L’Euchologion (greco: εὐχολόγιον; slavo: Молитвословъ, Molitvoslov; rumeno: Euhologiu / Molitfelnic) è uno dei principali libri liturgici della Chiesa Ortodossa e delle Chiese Cattoliche di rito orientale, che, in coordinazione con l'Horologion, descrive in dettaglio tutti i riti e i servizi pronunciati da un consacrato: vescovo, presbitero o diacono.
La "parte mobile" del rito comprende le preghiere specifiche che cambiano per ogni domenica e per ogni festa. È redatto per un orizzonte di tempo pluridecennale, introdotto da un calendario universale che indica o consente di determinare, per ogni ricorrenza e commemorazione, gli anni in cui quel giorno cade di domenica o giorno festivo.
Gli Euchologia pubblicati dal XX secolo talora contengono un salterio completo per la liturgia delle ore dei giorni infrasettimanali non festivi, dal mattutino ai Vespri.
Il termine greco Euchologion era tradotto nei secoli passati con il latino Rituale graecorum[1], un libro illustrato che presentava riti e ordini della divina liturgia, degli uffici, sacramenti, consacrazioni, benedizioni, funerali ed orazioni.
Gli Euchologion diffusi in Francia sviluppano riti e servizi dei giorni festivi a copertura di un periodo di 40 anni, suddiviso in altrettanti volumi con relativo metodo di calcolo.
L’Euchologion di san Serapione di Thmuis è uno dei sacramentari che desta l'attenzione degli studiosi odierni. L'antica tradizione dell’Euchologion è ancora oggi diffusa nelle diocesi francesi.
Esiste libri specifici per il culto dei santi limitato ad una diocesi (Parigi, Roune) o una regione, legato ai luoghi dove trascorsero la loro vita e dove è viva la memoria delle opere e dei miracoli.
Gli ordini religiosi possono avere un proprio Euchologion, come quello della Compagnia di Gesù, da pronunciarsi internamente ai collegi.
La versione completa si chiama 'Grande Euchologion' (dal greco: Εὐχολόγιον τό μέγα , Euchologion a MEega ; slavo: Болшой Иерейсий Молитвословъ , Bolshoi Ieréisky Molitvoslóv ; rumeno: Arhieraticon ), e contiene:
Gli altri libri contengono solo porzioni del Grande Euchologion:
L'Euchologion contiene in primo luogo, le prescrizioni del diacono per i Vespri, il Mattutino e la Divina Liturgia. Le litanie del sacerdote e del diacono per i Vespri e il Mattutino. La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo è la cornice in cui le altre liturgie sono inserite.
Dopo le liturgie segue una raccolta di Sacri Misteri (sacramenti e sacramentali), canoni (sia norme che preghiere) e benedizioni:
Negli Euchologia editi dal XX secolo in poi sono di solito pubblicati gli "Scritti Apostolici" (le letture delle Epistole) e la lettura dei Vangeli per le Grandi Feste (tratti dai due libri che contengono l'intera collezione liturgica), ed infine la disposizione della corte del Patriarca Ecumenico, con le indicazioni per i diversi compiti durante la liturgia.
Il più antico documento del rito bizantino (che è simile al rito antiocheno) è il Barberini Euchologion (pp. 336), un manoscritto greco scritto intorno al 790 dC[2]
Le prime edizioni a stampa furono pubblicate a Venezia nel XVI-XVII secolo: nel 1526, nel 1638 (edita nuovamente da Jacques Goar), e nel 1862, che resterà la base e il riferimento costante delle successive edizioni del Grande Euchologion fino XX secolo, quale risultava ancora nel testo Astir pubblicata ad Atene del 1970. Sempre l'edizione veneziana del 1862 fu la base dell'edizione pubblicata a Bucarest nel 1703, e della 7ª edizione curata da Spiridione Zerbos (1898, Tipografia greco-ortodossa ufficiale).
Le Chiese Ortodosse non di lingua greca avevano traduzioni autorizzate, generalmente pubblicate nella capitale del rispettivo Paese (Mosca, Bucarest, Gerusalemme). L'Euchologion fu tradotto in slavo ecclesiastico nel IX secolo.
La versione definitiva dell'Euchologion della Chiesa ortodossa ucraina fu pubblicata da Peter Mohyla nel 1646 (e in prima ristampa a Parigi nel 1988). Questa edizione contiene circa 20 rituali di origine locale e non eseguiti in altre chiese dell'Oriente Cristiano (ad esempio, servizi per la scoperta di reliquie sacre e per la benedizione dei monasteri).
Alexei Maltzew (Alexios von Maltzew, presbitero, teologo, erudito russo-ortodosso, 1854-1915), preposto alla Chiesa (Ortodossa) dell'Ambasciata Russa a Berlino, pubblicò un'edizione commentata dell’Euchologion in lingua slava antica e in antico tedesco (1861, Vienna; poi Berlino, 1892).
I greco-ortodossi fanno riferimento all'edizione autorizzata dalla Congregatio de Propaganda Fide, oltre ad un compendio (chiamato Mikron euchologion) che espone solamente le liturgie, brani delle lettere degli Apostoli e dei Vangeli, e i riti per i Sacramenti del Battesimo, Matrimonio, Unzione e Confessione (Roma, 1872).
J. Goar, O. P., pubblicò una versione dell’Euchologion ricca di note e di illustrazioni (Euchologion, sive Rituale Græcorum, 2ª edizione, Venezia, 1720), che è poi divenuta l'opera di riferimento per i cattolici di rito bizantino.
Sono note versioni dell’Euchologion in uso anche alla Chiesa ortodossa copta, armena, e della Siria orientale.
L’Euchologion di San Serapione (330-360 d.C.), vescovo di Thmuis, contemporaneo e sostenitore delle tesi di Sant'Atanasio di Alessandria (293-373) contro l'arianesimo, contiene testi provenienti dal Rito alessandrino.[3]
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