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Possono essere accompagnate anche da steatosi epatica, una condizione reversibile in cui grandi vacuoli di trigliceridi si accumulano nelle cellule epatiche.[4] Una conseguenza nefasta di questi stati è la cirrosi[5]; questa è un'alterazione dell'architettura tissutale del fegato, nella quale le cellule epatiche che subiscono un insulto continuo vanno incontro a necrosi e vengono sostituite da tessuto fibroso. Le epatopatie e la cirrosi portano a un'insufficienza epatica cronica e/o indurre lo sviluppo di neoplasia.[6] Alcune di queste si caratterizzano come ad esempio:
L'epatopatia alcolica è una patologia epatica dovuta al consumo eccessivo di bevande alcoliche, nella quale si ritrovano steatosi epatica, epatite alcolica e dopo anni di abuso cirrosi e degenerazione neoplastica.
L'epatopatia da tossici, dovuta a tossine sia di origine naturale (intossicazione da funghi o erbe) che artificiale (epatopatia da farmaci) con risultati simili all'epatopatia alcolica.
La sindrome NASH caratterizzata da una condizione istologicamente indistinguibile da una steatosepatite in epatopatia alcolica senza però l'assunzione di alcool. È spesso associata ad obesità e sindrome metabolica.[7]
La sindrome di Gilbert,[9] una malattia genetica dell'escrezione della bilirubina caratterizzata da un'iperbilirubinemia che può causare lieve ittero, è una condizione fondamentalmente benigna.
Le malattie del fegato possono verificarsi attraverso diversi meccanismi ma tutti comportano in qualche modo un danno per l'organo. Ad esempio nelle forme virali.[15] Il danno è causato dall'attività virale e dalla risposta immunitaria. Nell'epatopatia alcolica invece è un elevato consumo di alcol a portare a un danno citotossico, causato dalla metabolizzazione dell'etanolo e dei suoi metaboliti, con conseguente accumulo di grasso nelle cellule epatiche che porta a una disregolazione nel metabolismo dei trigliceridi e acidi grassi.[16]
La terapia consiste nella rimozione (quando possibile) della causa dell'epatopatia. Farmaci anti-virali sono disponibili per trattare infezioni come l'epatite B.[18] In quegli individui che non hanno potuto beneficiare del vaccino contro HBV. Lo stesso vale per gli antivirali contro HCV. Nell'epatopatia alcoolica la cura consiste nell'astensione dall'alcool, mentre nelle steatoepatiti non alcoliche nell'adottare la terapia instaurata per la sindrome metabolica.
Altri trattamenti possono essere utilizzati per rallentare la progressione della malattia, per esempio:
(EN) Frederick J. Suchy, Ronald J. Sokol e William F. Balistreri, Liver Disease in Children, Cambridge University Press, 20 febbraio 2014, ISBN978-1-107-72909-4.
(EN) Gideon M. Hirschfield e E. Jenny Heathcote, Autoimmune Hepatitis: A Guide for Practicing Clinicians, Springer Science & Business Media, 2 dicembre 2011, ISBN978-1-60761-569-9.