Fernando Sáenz Lacalle arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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L'arcivescovo Sáez Lacalle il 2 ottobre 2000 | |
Ipsa Dvce | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 16 novembre 1932 a Cintruénigo |
Ordinato presbitero | 9 agosto 1959 |
Nominato vescovo | 22 dicembre 1984 da papa Giovanni Paolo II |
Consacrato vescovo | 6 gennaio 1985 da papa Giovanni Paolo II |
Elevato arcivescovo | 22 aprile 1995 da papa Giovanni Paolo II |
Deceduto | 28 aprile 2022 (89 anni) a La Libertad |
Fernando Sáenz Lacalle (Cintruénigo, 16 novembre 1932 – La Libertad, 28 aprile 2022) è stato un arcivescovo cattolico e missionario spagnolo.
Fernando Sáenz Lacalle nacque a Cintruénigo il 16 novembre 1932 da Eusebio Sáenz Sánchez e Constanza Lacalle Cámara.[1]
Nel 1959 conseguì il dottorato in sacra teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma con una tesi intitolata La participación de los fieles en la Victima del Sacrificio de la Misa a la luz de la liturgia.[2] Ottenne anche la laurea in scienze chimiche presso l'Università di Saragozza.[1][3]
Il 9 agosto 1959 è stato ordinato presbitero per l'Opus Dei a Madrid. In seguito fu cappellano dei circoli giovanili e delle residenze universitarie maschili e femminili di San José, in Costa Rica, dal 1959 al 1961; cappellano delle residenze universitarie maschili e femminili di San Salvador dal 1962 al 1983; cappellano del Centro culturale "Buenos Aires" di San Salvador; consulente dell'Istituto per la cooperazione e l'educazione familiare (ICEF); promotore e cappellano del Centro culturale Sirama per la formazione delle donne a livello operativo; membro della commissione nazionale per la preparazione spirituale alla venuta di papa Giovanni Paolo II in El Salvador e vicario delegato della prelatura della Santa Croce e Opus Dei in El Salvador.[1]
Diresse numerosi di corsi di ritiro, conferenze, corsi di religione a vari livelli, sia superiori che elementari, e rivolti a tutti i tipi di persone, uomini e donne, di tutte le età e condizioni.[1]
Il 22 dicembre 1984 papa Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di Santa Ana e titolare di Tabbora.[4] Ricevette l'ordinazione episcopale il 6 gennaio successivo nella basilica di San Pietro in Vaticano dallo stesso pontefice, co-consacranti gli arcivescovi Eduardo Martínez Somalo, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, e Duraisamy Simon Lourdusamy, segretario della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.[1]
Dal 3 luglio 1993 al 19 giugno 1997 fu anche amministratore apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell'ordinariato militare in El Salvador.[1] In ragione di questo ufficio, nel 1997 venne promosso a brigadier generale delle Forze armate di El Salvador.[5]
Il 22 aprile 1995 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di San Salvador.[6] Prese possesso dell'arcidiocesi il 13 maggio successivo.[1]
Poco dopo fece una serie di spostamenti del personale arcivescovile, chiuse dei programmi diocesani e modificò il curriculum di studi del seminario diocesano. Sáenz difese la sua posizione dicendo che la Chiesa dovrebbe parlare a nome dei poveri e dei bisognosi ma non dovrebbe mai essere coinvolta nell'attivismo o nella politica.
Sostenne la causa della canonizzazione del suo predecessore, monsignor Óscar Romero, del quale era stato amico e confessore. Lo stesso giorno del suo assassinio accompagnò monsignor Romero ad un'attività di formazione, in cui si discusse della guerra cristera e del beato Miguel Agustín Pro. Poi lo portò in macchina all'ospedale della Divina Provvidenza, nella cui cappella sarebbe stato assassinato ore dopo, mentre presiedeva la celebrazione eucaristica.[1][7]
Nel 1996 accolse papa Giovanni Paolo II nella sua seconda visita in El Salvador.[1]
Dal 1998 al 1999 fu amministratore apostolico di Santa Ana.
Dal 1998 al 27 dicembre 2008 fu presidente della Conferenza episcopale di El Salvador.[1]
Il 19 marzo 1999 presiedette l'inaugurazione della nuova cattedrale metropolitana del Divino Salvatore del Mondo a San Salvador, la cui costruzione durava dal 1956.[1] Nel 2001 dovette affrontare la grave distruzione lasciata nel Paese dai terremoti di gennaio e febbraio di quell'anno, promuovendo progetti di ricostruzione con l'aiuto di gruppi ecclesiastici stranieri.[1] In diverse occasioni durante il episcopato, criticò la promozione dell'aborto e dei contraccettivi, sostenendo l'organizzazione cattolica "Sí a la Vida".[8][9] In qualità di presidente della Conferenza episcopale, si espresse in più occasioni contro lo sfruttamento eccessivo delle risorse minerarie del paese per i danni che provoca alle persone e all'ambiente.
Nel novembre del 2001 e nel febbraio del 2008 compì la visita ad limina.
Il 27 dicembre 2008 papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi per raggiunti limiti di età.[1][10]
Morì a La Libertad alle ore 5:50 del 28 aprile 2022 all'età di 89 anni per la malattia di Alzheimer, di cui soffriva dal 2012 e che ne aveva limitato notevolmente l'attività pastorale.[1][11][12] Le esequie si tennero il 2 maggio alle ore 10 nella cattedrale metropolitana del Divino Salvatore del Mondo a San Salvador e furono presiedute da monsignor José Luis Escobar Alas, arcivescovo metropolita di San Salvador. Al termine del rito fu sepolto nella cripta dello stesso edificio.[1][13][14][15][16][17]
La genealogia episcopale è: