Edmond Amran El Maleh (in arabo ادمون عمران المالح?; Safi, 30 marzo 1917 – Rabat, 15 novembre 2010) è stato uno scrittore e attivista marocchino.
Edmond Amran El Maleh nacque a Safi da una famiglia ebrea berbera originaria del Sous orientale.[1] Si avvicinò agli ambienti della sinistra in uno stabilimento della Fiat a Casablanca. Venne coinvolto nelle attività del Partito Comunista Marocchino, entrando nel politburo, e partecipò alla campagna per l'indipendenza del Marocco.[2] Divenne responsabile del partito dopo l'arresto di Ali Yata tra gli anni 1940 e 1950.[3] Espresse posizioni fortemente antisioniste e si oppose all'emigrazione dei suoi connazionali di fede ebraica che venivano convinti dagli agenti sionisti a trasferirsi in Israele; fu sostenitore della causa palestinese.[1] Si trasferì a Parigi nel 1965, dove lavorò come giornalista e insegnante di filosofia.[4][1]
Iniziò a scrivere nel 1980 una serie di romanzi e racconti. I suoi scritti furono impregnati dalla memoria e dalla simbiosi culturale araba, berbera ed ebraica propria del Marocco. Scrisse soprattutto in lingua francese, anche se fece spesso riferimento anche all'arabo marocchino.[4][1] Dal 1999 fino alla sua morte visse a Rabat, dove morì il 15 novembre 2010, all'età di 93 anni, venendo sepolto nel cimitero ebraico di Essaouira.[4]
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