L'editio typica (dal latino: " edizione tipica") è una tipologia testuale utilizzata dalla Chiesa cattolica come testo di partenza ufficiale di un particolare documento. Ordinariamente, è scritta nella lingua latina ecclesiastica, che, insieme al francese, è un delle due lingue ufficiali della Chiesa. L'editio typica viene poi tradotta nelle lingue vernacolari.
In caso di dubbi interpretativi, presunti errori e differenze di significato tra l'editio typica e le traduzioni altre lingue, prevale e fa fede esclusivamente il testo redatto nella lingua ufficiale della Chiesa. Ciò vale anche se sia l'editio typica che la traduzione hanno entrambe l'imprimatur di un'autorità episcopale, come il Papa o una conferenza episcopale nazionale.
Da quando il Concilio Vaticano II ha consentito l'uso della lingue vernacolari per la celebrazione della Santa Messa, le traduzioni in volgare sono state effettuate utilizzando le editiones typicae del Missale Romanum, del Rituale Romanum, del Pontificale Romanum e della Liturgia Horarum.
Le edizioni tipiche sono pubblicate dalla Santa Sede, sovente in latino. Esse sono il modello di riferimento per le traduzioni autorizzate dalle diverse conferenze episcopali nazionali.
Di alcuni documenti, riportati nelle sezioni seguenti, possono coesistere molteplici edizioni tipiche in lingua latina ecclesiastica, precedenti e/o successive al Concilio Vaticano II.
Missale Romanum del 2002 – terza edizione tipica, tenendo che recepisce le riforme introdotte dopo il Concilio Vaticano II (forma ordinaria del rito romano).[2]
Graduale Romanum (1908) – edizione tipica del graduale, che è un libro contenente i canti della Messa (musica e testi); nessuna delle edizioni post-conciliari è un’edizione tipica.[3]
Antiphonale Romanum (1912) – edizione tipica dell'antifonario, che include i canti dell'ufficio delle ore (note e testi) per la parte diurna, escludendo quindi il mattutino.[6]
Ritus servandus in concelebratione missae (1965) – edizione tipica annunciata in concomitanza con la (re)introduzione della possibilità della concelebrazione e della santa comunione sotto le due specie eucaristiche nella liturgia romana.[7]
^La Nova Vulgata è stata promulgata anche come Editio typica, poiché il testo di questa edizione biblica deve essere utilizzato in tutti i contesti liturgici.