In chimica, il termine ferrato(VI) si riferisce all'anione FeO42−, nel quale il ferro è nel suo stato di ossidazione +6, o ad un sale contenente questo anione. Il termine Ferrato è spesso usato per indicare il ferrato(VI), ma secondo le convenzioni della nomenclatura IUPAC, può riferirsi anche ad altri ossoanioni del ferro, come il ferrato(V) e il ferrato(IV).[1]
I sali di Ferrato(VI) sono formati dall'ossidazione del ferro in soluzione mediante forti agenti ossidanti e in condizione di pH basico, o allo stato solido scaldando una mistura di trucioli di ferro e polvere di nitrato di potassio.[2]
L'anione Ferrato (VI) è instabile a pH neutri[2] o acidi, decomponendosi in ferro(III):[3]
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La riduzione passa attraverso delle specie intermedie nelle quali il ferro ha stati di ossidazione +5 e +4.[4] Queste sono risultate più reattive del ferrato(VI).[5] In condizioni alcaline, i ferrati sono più stabili, resistendo circa 8 - 9 ore a pH 8 o 9.[5]
Mentre sono stabili come solidi asciutti
Le soluzioni acquose dei ferrati sono rosa quando diluite, e rosso scuro o porpora a più alte concentrazioni.[4][6] Lo ione ferrato è un agente più ossidante del permanganato,[7] e ossida il Cr3+ a CrO42−,[8] e ammoniaca a azoto elementare.[9]
^ John Daintith (a cura di), Oxford dictionary of chemistry, 5th, Oxford University Press, 2004, p. 235, ISBN0-19-860918-3.
^ Kenneth Malcolm Mackay, Rosemary Ann Mackay e W. Henderson, Introduction to modern inorganic chemistry, 6th, CRC Press, 2002, pp. 334–335, ISBN0-7487-6420-8.
^ Amit Arora, Text Book Of Inorganic Chemistry, Discovery Publishing House, 2005, pp. 691–692, ISBN81-8356-013-X.