Erchia

Erchia
Informazioni generali
Nome ufficiale(GRC) Ἐρχία
Dipendente daAntica Atene, tribù Egeide, trittia della Mesogea
Amministrazione
Forma amministrativaDemo
Rappresentanti7 o 6 (11 dal 307/306 a.C. al 224/223 a.C.) buleuti[1]
Cartografia
Erchia è a destra, a sud del Pentelico

Erchia (in greco antico: Ἐρχία?, Erchía[2]) era un demo dell'Attica. La sua posizione, a sud dell'odierna Spata, è nota grazie al ritrovamento di una lex sacra[3] del demo.[4]

Secondo Stefano di Bisanzio Erchia aveva preso il nome da Erchio, un abitante del luogo che aveva ospitato Demetra.[5]

A sud di Spata sono stati identificati i resti di un tempio del V secolo a.C., che doveva trovarsi vicino all'agorà di Erchia o al suo interno.

Gran parte di ciò che si conosce riguardo a Erchia viene da quella lex sacra: in essa sono elencati 59 sacrifici annuali a 46 divinità (dei, ninfe ed eroi), per un costo totale di 547 dracme; 21 di questi sacrifici venivano compiuti nel demo stesso, gli altri 38 nei demi confinanti o ad Atene.

Dalla sua posizione centrale all'interno dell'Attica, dalla ricchezza e dalle posizioni ricoperte da molti dei suoi abitanti (il cui periodo di massimo splendore, a giudicare dalle informazioni disponibili, sembra compreso all'incirca tra il 450 e il 200 a.C.[6]),[7] e dal numero dei suoi buleuti, superiore a quelli di tutti gli altri demi della tribù Egeide,[1] si può ritenere che Erchia fosse uno dei demi più importanti.[8]

A Erchia si trovava un santuario di Ecate.[9]

Si conosce da un'iscrizione una commedia dal titolo Gli Erchiesi della prima metà del II secolo a.C.,[10] ma non si sa quale difetto degli Erchiesi attaccasse.[11]

  1. ^ a b Traill, tavola II.
  2. ^ Per le altre dizioni attestate, vedi Hoffman Young, pp. 62-63.
  3. ^ SEG 21, 541.
  4. ^ Traill, p. 41.
  5. ^ Stefano, s.v. Ἑρχιά.
  6. ^ Hoffman Young, p. 47.
  7. ^ Hoffman Young, pp. 7-46.
  8. ^ Hoffman Young, p. 45.
  9. ^ (EN) Simon Hornblower, Antony Spawforth e Esther Eidinow (a cura di), Hecate, in The Oxford Classical Dictionary, 4ª ed., Oxford, Oxford University Press, 2012, p. 650, ISBN 978-0-19-954556-8.
  10. ^ CIA II 975 F.
  11. ^ Hoffman Young, pp. 46-47.
Fonti secondarie

Collegamenti esterni

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  • (EN) Erkhia, su ancientworlds.net. URL consultato il 4 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2019). (fonte usata)
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