L'echovirus (acronimo dell'inglese Enteric Cytopathic Human Orphan virus ovvero "virus orfano umano citopatico enterico") è un virus a RNA, appartenente al genere enterovirus della famiglia picornaviridae, che si localizza nell'apparato gastrointestinale e che può causare infezioni opportunistiche.
Il virus è stato isolato per la prima volta da un campione di feci di bambini asintomatici nei primi anni cinquanta, appena dopo lo sviluppo della coltura cellulare per motivi diagnostici. La parte "echo" del nome fu originariamente un acronimo per virus enterico citopatico umano orfano, ovvero un virus non associato a nessuna malattia conosciuta. Nonostante gli echovirus siano stati messi in correlazione con varie patologie, il nome originale è ancora in uso.
Gli echovirus sono molto infettivi, e il loro target primario sono i bambini. L'echovirus è tra le principali cause di sindromi febbrili acute in neonati e bambini piccoli ed è la causa più comune di meningite asettica. L'infezione di un neonato con questo virus dopo la nascita può portare a gravi patologie sistemiche ed è associata ad alta mortalità. L'echovirus può mimare sintomi causati da altre infezioni batteriche e virali comuni.
Un echovirus misura circa 24-30 nanometri ed è simile ad altri virus; esso, infatti, è un virus nudo, con un capside che rappresenta il 75% delle molecole virali, che racchiude un core centrale di RNA monocatenario. Questo RNA conta approssimativamente 7.5 kilobasi (kb), contiene una RNA polimerasi RNA-dipendente, proteine virali, e una singola poliproteina responsabile della formazione di proteine strutturali e di altre proteine necessaria alla replicazione. Le proteine strutturali determinano lo spettro d'ospite e giocano un ruolo molto importante nella penetrazione del genoma virale nel citoplasma di nuove cellule ospiti.
Alcune replicazioni dell'echovirus avvengono nella regione rinofaringea dopo l'infezione e successivamente i virus si diffondono ai linfonodi regionali. La maggior parte dei virioni viene ingerita e raggiunge il tratto digerente, dove si pensa che il virus si leghi a specifici recettori. Quindi il virus si diffonde nell'intestino crasso, replicandosi senza causare nessun danno evidente. In seguito il virus raggiunge siti secondari d'infezione, come il sistema nervoso centrale, il fegato, la milza, il midollo osseo, il cuore e infine i polmoni. Successive replicazioni virali sono responsabili dei sintomi, che si manifestano dai 4 ai 6 giorni dopo l'infezione. I sintomi più gravi sono correlati all'infezione del sistema nervoso.
Le malattie da echovirus colpiscono perlopiù maschi e bambini. Le infezioni nelle prime due settimane dalla nascita possono causare malattie devastanti e potenzialmente fatali. In queste classi di rischio, la morte normalmente avviene per insufficienza epatica o miocardite, anziché per infezione del sistema nervoso centrale. I bambini più grandi e gli adulti hanno una prognosi migliore. La miocardite è la complicazione più frequente negli adulti.
L'echovirus, come i Coxsackie A e B, causano tipicamente una lieve e non specifica sindrome con febbre. L'echovirus può anche produrre un rash che si estende dalla faccia fino al collo, a volte anche fino al torace. La diagnosi di laboratorio si effettua con titoli di anticorpi sierici per l'echovirus.
Le cause di infezione da echovirus sono classificate in varie categorie. Le principali cause sono da ascrivere a condizioni di scarsa igiene. Gli echovirus si trasmettono da persona a persona; la via oro-fecale è quella predominante, anche se la trasmissione a volte avviene respirando le secrezioni orali come la saliva. La trasmissione indiretta avviene mediante parecchie vie, inclusa l'acqua e il cibo contaminato, e oggetti infettati. Nuotare in acque contaminate può altresì aumentare il rischio di contagio. Inoltre, vi sono referti ben documentati di contagio tramite le mani contaminate di personale ospedaliero.
Al momento non sono disponibili trattamenti specifici per l'echovirus e la terapia è sintomatica. Il farmaco antivirale pleconaril interferisce con il legame del virione alla membrana cellulare e ostacola lo scapsidamento, attaccandosi al capside.