Domenico Rosati | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Legislatura | X |
Gruppo parlamentare | DC |
Circoscrizione | Toscana |
Collegio | Arezzo |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente nella Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | giornalista pubblicista |
Domenico Rosati (Vetralla, 5 febbraio 1929 – Roma, 14 ottobre 2024) è stato un politico, sindacalista e giornalista italiano, ottavo presidente delle ACLI e senatore per la Democrazia Cristiana.
Laureato all'Università di Roma in giurisprudenza, giornalista professionista, fin dagli anni cinquanta ha operato nelle ACLI, dapprima come direttore del periodico Azione Sociale, poi come membro del Consiglio di presidenza dal 1968. Nel 1972 diviene vice presidente, ed è presidente nazionale delle Acli dal 30 maggio 1976 al 12 maggio 1987.[1] La sua elezione a presidente nazionale avviene sulla base di un documento approvato all'unanimità dal Consiglio nazionale delle ACLI che impegna il movimento ad operare all'interno della comunità acclesiale e conferma la scelta di classe ed anticapitalistica e in particolare la legittimità del pluralismo politico dei cattolici.[2]
Sotto la sua presidenza si è quindi ristabilito un solido rapporto tra l'associazione e la gerarchia ecclesiastica, rapporto che si era molto attenuato all'inizio degli anni settanta, in seguito alla deplorazione di Paolo VI (19 giugno 1971). Rosati volle dare alle ACLI un'impronta di "movimento della società civile per la riforma della politica" che si caratterizzasse sui temi pace, lavoro e democrazia, non in contrapposizione ai partiti ma per la loro rigenerazione.[1]
Nel 1983 promosse la marcia per la pace da Palermo a Ginevra contro la politica del riarmo atomico con i missili nella base di Comiso.[1]
È stato senatore nella X legislatura, eletto come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana, dal 1987 al 1992.
Come commentatore sui fatti politici e del mondo cattolico ha collaborato con vari giornali e riviste, tra cui Avvenire, Il Mattino e più di recente, l'Unità.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 120795517 · ISNI (EN) 0000 0003 8527 3552 · SBN RAVV065115 · LCCN (EN) nr97006119 |
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