia bianca, e Joaquim José Ribeiro dos Santos, lavoratore portuale e co-fondatore del Partido Comunista na Baixada Santista. A scuola era l'unica bambina nera. Scoprì il femminismo e i suoi riferimenti teorici fondamentali lavorando nella biblioteca della Casa da Cultura da Mulher Negra di Santos; al momento in cui si iscrisse all'Università Federale di San Paolo per studiare filosofia, Ribeiro era già un'attivista femminista.[1]
Nel 2012, Ribeiro si è laureata in filosofia presso l'Università Federale di San Paolo, occupandosi prevalentemente di filosofia politica nel corso dei suoi studi.[2] Nel 2015 ha ottenuto un master in filosofia politica presso la medesima università con una tesi su Simone de Beauvoir e Judith Butler. I suoi principali temi di ricerca sono le relazioni etniche e razziali, gli studi di genere e il femminismo. Durante i suoi studi, ha creato un centro per gli studi di genere e di razza all'interno della sua università.[1]
Djamila Ribeiro è diventata famosa in Brasile grazie al suo attivismo su Internet. È considerata uno dei principali riferimenti del femminismo nero[3] e una delle principali giornaliste nere in Brasile.[4]
Nel maggio 2016 è stata nominata sottosegretario per i diritti umani e la cittadinanza a San Paolo durante l'amministrazione del sindaco Fernando Haddad.[5]
Ha scritto la prefazione alla traduzione in portoghese brasiliano del libro Donne, razza e classe della filosofa e femminista nera Angela Davis. Nel 2018, Djamila Ribeiro è stata una dei 51 autori, provenienti da 25 paesi, invitati a contribuire ai cosiddetti "Freedom Papers".[6]
Nel corso della sua carriera di saggista, Ribeiro ha ricevuto premi come il premio Trip Transformadores (2017),[7], il Prêmio Dandara dos Palmares (2017)[8] e il premio di miglior editorialista al Troféu Mulher Imprensa (2018).[9] Nel 2019, è stata inclusa dalla BBC nella lista delle 100 donne più influenti al mondo.[10] È anche consulente del Vladimir Herzog Institute e nel 2017 si è recata in Norvegia su invito del governo norvegese per conoscere le politiche di parità di genere del paese.[11]
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